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Venerdì 02 SETTEMBRE 2016
Le poche risorse si riflettono sulla qualità del lavoro dei medici
Gentile direttore,
con l’estate che volge alla fine, diviene più insistente l’azione sui vari livelli di governo di forze politiche, rappresentanti istituzionali, sindacali, associazioni di cittadini, in merito allo scottante tema della Sanità. Si invoca l’inizio delle trattative per i contratti del personale ormai fermi da anni.
Cosa che ha reso inadeguati gli stipendi in relazione al continuo crescere del costo della vita. Anche se sembra che le risorse disponibili siano solo sufficienti ad elargire delle mancette. Si invocano con forza le assunzioni di personale sanitario perché l’inadeguatezza delle piante organiche, resa ancora più evidente dal periodo estivo durante il quale, a spizzichi ed a mozzichi, il personale ha goduto di un periodo di ferie, non consente una assistenza sanitaria secondo i comuni standard di qualità.
Molto spesso il personale medico elude la normativa europea sugli orari di lavoro e questo fatto, colpevolmente conosciuto e sottaciuto, è l’unico modo per far fronte alle necessità di assistenza sanitaria e di copertura dei turni di servizio. In alcune Regioni c’è la guerra tra i vari soggetti interessati sulla chiusura degli ospedali. Si combatte politicamente sulle decisioni. Ma, il nocciolo del problema è che gli ospedali sono molti numericamente ma in alcune aree il numero di posti letto è insufficiente.
Leggo su alcuni giornali delle polemiche specifiche sul numero degli ospedali. Può essere giusto, e sicuramente lo è, ridurne il numero complessivo, specie di quelli sotto gli standard, e questo garantirebbe maggiore sicurezza per i pazienti e ridurrebbe i costi di gestioni. Ma non si può di conseguenza eliminare quei posti letto dalla disponibilità delle persone. Esiste uno standard di posti letto per abitanti ed a questo bisogna attenersi. Non si è bravi amministratori quando si chiudono gli ospedali e pensare, così, di operare il risparmio. Questa è una soluzione alla portata di tutti.
Si è bravi amministratori della cosa pubblica quando, chiusi gli ospedali, si trasferiscono quei posti letto rivenienti dalla chiusura, ed il relativo personale, su altri ospedali più accorsati. Non si può fare cassa sulla pelle dei cittadini e su quella degli operatori sanitari. Le persone che si ricoveravano in quegli ospedali ed ora non hanno più il posto letto, dove vanno? Vanno a premere sugli ospedali superstiti che non possono ricoverare perché i posti letto sono tutti occupati. E smettiamola con la menata dei ricoveri impropri perché ormai si è capito che serve solo all’amministratore di turno per giustificare ciò che a volte è ingiustificabile. I medici sanno ormai molto bene come centellinare i pochi posti letto che hanno a disposizione per i ricoveri. Spesso prendendosi dei seri rischi personali che, a volte, sono quei casi di malasanità, così enfatizzati dalla stampa, e figlia della impossibilità di poter lavorare con serenità e con adeguatezza di mezzi, compresi i posti letto. Penso che la Gente debba ormai rendersi conto che le risorse per garantire una adeguata assistenza sanitaria sono limitate.
Che lo Stato non riesce più ad investire sul settore capitali idonei e, questo, porta a grosse difficoltà nell’assistenza delle persone e nell’erogazione dei servizi, specie a carico dei più fragili e meno abbienti. Ma questa scarsezza di mezzi non deve riflettersi anche sulla qualità del lavoro degli operatori sanitari. E’ ora di dire basta ai turni massacranti, all’impossibilità di prendere ferie e congedi secondo necessità, senza parlare poi dei rischi che si corrono ad operare in un sistema nel quale la carenza di mezzi obbliga ad inventarsi i modi migliori per poter garantire un’assistenza sanitaria che ci permette ancora di primeggiare in Europa.
Questa primazia, non è un livello qualitativo riveniente dall’impiego di risorse. E’ un livello qualitativo espressione dell’alta professionalità espressa dagli operatori sanitari ed in primis dai medici.
Dr Franco Lavalle
Segretario USSMO (Universo Sanità Sindacato Medici Ospedalieri)
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