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Mercoledì 14 SETTEMBRE 2016
All'Urologia universitaria dell’Aou di Novara arriva il sistema di biopsia prostatica su guida radiologica “Fusion” Biojet

L’acquisto dello strumento del costo di 100mila euro è stato possibile grazie ad una donazione della Fondazione Bpn per il territorio. “Sarà possibile migliorare in modo significativo la diagnosi precoce e la terapia della neoplasia più frequente nella popolazione maschile: il carcinoma prostatico”, dichiara l'Azienda.

“La Fondazione BPN per il Territorio (presieduta dall’avvocato Franco Zanetta) ha messo a disposizione dell’Aou ‘Maggiore della Carità’ di Novara la somma di 100mila euro per l’acquisizione, a favore della struttura complessa a direzione universitaria Urologia diretta dal professor Alessandro Volpe, dell’apparecchiatura ‘Biojet’, una moderna strumentazione che permette una diagnosi più accurata della patologia prostatica tramite l’integrazione dell’immagine ecografica con quella della risonanza magnetica prostatica multiparametrica (Fusion biopsy)”. Lo comunica una nota dell’Aou di Novara.

“Grazie al finanziamento di questa nuova tecnologia – spiega l’Azienda - sarà possibile migliorare in modo significativo la diagnosi precoce e la terapia della neoplasia più frequente nella popolazione maschile: il carcinoma prostatico. Si tratta infatti di un nuovo e sofisticato sistema per la biopsia prostatica che consente di intercettare meglio il tumore alla prostata con un’elevata accuratezza diagnostica ed minor numero di prelievi bioptici, con un conseguente notevole miglioramento della compliance del paziente”.

Per l’Aou di Novara “l’acquisizione del sistema di biopsia prostatica “fusion” Biojet costituisce un ulteriore potenziamento dell’armamentario diagnostico e terapeutico della Struttura di Urologia del Maggiore, che da anni è all’avanguardia nel trattamento delle neoplasie urologiche. L'acquisizione nel luglio 2014 del sistema robotico di nuova generazione daVinci Xi permette infatti di eseguire l’intervento di prostatectomia radicale (asportazione della ghiandola prostatica per tumore) con minore invasività, modesto rischio di sanguinamento, breve tempo di ricovero, ottima preservazione della continenza urinaria ed anche della funzione sessuale nei casi con adeguata indicazione”.

“Il Prof. Volpe e la sua equipe – conclude la nota - hanno eseguito finora quasi 200 interventi di chirurgia robotica, in prevalenza prostatectomia radicali, con risultati estremamente soddisfacenti. Nei casi con tumore prostatico avanzato ad alto rischio è anche possibile associare alla chirurgia (eseguita questa volta con tecnica tradizionale) la radioterapia intraoperatoria, della quale il Maggiore è il centro con maggiore esperienza a livello internazionale”.

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