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Lunedì 12 SETTEMBRE 2016
In Sicilia trapianti a rischio
Gentile Direttore,
se da una parte si canta vittoria, ed i Direttori Generali sono soddisfatti della nuova rete ospedaliera siciliana, presentata dall’assessore Gucciardi nei giorni scorsi, dall’altra parte, dove si trovano tutti gli operatori sanitari, ci si mette le mani nei capelli, per chi ha la fortuna/sfortuna di averli ancora tutti.
A sentire l’assessore, il nuovo piano cambia tantissimo la rete ospedaliera. Cambia la classificazione degli ospedali e soprattutto ci sarà il “taglio” di reparti doppioni.
Continua affermando che “La nuova rete non nasce dall’esigenza di risparmiare o tagliare risorse finanziarie, ma da quella più importante di assicurare a tutti i cittadini, ovunque si trovino, una tempestiva ed efficace assistenza, specie nelle ipotesi di patologie acute gravi”.
Prendiamo da questo elenco prodotto dall’assessorato, un ospedale in zona “disagiata”, cioè situato in aree geografiche ostili e con collegamenti della rete viaria complesse, come l’Ospedale di Mussomeli, previsto da decreto nazionale.
I cittadini Mussomelesi potranno stare più che tranquilli, perché dal “nuntio vobis gaudium magnum” dell’assessore, potranno contare su un Pronto Soccorso, su 20 posti letto indistinti di medicina, chirurgia ambulatoriale, Day Surgery e Week Surgery. In poche parole un ospedale dove scomparirà totalmente la chirurgia, l'ortopedia, la pediatria, la ginecologia.
A questo punto sorge spontanea una domanda. Ma c’è o non c’è questo taglio? Se verranno tagliati 150 reparti “doppioni” è ovvio che ci saranno dei tagli. E’ evidente infatti che se si riducono così drasticamente le unità operative avremo conseguentemente minor personale. Altro che concorsi. Solo esuberi.
La conferma di tutto ciò ci viene data da quello che succederà all’Ospedale Giglio di Cefalù, oggi Fondazione, nato come polo d’eccellenza, dipendenti già in stato di mobilitazione per i licenziamenti annunciati.
Esuberi che il Sindacato delle Professioni Infermieristiche NurSind aveva già previsto lo scorso anno sottolineando all’allora Assessore Borsellino che se fossero stati utilizzati quei coefficienti preventivati dalle linee guida, nelle unità operative ci sarebbe stato personale sanitario in esubero, sia nelle Terapie Intensive e sia anche in quelle ad alta Complessità.
Per fare un esempio. Nelle Terapie Intensive e Rianimazioni sono stati previsti da 1,75 a 2.2 Infermieri per posto letto, stando quanto riportato nelle linee guida assessoriali, quindi prendendo spunto da una Rianimazione, dove sono attivi 8 posti letto. Essendo ottimisti, moltiplichiamo 2 Infermieri x 8 posti letto. Il risultato ci dice che la dotazione organica di questo reparto dovrebbe essere di 16 Infermieri. 16 Infermieri su tre turni.
Circa 3,5 Infermieri per turno di servizio. Non considerando le unità in ferie, congedi ecc. Con questi numeri non si potrà garantire all’utenza neanche l’assistenza di base figuriamoci l’assistenza ad alta complessità.
A sostegno di questa ipotesi, vi è un recentissimo studio italiano, l’RN4CAST, curato dalla Prof.ssa Loredana Sasso, professore associato di Nursing presso il Dipartimento di Scienze della Salute dell’Università di Genova, di cui NurSind è uno dei finanziatori economici.
Cosa ci dice questo studio, che il rapporto pazienti/infermieri a fronte di una media europea di 6 pazienti per infermiere, in Italia è di 9,54 pazienti per infermiere, in Sicilia si arriva addirittura ad un infermiere ogni 11 pazienti. Per ogni paziente in più i rischi di complicanze e le mortalità aumentano del 7%. E’ il caso di dire che “senza infermieri la salute muore”.
Leggiamo anche in questi giorni che la regione Sicilia si pone tra le regioni italiane con un’attività trapiantologica e di donazione di alto livello. Dal primo gennaio al 9 settembre in Sicilia sono stati effettuati 111 trapianti. Sono cresciute anche, le donazioni di organi. In ripresa, dunque, l’attività di donazione e trapianti, come confermato dal Centro Regionale Trapianti della Sicilia.
Ora ci chiediamo, se aboliranno i posti letto di Rianimazione e Terapia Intensiva a Castelvetrano, Marsala, Partinico, all'ospedale Ingrassia di Palermo, a Termini Imerese, a Patti, a Milazzo, a Taormina, all'ospedale Piemonte Puleo di Messina, ad Acireale, a Militello Val Di Catania, a Modica, a Lentini ed a Sciacca, cosa succedera per le donazioni e trapianti di organo? Di sicuro questi tagli provocheranno anche una riduzione delle donazioni di organi. Perché sappiamo benissimo, che i potenziali donatori sono pazienti, che possono essere ricoverati soltanto nelle Rianimazioni.
Sin donante no hay trasplante (senza donatore non c’è trapianto) sono le parole di José L. Escalante, Coordinatore Trapianti Ospedale di Madrid.
In Sicilia, con questa scellerata politica del risparmio, senza rianimazioni non ci saranno, ne donazioni ne trapianti.
Giuseppe Provinzano
Infermiere, Coordinatore NurSind Caltanissetta
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