quotidianosanità.it

stampa | chiudi


Martedì 23 AGOSTO 2016
Asl AT. Coltivare l’orto per curare le dipendenze

Quattro gli appezzamenti a disposizione dell’Asl di Asti. L’obiettivo è aiutare i pazienti della Struttura delle Dipendenze a modificare in modo positivo il proprio stile di vita, creando spazi, attività e luoghi alternativi alle dipendenze. Al progetto hanno al momento aderito 4 pazienti.

L’Asl di Asti inizia un percorso di esperienza degli orti sociali. Un percorso che, spiega la Asl in una nota, “ha la duplice finalità di rappresentare un impegno del tempo libero e un'occupazione che permetta di portare a casa ortaggi a costo zero”.  

Ad avviare questo percorso è la Struttura Dipendenze dell'Asl AT che avvia questa esperienza con un anno di prova. L’Asl, avrà in uso di 4 appezzamenti di terreno situati in zona Borbore destinati dal Comune di Asti alle associazioni di volontariato/enti e non solamente ai singoli individui.

“Questo progetto – spiega la Asl - è stato fortemente voluto dal precedente Direttore Dr. Maurizio Ruschena, che ha intravisto in questa attività un'occasione per fronteggiare la crisi economica che ha avuto forti ricadute sulle fasce più deboli della società e di conseguenza su parte dell'utenza afferente al nostro servizio”.

L'avvio delle attività, sotto la direzione del dr. Luigi Bartoletti, vede coinvolte persone con problematiche di dipendenza da sostanze e/o da comportamenti additivi (ad es. gioco d'azzardo patologico).

L'intento è quello di offrire a questi pazienti “un’opportunità per modificare uno stile di vita improntato sovente sulla solitudine relazionale e sull'incapacità di organizzarsi in modo autonomo per creare spazi e luoghi alternativi all'uso di sostanze. C’è inoltre, in questo specifico settore,  un aspetto che ha a che fare con il nostro lavoro che richiede pazienza, capacità di cura e accudimento, rispetto del tempo per la valutazione dei risultati; proprio quello che, trasportato metaforicamente nell'attività di lavoro nell'orto, richiede la coltivazione, seppure elementare, di piantine e sementi”.

“La scommessa degli operatori della struttura e nostra – ha detto il Direttore generale dell’Asl AT,  Ida Grossi – è quella di incidere sul benessere di questi pazienti favorendo l'acquisizione di una capacità progettuale per la propria esistenza; l'orto diventa un progetto  con dei tempi da rispettare che non dipendono solamente da noi ma anche da fattori esterni che bisogna saper contemplare, occorre saper individuare strategie e conoscenze per raggiungere l'obiettivo finale e mettersi nuovamente in gioco a livello fisico”.  

La Struttura Dipendenze dell'Asl AT ha individuato tra i propri pazienti 4 persone che hanno aderito favorevolmente a questa proposta: “Alcuni non hanno esperienza in questo tipo di attività ma si sono messi in gioco, ottenendo ad oggi un buon risultato”.

© RIPRODUZIONE RISERVATA