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Giovedì 20 OTTOBRE 2016
Fimeuc: “Bene le risorse e le assunzioni. Ma 3000 medici in più sono una goccia nel mare”
Gentile direttore,
non si può che accogliere con entusiasmo una manovra che prevede un aumento di due miliardi del Fondo Sanitario Nazionale e settemila assunzioni (4 mila infermieri e 3000 medici), che si spera al di là del fabbisogno legato al blocco del turnover (solo in Campania servirebbero 7000 assunzioni), al di là di quelle stabilizzazioni o assunzioni per il rispetto della normativa sull'orario di lavoro già previste nella precedente legge di stabilità e non ancora realizzate completamente.
Aspettando comunque tutti i particolari e la approvazione da parte della Comunità Europea, la Federazione che rappresento, ribadendo l'entusiasmo, vuole esprime qualche perplessità ricordando altri numeri oltre quelli della manovra:
a) nell'anno 2013 risultano attivi circa 354.553 medici ( Fonte ENPAM)
b) nel 2014 i medici del SSN oltre i 55/60/65 anni di età sono 112.742 ( Fonte Ragioneria dello Stato)
c) nel 2011 i medici di medicina generale con più di 30 anni di laurea e/o servizio sono il 50% (Fonte Ministero della Salute)
i) servono 6000 medici per sostituire i cessati del 2012-2014 (dati dell'Intersindacale)
l) servono 6000 medici per assicurare una assistenza senza infrangere la legge 161 sui riposi (dati dell'Intersindacale)
h) ci sono ancora 7000 medici precari a TD da stabilizzare e 6000 con contratti atipici (dati dell'Intersindacale)
f) per il 2025 è calcolato che potrebbero mancare all'appello 55.169 medici specialisti, una carenza pari al 40% dell'intera categoria oggi a lavoro (dati del Sumai-Assoprof)
g) per il 2015 andranno contemporaneamente in pensione circa il 60% dei 65.000 medici di medicina generale (dati del Sumai-Assoprof)
e) nel 2017-2020 ci saranno circa 20.000 medici in meno, circa 7000 pensionamenti/anno, (dati dell'Intersindacale)
La Fimeuc, alla luce di questi dati, chiede uno sforzo che vada oltre gli interventi estemporanei necessari ed indispensabili per tamponare le falle, che tenga conto del fatto che:
1) servono in media 5- 6 anni di corso laurea + 4-5 anni di un corso di specializzazione per formare uno specialista,
2) servono in media 5-6 anni di corso laurea + 3 anni di un corso di formazione regionale per formare un medico di medicina generale,
3) che dal 1992 è in vigore il numero chiuso per l'accesso alle specialità mediche e dal 1999 il numero chiuso per l'accesso alla facoltà di Medicina,
4) che dal 2013 il numero di posti per l'accesso alla facoltà di medicina è in diminuzione e sempre inferiore a quello richiesto dalle regioni e non supera i 9000 posti/anno
5) che forse solo dal prossimo anno le borse di studio per le specialità saranno 6000, alle quali in genere si aggiungono 500 ulteriori borse regionali,
6) che in media ogni anno la scuola di formazione in medicina generale licenzia meno di 1000 medici
Alla luce di questi numeri, pur apprezzando l'intera manovra, è chiaro che i 3000 medici saranno solo una goccia nell'oceano e che in questo scenario i cittadini e gli operatori della sanità vedono allontanarsi la realizzazione di quanto contenuto nel Patto della Salute riguardo le AFT, UCCP, le OBI e Medicine d'Urgenza e non possono che percepire la proposta dell' H16 come il risultato di tale mancanza di risorse. Un vero reclutamento quindi non può che passare attraverso un aumento dei posti per l'accesso alla facoltà di medicina e alle specialità tale da fare fronte ad un avvicendamento continuo, prevedendo anche nei tempi di riforme e cambiamento, vedi Patto della Salute, un adeguamento.
La Fimeuc riguardo al numero di specialisti dell'emergenza da formare chiede che si tenga conto, non solo dei dati qui raccolti ma, anche della necessità di realizzare il medico unico della emergenza, da reclutare attraverso procedura concorsuale per l' accesso alla dirigenza medica, che potrà svolgere la sua attività nelle Unità Operative che afferiscono al dipartimento monospecialistico dell'emergenza di area vasta, anche interaziendale, quali CO, mezzi di soccorso avanzato, PS-OBI e Medicina di Emergenza-Urgenza-semintensiva.
Rimane la necessità, accanto a tale futuro, di gestire le carenze e le diversità formative, contrattuali e di reclutamento del passato-presente attraverso una riduzione delle affinità e dell'equipollenze, ormai troppo lontane dalle competenze conferite dalla nuova specialità, la valorizzazione del curriculum formativo e degli anni di servizio nel settore e la realizzazione del passaggio alla dipendenza degli ultimi convenzionati dell' emergenza preospedaliera.
Dott.ssa Giovanna Esposito
Presidente Fimeuc
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