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Martedì 27 SETTEMBRE 2016
Trieste. Pediatra affetta da Tbc e l’Asl richiama 3500 bambini
A comunicarlo è l’Azienda Sanitaria Universitaria Integrata di Trieste che ha deciso di richiamare, in via precauzionale, 3.490 bambini sottoposti a varie vaccinazioni dopo aver scoperto che una pediatra, incaricata proprio di vaccinare i bambini, è affetta da tubercolosi. Per informazioni possono essere contattati i pediatri di libera scelta, gli operatori dei centri vaccinali dei distretti e il numero verde sanità 800991170 attivo da oggi dalle 8 alle 20.
L’Azienda Sanitaria Universitaria Integrata di Trieste ha convocato oggi una conferenza stampa per informare la cittadinanza che ad un operatore che si occupa di vaccinazioni in convenzione è stata diagnosticata una tubercolosi in forma attiva e che i primi sintomi, peraltro molto blandi, risalgono a circa ad un anno fa. “La persona – comunica l’Asl - è attualmente ricoverata e le sue condizioni non sono preoccupanti. A scopo precauzionale e preventivo si è deciso di controllare tutti i bambini al di sotto dei 6 anni che sono venuti a contatto con la persona durante l’effettuazione della vaccinazione”. Il numero totale dei bimbi sotto i 6 anni che verranno controllati si avvicina a 3500 e il tempo necessario è circa di 12 settimane.
L’Asl ha ricordato che “il tempo necessario per effettuare la vaccinazione è di pochi minuti, mentre il tempo previsto per la diffusione della malattia secondo i protocolli internazionali è di almeno otto ore, pertanto il rischio di contagio è molto basso. Bisogna però considerare che i bambini sono maggiormente a rischio. Secondo il principio della massima precauzione, l’Azienda si è organizzata per tutelare la salute dei bambini e dare sicurezza alle famiglie, fornendo informazioni e mettendo in campo un protocollo operativo di controlli”.
In ogni caso, da oggi tutte le famiglie dei bambini che sono stati vaccinati dall’operatore/operatrice verranno contattati telefonicamente secondo un criterio di priorità e sono stati attivati 6 ambulatori presso il Dipartimento di Prevenzione nel Comprensorio di San Giovanni in via De Ralli 3 per effettuare il test di controllo. Sono inoltre attive 4 linee del Numero Verde Sanità 800.99.11.70 che fornisce informazioni dalle 8 alle 20. Per informazioni possono essere contattati anche i pediatri di libera scelta e gli operatori dei centri vaccinali dei Distretti. Specificato poi che i vaccinati presso il Distretto 4 (centro vaccinale di San Giovanni e di Aurisina) non verranno contattati per effettuare il test, in quanto non sono entrati in contatto con la persona coinvolta.
Sono stati informati l’amministrazione comunale nella persona del sindaco Roberto Di Piazza e l’assessorato Regionale della Salute nella persona di Sandra Maria Telesca. Sul sito istituzionale dell’Azienda Sanitaria saranno pubblicate tutte le informazioni attinenti al caso e tutti gli aggiornamenti sulla prosecuzione dei controlli.
“Il bacillo – spiega Riccardo Tominz, Direttore Struttura Complessa Igiene, sanità pubblica e prevenzione ambientale – ha una progressione estremamente lenta, quindi non è urgente andare a fare il test.” Il test Mantoux viene effettuato iniettando sotto cute una piccola quantità di antigene che permette di fare la diagnosi. “Si tratta di esame che viene fatto da decine di anni e che non ha mai avuto reazioni rispetto alla sostanza iniettata, un derivato proteico innocuo in quanto non si tratta di un germe. Dopo 78 ore si fa la lettura, che può dare esito positivo o negativo.” Ha specificato il pediatra Andrea De Manzini. Se la persona risulta positiva significa che in qualsiasi momento della sua vita è venuta a contatto con la malattia, non che questa sia in corso. I casi ritenuti positivi in riferimento alla situazione saranno riferiti al Burlo. Inoltre occorrono 8-10 settimane dal momento del contatto perché il test diventi eventualmente positivo, pertanto chi ha avuto un ultimo contatto in un tempo recente può effettuare il test subito e ripeterlo dopo 8-10 settimane.
“Nei primi anni di età si è a maggior rischio di sviluppare un’infezione – riferisce il dott. Massimo Maschio, Responsabile Centro Regionale per la diagnosi e la cura della Fibrosi Cistica – pertanto le linee guida suggeriscono di fare la profilassi a tutti i bambini sotto l’anno (sono circa 600) anche se il test è negativo.” Già da oggi sono stati contattati i bambini sotto l’anno vaccinati negli ultimi due mesi. La profilassi consiste nella somministrazione di uno sciroppo; in questo modo si evita che il contatto diventi infezione latente. Viene effettuato un controllo dopo 8 settimane. Se invece il test risultasse positivo i bambini verranno presi in carico dal Burlo per ulteriori accertamenti.
L’operatore è rimasto in servizio fino al 15 settembre. “Tutti i pediatri sono pronti ad affrontare la situazione dando la loro disponibilità e tranquillizzando l'utenza – ha detto il dott. Davide Franco in rappresentanza dei pediatri triestini. - Adottiamo tutti i protocolli del caso.” Sono 22 i pediatri che operano nella provincia di Trieste.
“L’operatore/operatrice – sottolinea l’Asl - che ha contratto la malattia è stato sottoposto ai controlli preventivi previsti. La sorveglianza sanitaria si basa sulla valutazione dei rischi ed è mirata, pertanto la Mantoux si esegue solo ai dipendenti esposti al rischio che lavorano in reparti come quelli di malattia infettiva e pneumologia, dove gli operatori sono sottoposti a sorveglianza periodica specifica. Per quanto riguarda gli adulti, sono stati sottoposti a controllo i colleghi e i familiari di chi ha contratto la malattia e le persone che hanno avuto contatti prolungati, superiori alle 8 ore, in ambiente chiuso, in quanto la suscettibilità degli adulti non è elevata. Nel corso di quest'anno sono stati notificati 7 casi di tubercolosi, 13 nel 2015, mentre negli anni ’60 si registravano circa 300-400 all'anno. Ricordiamo che positività al test non significa aver contratto la malattia, né che ci sia un collegamento automatico con il caso che segnaliamo. Positività significa si è avuto il contatto con il germe. In questo caso vengono approfondite le indagini per verificare se la positività è effettiva e impedire l’eventuale sviluppo della malattia”.
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