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Mercoledì 19 OTTOBRE 2016
Il concorso per l’accesso alle specializzazioni in medicina deve cambiare. Ecco come



Gentile Direttore,
dopo l’esperienza maturata nel corso di 3 edizioni del Concorso Nazionale per l’accesso alle Scuole di Specializzazione di Medicina, il Comitato Nazionale Aspiranti Specializzandi (CNAS) ritiene che sia venuto il momento di procedere alla rivisitazione dell’impianto delle procedure selettive, al fine di superare alcune criticità oggettive rilevate dai concorrenti.
 
Infatti, l’attuale sistema, così come strutturato, non sempre è in grado di garantire uniformità di condizioni organizzative e valutative su base nazionale. Il CNAS propone, pertanto, quanto segue:
1) Semplificazione dell’impianto del concorso, adottando una graduatoria unica nazionale, comprensiva di tutte le tipologie di scuole, ivi incluso il percorso di formazione specifica in medicina generale, e considerando ai fini della valutazione dei titoli esclusivamente il voto di laurea. Ciò consentirebbe di ridurre la durata delle selezioni ad una, massimo due giornate, di prevenire la dispersione di contratti e di borse, connessa alla attuale separazione delle due selezioni, nonché di permettere a tutti i candidati di concorrere per tutte le topologie e sedi di scuole, oltre che facilitare gli scorrimenti e ridurre i relativi tempi di attesa. Inoltre, attraverso la semplificazione dei titoli valutabili, si eliminerebbero i bias tra i candidati, ascrivibili alla eterogenea strutturazione dei corsi di medicina e chirurgia tra le diverse Università.
 
2) Semplificazione dell’organizzazione delle prove concorsuali, con la distribuzione dei candidati in una unica sede nazionale o in poche sedi macroregionali. In tal modo sarebbe possibile uniformare gli standard organizzativi, nonché le procedure di controllo e di vigilanza (separatori tra le postazioni, distanza standardizzata tra i computer, dispiegamento di personale/forze dell’ordine, utilizzo di sistemi di video sorveglianza, schermatura delle aule, ecc.), che potrebbero essere agevolmente intensificate.
 
3) Incremento del numero di domande da somministrare durante le prove, con quesiti di selezione strutturati in modo da esplorare non solo gli aspetti contenutistici, ma soprattutto le capacità di ragionamento clinico del medico ed incentivazione degli Atenei ad organizzare corsi di preparazione per l’accesso alle scuole di specializzazione. In tal modo si valorizzerebbero le capacità di ragionamento a discapito di quelle mnemoniche e si porrebbe fine alle attuali speculazioni, condotte ai danni degli aspiranti specializzandi.
 
4) Istituzione ed attivazione del Corso di specializzazione in Medicina Generale e Cure Primarie, attraverso l’integrazione dell’esperienza maturata dai corsi regionali di formazione specifica di medicina generale e dalla Scuola di Specializzazione in Medicina delle Comunità a Scienze delle Cure Primarie. Tale innovazione, presente in tutta Europa, consentirebbe di innalzare la qualità della formazione specifica di Medicina Generale e di offrire pari riconoscimenti in termini di diritti (contratto di formazione, remunerazione, ferie, malattia, gravidanza, ecc.) a quanti intraprendano tale percorso rispetto ai medici in formazione specialistica, fermo restando la esclusività del possesso del titolo di formazione specifica di medicina generale per l’accesso ai ruoli della continuità assistenziale.
 
5) Adozione di strumenti e metodologie adeguati ai fini della determinazione del fabbisogno di medici generalisti e specialisti sul territorio nazionale, richiedendo un incremento delle risorse da destinare ai contratti di formazione a fronte di un riequilibrio tra profili specialistici e generalisti.
 
Questi sono i punti cardine sui quali il CNAS chiede a tutti i giovani medici ed agli studenti di medicina di convergere, al fine di allineare il sistema della formazione medica post-lauream italiana a quelli degli altri Paesi dell’Unione Europea. 
 
Il CNAS ritiene che il concorso nazionale per l’accesso alle scuole di specializzazione di medicina rappresenti un valore da preservare e, pertanto, rivolge fiducioso un appello alle Istituzioni competenti affinchè si investano risorse ed intelligenze in questa importante esperienza che ha avviato un cambio di paradigma culturale all’interno della Professione Medica Italiana.
 
Il Comitato Nazionale Aspiranti Specializzandi

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