quotidianosanità.it
stampa | chiudi
Giovedì 08 SETTEMBRE 2016
Approvato il Percorso diagnostico terapeutico assistenziale per la gestione dell’ictus in fase acuta
L’adozione di un percorso diagnostico assistenziale terapeutico è, secondo la Regione, “strategico per il governo della rete clinica e per la garanzia dell’appropriatezza e dell’equità della presa in carico del paziente affetto da ictus acuto. Tale percorso consentirà anche una razionalizzazione delle risorse dedicate all’assistenza incrementando la qualità delle cure”.
“Per contrastare gli effetti disabilitanti dell’ictus ischemico, tra le patologie più pericolose, seconda causa di morte e prima di invalidità, occorre garantire un modello organizzativo che assicuri omogeneità di diagnosi, tempestività di cura, integrazione dei servizi coinvolti nel rispetto della qualità ed equità delle cure”. Così la Regione Marche annuncia l’approvazione, da parte dell’esecutivo regionale, del Percorso diagnostico terapeutico assistenziale (PDTA) per la gestione dell’ictus in fase acuta sul territorio marchigiano.
“Il documento – spiega la Regione in una nota - è frutto di un confronto tra professionisti, un gruppo multidisciplinare e multi professionale di operatori Ssr, con l’obiettivo di definire le modalità operative della rete regionale dell’ictus. L’adozione di un percorso diagnostico assistenziale terapeutico è strategico per il governo della rete clinica e per la garanzia dell’appropriatezza e dell’equità della presa in carico del paziente affetto da ictus acuto. Tale percorso consentirà anche una razionalizzazione delle risorse dedicate all’assistenza incrementando la qualità delle cure”.
Le malattie cerebrovascolari, evidenzia la Regione, “costituiscono uno dei maggiori problemi socio sanitari a livello mondiale e nazionale. In Italia si verificano circa 200.000 nuovi casi all’anno di ictus dei quali l’80% sono forme ischemiche. La mortalità conseguente a ictus ischemico è del 20% nelle prime 4 settimane, del 30% nei primi 12 mesi dopo l’evento acuto. Solo il 25% dei pazienti sopravvissuti ad ictus ischemico guarisce completamente, negli altri casi residua un deficit di entità variabile che condiziona la vita quotidiana con conseguente perdita dell’autosufficienza”.
© RIPRODUZIONE RISERVATA