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Venerdì 27 MAGGIO 2011
Usa: è allarme ipertensione. Tra i 24 e i 32 anni colpisce una persona su 5
È quanto emerge da uno studio finanziato dai National Institutes of Health. Per gli autori il messaggio è chiaro: non si è mai troppo giovani per controllare la pressione e mettere in atto comportamenti di prevenzione.
Dovrebbe essere un’età in cui l’organismo va ancora come un orologio. E invece, tra i 24 e i 32 anni già il 19 per cento degli americani è iperteso.
È questo il risultato a dir poco allarmante del National Longitudinal Study of Adolescent Health (Add Health), uno studio finanziato dai National Institutes of Health che dà un’ulteriore conferma del fatto che le giovani generazioni rischiano di star peggio dei loro genitori.
Lo studio, pubblicato sulla rivista Epidemiology, ha analizzato i dati relativi a 14 mila americani di ambo i sessi. Il primo dato balzato agli occhi dei ricercatori è stata la prevalenza del disturbo: il 19 per cento. I maschi hanno presentato un rischio decisamente più alto (27% contro l’11% delle femmine); così come i giovani con un più basso grado di istruzione (era iperteso il 22% delle persone che non aveva frequentato il college a fronte del 17% di quanti avesse conseguito questo titolo di studio). Non meno importante, tuttavia, è il fatto che circa la metà degli ipertesi non aveva idea di avere la pressione alta.
“Questi risultati sono di straordinaria importanza perché indicano che molti giovani sono a rischio di sviluppare malattie cardiache, ma, allo stesso tempo, non sono consapevoli di essere ipertesi”, ha affermato Quynh Nguyen, il primo firmatario dello studio.
I risultati dello studio Add Health giungono a pochi giorni da quelli del National Health and Nutrition Examination Survey che fotografava per questa classe di età una prevalenza nettamente minore di ipertensione (il 4%). Le differenze per ora restano inspiegabili, ma è già polemica negli States su quali dei due dati sia quello esatto. “Abbiamo preso in considerazione diverse possibili spiegazioni per le differenze tra i due studi - ha affermato la coordinatrice dello studio Add Health Kathleen Mullan Harris - le caratteristiche dei partecipanti, il luogo in cui sono stati visitati, il tipo di strumento impiegato per misurare la pressione. E nessuno di questi fattori può aver influito sulle differenze tra i due studi”
Il mistero quindi per ora rimane. Tuttavia, ha precisato Harris, “Anche se i risultati degli studi sono diversi, il messaggio è chiaro. I giovani adulti e i medici che li visitano non dovrebbero presumere che sono ancora troppo giovani per avere la pressione alta. Si tratta di una condizione che comporta lo sviluppo di malattie croniche, morte prematura e costosi trattamenti medici”.
Non solo. Lo studio potrebbe fare ulteriore chiarezza sull’insorgenza dell’ipertensione: “i nostri risultati mostrano che i processi che danno inizio a questo problema cominciano più precocemente di quanto pensassimo. Tuttavia, si tratta di un problema prevenibile, per questo è importante misurare la pressione in giovane età per evitare i costi per la salute e per la società successivamente”.
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