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Sabato 30 LUGLIO 2016
“Ricercatori” e non “vivisettori”. Condannato sito web animalista per aver connotato negativamente i ricercatori biomedici
A stabilirlo è una sentenza della Cassazione a carico della promotrice di un sito internet contro l’utilizzo degli animali a scopo scientifico, che aveva utilizzato il termine “vivisettori” con chiara connotazione invettiva per definire i ricercatori di un istituto in cui vengono impiegati animali per esperimenti scientifici. LA SENTENZA
L’uso del termine “vivisezione” per apostrofare dispregiativamente la pratica della sperimentazione animale è ora legalmente considerata diffamazione. E’ di settimana scorsa la sentenza della Cassazione a carico della promotrice di un sito internet contro l’utilizzo degli animali a scopo scientifico, che aveva utilizzato il termine “vivisettori” con chiara connotazione invettiva per definire i ricercatori di un istituto in cui vengono impiegati animali per esperimenti scientifici.
La responsabile del sito aveva accostato la ricerca scientifica in toto alla pratica della “vivisezione”, dipingendola come pratica cruenta e inutile. “Niente di più lontano dalla realtà - commenta Dario Padovan, presidente di Pro-Test Italia, associazione di studenti e ricercatori che ha come fine la tutela della ricerca biomedica italiana -. Negli ultimi decenni, anche per la deprecabile pratica di dare più voce a chi polemizza e a chi urla rispetto a chi costruisce e lavora, è entrato nel lessico del mondo dell'informazione e della società questo termine intrinsecamente dispregiativo, con tutte le sue derivazioni, come vivisettore, per indicare chi lavora per la ricerca e che di fatto impiega la sua vita nella ricerca di cure di malattie gravi come la Sla, l'Alzheimer e migliaia di malattie rare”.
Dario Parazzoli, vicepresidente di Pro-Test Italia si rivolge al mondo dei media: “Ci appelliamo alla sensibilità professionale di chi lavora in campo giornalistico, ma anche politico e mediatico, chiedendo uno sforzo nel trattare i lavoratori di uno dei settori più strategici dell'economia italiana con il giusto rispetto, utilizzando per lo meno la corretta terminologia”.
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