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10 LUGLIO 2016
“Stop alla sanità a due velocità. Riequilibrare le risorse per garantire articolo 32 in tutta Italia”. Fnomceo in campo per la sanità del Sud
Approvato dal Consiglio Nazionale della Federazione degli ordini dei medici un ordine del giorno per “eliminare le diseguaglianze di Salute, create da una non equa distribuzione delle risorse che (penalizzando in particolar modo le Regioni del Sud) e che ha portato ad avere 21 Sistemi Sanitari diversi”. L'Ordine dei medici dopo la mobilitazione del 2015 torna a chiedere un'inversione di rotta nelle politiche per la Salute. TESTO ODG
“Eliminare le diseguaglianze di Salute, create da una non equa distribuzione delle risorse che – penalizzando in particolar modo le Regioni del Sud – ha portato ad avere 21 Sistemi Sanitari diversi”. È questo l’obiettivo di un Ordine del giorno, approvato a maggioranza dal Consiglio Nazionale della Fnomceo, riunitosi l'8 e 9 luglio a Roma, che ha dato mandato al Presidente e al Comitato Centrale di “sollecitare il Governo e le Regioni a rivedere i criteri e i meccanismi di distribuzione delle risorse sull’intero territorio nazionale per garantire il diritto alla Salute sancito dall’articolo 32 della Costituzione”.
I medici tornano quindi a dire "basta" a Governo e Regioni dopo la mobilitazione dello scorso novembre.
“Al Sud purtroppo si muore di più e si vive meno in salute – spiega Filippo Anelli, promotore, insieme a molti Presidenti degli Ordini meridionali, dell’Ordine del giorno -. E a dirlo non siamo solo noi, ma i rapporti dell’Istat, del Censis, gli studi Eurocare, la stessa Corte dei Conti. Questo deriva da una serie di carenze strutturali e organizzative che hanno portato a una caduta drammatica delle condizioni della nostra Sanità”.
Due le richieste e gli auspici del Consiglio Nazionale: “Un aumento del finanziamento del SSN adeguato e coerente con le sue finalità istitutive e una sua equa ripartizione in Sanità”.
In che modo? “Attraverso una revisione dei criteri di attribuzione delle risorse, in nome e in coerenza con l’articolo 3 della Costituzione italiana, secondo cui è compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli che limitano l’eguaglianza dei cittadini”. E questo, secondo il Consiglio Nazionale, non può che avvenire con una ridefinizione dei parametri di attribuzione del fondo sanitario, che tenga in considerazione “fattori socio-economici come la povertà e la scarsa consapevolezza culturale o le condizioni ambientali”.
“Gli attuali criteri di ripartizione del fondo – conclude Anelli – devono essere rivisti per consentire una standardizzazione del sistema, superando il divario che separa le Regioni del Sud dal resto d’Italia”.
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