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Mercoledì 13 LUGLIO 2016
Campania. Tetti di spesa, contratti lumaca. E De Luca va a Roma dal Mef

Nodo contratti tra Asl e centri convenzionati. Ai commissari Polimeni e D’Amario che si trincerano dietro i veti del Ministero dell’Economia a mettere nel piatto più risorse e garantire transazioni sulle partite in contenzioso risponde d’anticipo il governatore De Luca che ieri è andato a Roma a verificare di persona possibili interventi tecnici da perorare anche sul piano politico. 

“A Roma al Mef abbiamo tenuto una riunione importante – avverte il presidente della Regione Vincenzo De Luca dai microfoni di Radio Kiss, Kiss – per affrontare i problemi dei contratti dei centri accreditati che non sono stati ancora firmati. La posizione dei commissari, come è noto, non la condivido e poiché Polimeni e D’Amario fanno risalire le difficoltà di concludere ai paletti del ministero dell’Economia sono andato a Roma a discuterne”. Sul tavolo, rivela il governatore ai microfoni dell’emittente radiofonica, anche i 700 milioni di debiti accumulati negli anni dall’Eav che sebbene oggi in pareggio di bilancio deve mettere in campo un Piano di rientro. De Luca ha chiesto un’anticipazione di cassa per consentire all’ente di gestire al meglio il delicato snodo gestionale.
 
Intanto ieri c’è stato un nuovo faccia a faccia tra i commissari e le associazioni di categoria  per venire a capo del rebus della regolamentazione dell’assistenza Riabilitativa (semplice e per gli handicap gravi) e sociosanitaria (per anziani e disabili in Rsa). Ma si registra ancora un nulla di fatto (riunione aggiornata a martedì prossimo), con Polimeni che ha tirato fuori dal cilindro il modello di contratto del Lazio che risulterebbe però poco rispondente alla piattaforma rivendicativa messa nero su bianco in un dettagliato documento unitario firmato dal coordinamento delle associazioni di categoria di cui è portavoce Pierpaolo Polizzi (presidente Aspat) e a cui hanno aderito Confindustria Campania, Aiop (Case di cura), Anisap, Anpric, Confapi (piccole imprese), Fras e Agidae (istituti religiosi).
 
Tra i punti critici contestati innanzitutto la decisione di Polimeni e d’Amario di stralciare la disciplina relativa al biennio 2014-15 che, in regime di proroga, ha trascinato anche nel 2016 le contestatissime tariffe e i relativi tagli decisi sin dal 2014 dalla struttura commissariale guidata dagli ex commissari Caldoro e Morlacco.
 
Qui si pone il principale nodo politico posto dal Governatore De Luca che nei giorni scorsi ha puntato il dito in maniera netta sul lavoro di programmazione della struttura commissariale ancora in alto mare.
 
All’indice anche la decisione di separare i tavoli di contrattazione della riabilitazione complessa la quella semplice (Fkt) il cui tavolo non si è mai riunito e che invece i rappresentanti di categoria vorrebbero contestualizzato alla riabilitazione e al sociosanitario in quanto funzionalmente collegati nella rete dei centri che si occupano di tale assistenza.
Tra i nodi irrisolti l’incompleta analisi, a monte, del reale fabbisogno di prestazioni di riabilitazione che non tiene conto dal fatto che le 392.000 prestazioni previste su base annuale sono riferite ai setting assistenziali ambulatoriale e domiciliare che andrebbe riferito agli utenti in età evolutiva ma che non tiene conto delle liste di attesa. Il riequilibrio, ancora al palo, nell’assegnazione alle Asl del fondo sanitario regionale che dovrebbe seguire il criterio della quota capitaria di ciascuna Asl (in base alla popolazione residente) e quello della conta delle prestazioni che ciascuna Azienda ha assicurato nell’esercizio precedente al fine del conseguimento dei Lea (Livelli essenziali di assistenza) che ha finora penalizzato le asl di Benevento, Napoli 1, Napoli 2 Nord e Napoli 3 Sud (Alla sola Napoli 1 andrebbero restituiti 5 milioni di euro sulla programmazione annua).
 
E ancora la correzione di errori formali che ad esempio nel 2014 hanno indebitamente sottratto 1,36 milioni di euro al fondo della riabilitazione della Asl di Castellammare. Non va meglio sul fronte delle Case di cura che non hanno sottoscritto alcun contratto in attesa di un adeguamento del fondo considerato sottostimato per almeno 40-50 milioni di euro “con l’aggravante – sottolinea Sergio Crispino, presidente di Aiop Campania - che le Case di cura a differenza dei centri diagnostici e laboratori territoriali non possono fermarsi dopo l’estate all’esaurimento dei tetti di spesa e rifiutare i ricoveri”. Polimeni e D’Amario, in costanza di spending-review, sono disponibili a mettere nel piatto risorse aggiuntive solo per garantire l’alta specialità.
 
“Siamo in attesa di essere convocati anche per la specialistica (laboratori, centri radiologici, radioterapia, diabetologia ) - avverte Bruno Accarino leader del sindacato Radiologi – allo stato abbiamo formalizzato accordi, solo per il 2015 e limitatamente alla specialistica ma per il 2016-2017 è tutto fermo e lavoriamo in regime di proroga mentre settembre si avvicina. Una programmazione lumaca che non aiuta, anche i controlli mensili inaugurati nelle settimane scorse utilizzano una piattaforma, la Saniarp di Caserta, non omogenea in tutte le Asl e non la più efficiente laddove i controlli a Salerno e Avellino funzionano benissimo. Certo non si può fare tutto con uno schiocco di dita ma anche questa estenuante lentezza è preoccupante”.
 
Una lentezza che la Regione dal canto suo sta provando a scuotere a suon delibere. L’ultima in ordine di tempo prevede che l’assistenza sociosanitaria erogata dalle Rsa (remunerata ai centri per metà dalle Asl e per metà dai piani di zona dei Comuni) veda ufficiale pagatore le sole Asl che tornano ad essere unico interlocutore dei centri accreditati. “Un provvedimento – conclude Polizzi – che grazie a De Luca attua quanto previsto dall’articolo 20 al collegato alla Finanziaria regionale che ha istituito un nuovo capitolo di spesa con variazioni compensative tra le dotazioni finanziarie che ci consente di superare lo scoglio della cronica insolvenza dei Comuni".   Sullo sfondo resta l’appuntamento dei commissari a fine luglio al tavolo interministeriale di verifica del Piano di rientro. 
 
 
 
 
Ettore Mautone 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

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