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Martedì 18 OTTOBRE 2016
Insufficienza cardiaca. La caffeina non aumenta le aritmie

“Le bevande ricche di caffeina sono stati implicate come una causa comune di vari sintomi come palpitazioni, tachicardia, o battito cardiaco irregolare. Per questo motivo è prassi suggerire ai pazienti con problemi cardiaci di ridurre o evitare il consumo di caffeina”, spiega Luis Rohde, dell’Università federale di Rio Grande do Sul, Porto Alegre, in Brasile.

(Reuters Health) – La maggior parte dei pazienti con insufficienza cardiaca può bere moderate quantità di caffeina senza gravi rischi di aritmie. “Le bevande ricche di caffeina sono stati implicate come una causa comune di vari sintomi come palpitazioni, tachicardia, o battito cardiaco irregolare. Per questo motivo è prassi suggerire ai pazienti con problemi cardiaci di ridurre o evitare il consumo di caffeina”, spiega Luis Rohde, dell’Università federale di Rio Grande do Sul, Porto Alegre, in Brasile.
 
“Allo stato attuale non vi è alcuna dimostrazione che in pazienti con problemi cardiaci sia sicuro bere bevande con caffeina senza che questo porti ad un aumento del rischio di avere aritmie, ha aggiunto Rohde. “I nostri risultati, però, indicano che l’uso a breve termine di bevande con caffeina in questi pazienti non aumenta il rischio di aritmie”.

Lo studio
Per capire se questo consiglio è davvero appropriato, i ricercatori hanno studiato 51 adulti (età media 61 anni) che erano stati recentemente ricoverati in ospedale per insufficienza cardiaca con frazione di eiezione ventricolare sinistra ridotta. I partecipanti hanno ingerito caffè decaffeinato cui è stato aggiunto o caffeina o placebo. La caffeina o il placebo sono stati ingeriti ad intervalli di un’ora per un totale di 500 mg di caffeina o placebo per cinque ore. Lo studio ha utilizzato un disegno crossover in doppio cieco controllato con placebo, randomizzato. L’outcome primario era il numero e la percentuale di battiti prematuri ventricolari e sopraventricolari misurati fino ad un ora dopo l’ultima assunzione con monitoraggio elettrocardiografico continuo nel corso dello studio.

I commenti
“Non abbiamo trovato alcuna associazione tra l’assunzione di caffeina e gli episodi aritmici – ha detto Rohde - anche durante il monitoraggio sotto stress fisico con tapis roulant”. “In realtà, non abbiamo osservato alcuna indicazione di un potenziale aumento del rischio di aritmia” riportano gli autori su JAMA Internal Medicine. “I nostri risultati mettono in discussione la nozione intuitiva che l’assunzione di caffeina dovrebbe essere limitata o vietata in pazienti con malattie cardiache e a rischio di aritmia”.
 
I ricercatori fanno però anche notare che circa la metà dei partecipanti allo studio erano bevitori abituali di caffè e questo potrebbe influenzare i risultati, perché i bevitori di caffè regolari potrebbero essere meno inclini agli effetti modulatori della caffeina. “Anche se noi crediamo che questo sia improbabile, non possiamo garantire che a lungo termine e ad alto dosaggio l’uso di caffeina non possa essere associato con un effetto pro-aritmico nei pazienti con scompenso cardiaco. In questo senso, i nostri risultati devono essere interpretati con cautela a causa del piccolo numero di pazienti inclusi e la bassa prevalenza di aritmie che è stata osservata”.
 
Fonte: JAMA Intern Med 2016
 
Megan Brooks
 
(Versione italiana Quotidiano Sanità/Popular Science) 

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