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Martedì 18 MAGGIO 2010
Fazio: per manager sanità serve più mobilità e un vivaio di giovani leve
Avviare “un processo di nazionalizzazione della formazione dei manager della sanità”, tenendo conto che “il controllo dei processi produttivi è essenziale” alla tenuta del sistema sanitario. Lo ha detto il ministro della Salute, Ferruccio Fazio, intervenuto oggi a un incontro sulla formazione manageriale in sanità organizzato da Agenas e Fiaso nell’ambito del Forum PA in corso a Roma.
Coltivare un “vivaio” di giovani manager formati in sanità e pronti a sostituire, ogni anno, i circa 350 manager che vanno in pensione. È una delle idee lanciate oggi nel corso dell’incontro dall’esperto Francesco Longo, del Cergas-Bocconi, e raccolte dal ministro della Salute Ferruccio Fazio, che ha dichiarato la volontà di “stimolare l’Agenas in questa direzione” così come verso “una maggiore mobilità dei manager”.
Secondo il ministro, queste criticità vanno superate in fretta e in parte è quanto sta già avvenendo delle Regioni con i Piani di rientro, “dove da un lato abbiamo introdotto i subcommissari e, dall’altro, posto l’Agenas in un ruolo di affiancamento che permette lo scambio di elementi importantissimi provenienti da diverse esperienze”.
Una “nazionalizzazione della formazione”, dunque, che però, secondo Fazio, si tradurrebbe in un “potenziamento ed esaltazione del lato positivo del federalismo, cioè delle diverse esperienze regionali che possono dar vita a confronti reciproci e scambi virtuosi”.
Il ministro ha voluto sottolineare la propria consapevolezza sulle difficoltà di questo periodo storico, soprattutto per alcune Regioni. Ma, ha osservato, “in molti casi gli sforzi per contenere la spesa sono stata compiuti e hanno portato a grandi risultati”, perché “la buona sanità costa meno”. Fazio ha ribadito che “si tratta di cambiamenti ormai necessari, perché ci troviamo di fronte a uno scollamento tra sistema produttivo e sistema finanziaria. Il controllo dei processi produttivi è però necessario, se si vuole capire in che direzione andare”. Per far questo, “abbiamo bisogno di una nuova classe dirigente, migliore di quanto non lo sia oggi. Sappiamo che i miglioramenti si possono realizzare”, ha concluso il ministro esprimendo soddisfazione per “i cambiamenti di governo avvenuti nelle Regioni con le ultime elezioni, perché auspichiamo che questo sia segnale di discontinuità e garanzia di voglia di cambiamenti incisivi in grando di invertire le tendenze che hanno messo in crisi i sistemi”.
Lucia Conti
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