quotidianosanità.it
stampa | chiudi
Mercoledì 07 SETTEMBRE 2016
Asma. La vitamina D può ridurre gli attacchi
I risultati di una revisione di trial internazionali ha fatto emergere l’efficacia della vitamina D nella riduzione degli attacchi d’asma. L’analisi – che ha preso in considerazione trial effettuati in Stati Uniti, Canada, India, Giappone, Polonia e Inghilterra – ha riscontrato che l’assunzione di compresse di vitamina D riduce il rischio di gravi attacchi d’asma che richiedono l’ospedalizzazione a circa il 3%, da un iniziale 6%.
(Reuters Health) – I risultati di una revisione di trial internazionali ha fatto emergere l’efficacia della vitamina D nella riduzione degli attacchi d’asma. L’analisi – che ha preso in considerazione trial effettuati in Stati Uniti, Canada, India, Giappone, Polonia e Inghilterra – ha riscontrato che l’assunzione di compresse di vitamina D riduce il rischio di gravi attacchi d’asma che richiedono l’ospedalizzazione a circa il 3%, da un iniziale 6%.
Adrian Martineau, specialista di infezioni delle vie respiratorie e presso la Queen Mary University di Londra, ha affermato che i risultati – pubblicati il 5 settembre nel Database Cochrane per le Revisioni Sistematiche – si sono rivelati entusiasmanti, anche se invita alla prudenza.
“I risultati relativi a gravi attacchi d’asma emergono da soli tre trial in cui i pazienti erano per la maggior parte adulti con asma da lieve a moderata”, ha detto Martineau . Sono necessari ulteriori studi su bambini e adulti con asma severa per capire se la vitamina D possa essere vantaggiosa anche per questi pazienti”. Martineau ha aggiunto che non è emerso chiaramente se l’effetto delle compresse di vitamina D si sia verificato in tutti i pazienti o solo in quelli che avevano livelli bassi di questa vitamina.”Ulteriori analisi per indagare questi aspetti sono in corso e i risultati dovrebbero essere disponibili nel giro di pochi mesi”, ha precisato Martineau.
Fonte: Cochrane Database for Systematic Reviews 2016
Reuters Staff
(Versione Italiana Quotidiano Sanità/Popular Science)
© RIPRODUZIONE RISERVATA