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Venerdì 02 SETTEMBRE 2016
Fertility Day. Il Comune di Bologna contesta la campagna del Ministero. “O cambia o non parteciperemo”
“Il Fertility day ci era stato presentato come un'occasione per parlare di maternità e paternità consapevole e supportata, a partire dalla salute”, ma “ci siamo trovati di fronte a messaggi che sembrano colpevolizzare chi arriva ad avere figli in età più adulta”, spiega l’assessore comunale alla Sanità Luca Rizzo Nervo.
Dopo le polemiche scoppiate sui sociale e sostenute da numerosi rappresentati politici sul Fertility Day, il comune di Bologna prende le distanze dall’iniziativa e annuncia che non sosterrà l’evento, se i messaggi della campagna che lo accompagna non saranno modificati.
“Il Comune di Bologna – spiega in una nota l’assessore comunale alla Sanità Luca Rizzo Nervo - ha risposto ad una richiesta di supporto organizzativo e logistico arrivata dal ministero della Salute per la realizzazione di questo evento. I contenuti dell'iniziativa, come sempre avviene in casi del genere, sono a cura di chi propone, in questo caso dello stesso Ministero”. Ma sul significato della giornata, secondo l’assessore, c’è stato una sorta di equivoco. E il risultato non piace al comune di Bologna.
“Il Fertility day – ha detto l’assessore - ci era stato presentato come un’occasione di informazione e comunicazione sulle malattie che possono incidere negativamente sulla fertilità, un'occasione per aumentare la consapevolezza sull'importanza della prevenzione e della precocità di cura di queste malattie, un'occasione di informazione e comunicazione sulla procreazione medicalmente assistita e su una migliore offerta sanitaria per le coppie con problemi di fertilità, prevedendo la realizzazione negli ospedali di unità operative dedicate alla medicina e alla chirurgia della fertilità e a percorsi semplificati per accedervi. E ancora un'occasione per confrontarsi con il tema attualissimo della denatalità, in Italia le nascite nell'ultimo anno sono scese sotto le 500 mila. E' un problema enorme visto il conseguente invecchiamento della popolazione e che trova però un contrasto attraverso una medicina adeguata, al servizio della scelta genitoriale, e con politiche familiari, fiscali, di conciliazione fra la professione e il lavoro di cura, altrettanto adeguate. Un'occasione quindi per parlare di maternità e paternità consapevole e supportata, a partire dalla salute”.
“Ci siamo invece trovati – ha spiegato - di fronte ad una campagna comunicativa, uscita solo negli ultimi giorni ad accordo fatto, con una clessidra e con messaggi che sembrano colpevolizzare chi arriva ad avere figli in età più adulta. Questo non è accettabile e tradisce una riflessione che doveva avere al centro la salute delle donne e degli uomini, delle madri e dei padri. Non si può banalizzare con semplificazioni, non condivisibili e fuorvianti, la complessità e la bellezza di una scelta come la maternità e la paternità che chiede politiche e non cartoline”.
Per voce dell’assessore il Comune di Bologna chiede quindi “con forza che si possa ritornare ai presupposti che hanno motivato la nostra collaborazione istituzionale e ad una coerenza con un'impostazione che troviamo snaturata dalla campagna di comunicazione, che non condividiamo. Senza questi presupposti sarà per noi impossibile confermare la collaborazione accordata”.
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