quotidianosanità.it
stampa | chiudi
Lunedì 17 OTTOBRE 2016
Le difficoltà alimentari nel primo anno di vita. Cosa osservano i pediatri, cosa raccontano le mamme. Lo studio di Simpef e Arp
Lo studio ha l'obiettivo di far luce sulla relazione madre-figlio nella fase alimentare del primo anno di vita. Ansie e i timori di chi deve gestire la fase dell’allattamento e comprendere i bisogni del bambino; ma anche il “disagio silente”, quello che le mamme non confessano apertamente ai pediatri e che si riflette anche in un approccio a volte difficoltoso alla vita alimentare dei propri figli. I dati saranno presentati a Milano il prossimo 22 ottobre.
Il tempo critico del primo anno di vita: come le mamme vivono questa fase nutrizionale e che tipo di relazione si instaura con il proprio bambino. Uno studio iniziato nel 2013, i cui risultati saranno presentati il prossimo 22 ottobre a Milano. L’emozionante ma anche complicata relazione madre-figlio nel primo anno di vita, le ansie e i timori di chi deve gestire la fase dell’allattamento e comprendere i bisogni del bambino; ma anche il “disagio silente”, quello che le mamme non confessano apertamente ai pediatri (inquietudini rispetto a sé e al bambino collegate a stati d’animo negativi o sgradevoli), che si riflette anche in un approccio a volte difficoltoso alla vita alimentare dei propri figli e che i pediatri del Simpef e gli psicologi di Arp sono riusciti a far emergere in questa ricerca, ora a disposizione della comunità scientifica.
“Non possiamo non conoscere a fondo il mondo emotivo delle mamme, delle loro difficoltà nascoste per essere dei veri pediatri di famiglia – dice Nicoletta Bucci, pediatra Simpef – e poter davvero essere integrati a quel progetto di sostegno alla genitorialità che in Lombardia è prioritario nelle strategie di politica socio-sanitaria”. I dati di questa indagine “consentiranno analisi statistiche, riflessioni scientifiche e perfezionamenti metodologici che non ha precedenti nella letteratura medica e psicologica” afferma invece la dottoressa Luisa Scuratti di Arp.
Il meeting milanese (che si annovera anche come evento formativo ECM) del prossimo 22 ottobre sarà l’occasione per presentare i dati di questo studio che ha coinvolto centinaia di pediatri e mamme e ha fornito elementi nuovi riguardo al mondo materno emersi da più di 3000 schede di valutazione.
“Abbiano notato che le mamme – racconta Nicoletta Bucci – in alcuni momenti iniziali e poi critici dello sviluppo (svezzamento, introduzione dell’alimentazione solida e passaggio a un’autonomia nutrizionale), possono manifestare un’incertezza nella capacità genitoriale di far fronte ad alcune difficoltà transitorie e fisiologiche nei confronti del cibo e del bambino stesso. Inoltre – gli fa eco la psicologa Luisa Scuratti – le neomamme possono ricevere indicazioni e consigli contrastanti circa l’allattamento da parte delle varie strutture sanitarie con cui vengono in contatto durante gravidanza, parto e primi giorni del bambino. Ciò aggrava il loro disorientamento e accresce le difficoltà. Aggiungiamo il rischio psico-patologico dell’insistenza sul cibo, dell’atmosfera del pasto come un momento carico di tensione, temuto e disturbante, che sottotraccia continuerà ad agire fino alla recrudescenza adolescenziale, quando l’allarme per l’ora del pasto sarà un sentimento dominante nell’esistenza dei giovani in fase di crescita in quella che viene definita l’adolescenza emotiva. Il nostro studio sarà di aiuto alle mamme ma anche a noi medici”.
© RIPRODUZIONE RISERVATA