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Lunedì 30 MAGGIO 2011
Diabete gestazionale: può essere previsto con 7 anni di anticipo
Alti livelli di glicemia e un peso elevato aumentano di quasi 5 volte il rischio che l’aspirante mamma sviluppi la patologia in gravidanza.
Basta conoscere i livelli della glicemia e il peso per sapere con largo anticipo se una donna svilupperà il diabete in gravidanza. È quanto emerge da uno studio pubblicato sull’American Journal of Obstetrics and Gynecology che ha coinvolto 580 donne seguite per più di 10 anni.Secondo lo studio, il rischio di diabete gestazionale cresce di pari passo al crescere del numero di fattori di rischio comunemente associati a diabete o malattie cardiovascolari (alti livelli di glucosio nel sangue, ipertensione, sovrappeso) presenti prima della gravidanza. In più, il semplice eccesso di glicemia e peso aumenta di 4,6 volte il rischio di diabete gestazionale rispetto alle donne che si trovano nel range di normalità.
“Il nostro studio indica che il profilo di rischio cardio-metabolico di una donna valutato tramite fattori che vengono controllati routinariamente, come glicemia, pressione, colesterolo, peso, potrebbero essere sufficienti per identificare le donne ad alto rischio verso cui mettere in pratica strategie di prevenzione primaria o di gestione precoce del diabete gestazionale”, ha affermato la principale autrice dello studio, Monique Hedderson della Kaiser Permanente Division of Research di Oakland in California.Lo studio potrebbe avere quindi un’applicazione clinica immediata e permettere di prevenire numerose complicazioni. Le donne che sviluppano diabete gestazionale, infatti, sono a più alto rischio di diventare diabetiche una volta portata a termine la gravidanza. Inoltre il disturbo può influire anche sull’esito della gravidanza aumentando il rischio di cesareo e parto pretermine, tanto che si stima che negli Usa il 7 per cento delle complicazioni in gravidanza siano conseguenza più o meno diretta del diabete gestazionale. Inoltre la presenza di diabete gestazionale aumenta il rischio che il nascituro nel corso della vita sviluppi a sua volta diabete, obesità o malattie metaboliche.
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