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Martedì 05 LUGLIO 2016
Patto Salute, contratti e precariato. “Ora basta promesse”. Ultimatum Intersindacale a Governo e Regioni

I sindacati della dirigenza medica, veterinaria e sanitaria chiedono al Governo di rispettare gli impegni presi il 9 marzo scorso e alle Regioni di trovare una soluzione condivisa all’art. 22 del Patto. Tra le priorità da affrontare la questione del finanziamento al Ssn, una soluzione vera per i precari, integrazione ospedale territorio, standard personale e rispetto orario di lavoro. E poi, naturalmente contratto e convenzione

L'Intersindacale Medica, Veterinaria e Sanitaria, nella sua piena compattezza, ha urgenza di capire quale destino Governo e Regioni vogliano riservare al SSN, ed ai professionisti che operano al suo interno.
 
La vicenda del confronto in merito all’art. 22 ha mostrato mancanza di condivisione di obiettivi tra Ministero della Salute e Regioni, le quali hanno, di fatto, eluso ogni tentativo di modifica sostanziale del sistema formativo, per riproporre l’accesso al SSN di medici senza specializzazione, con l’obiettivo, neppure tanto mascherato, di avere forza lavoro sottopagata per coprire i turni di guardia.
 
Il tutto accompagnato da un richiamo al Ministro Lorenzin a riportare l’art. 22 ad un confronto tra istituzioni, negando ogni ruolo ai sindacati medici, ancora in attesa di una risposta alla richiesta di incontro da tempo inoltrata alla Commissione Salute.
 
L’Intersindacale ha obiettivi unitari chiari e solidi:
- assicurare i migliori livelli di prevenzione e assistenza sanitaria ai cittadini, partendo dall’inversione delle politiche di definanziamento del SSN, fermando l’arretramento della sanità pubblica che va a discapito dei cittadini, cui viene negato un diritto, e dei professionisti, destinatari di un finanziamento contrattuale al massimo ribasso e di un peggioramento delle condizioni di lavoro.

- prosciugare la palude del precariato e dei contratti atipici, creata dalle Regioni, e garantire il turn over del personale medico, veterinario e sanitario, anche al fine di assicurare il trasferimento di preziose competenze professionali.

- mettere a punto un modello organizzativo che realizzi in maniera contestuale una reale integrazione ospedale-territorio, in un percorso di continuità assistenziale in cui i due settori siano considerati come parti diverse ma non separate di uno stesso sistema.

- aprire il confronto sulla definizione di standard di personale, o livelli essenziali organizzativi, validi per tutto il territorio nazionale.

- garantire la applicazione piena ed omogenea della normativa in tema di orario di lavoro.
 
Centrale è infine il tema del rinnovo della Convenzione e del Contratto di lavoro della dirigenza, che, attivate le aree, non può essere rimandato oltre, facendo chiarezza sulle disponibilità economiche, nonché sul mantenimento dell’integrità dei fondi per la parte accessoria degli stipendi, evitando il rischio di cumulare una sottrazione sostanziosa con un finanziamento esiguo. Elementi indispensabili per iniziare a ragionare sul contratto, altrimenti non si va da nessuna parte.
 
L’Intersindacale ha accettato di non irrigidire e di razionalizzare le proprie molteplici rivendicazioni, ha favorito la riorganizzazione dei servizi di molte Regioni, ha sopportato l’eclissi di corrette relazioni sindacali. Grazie ad una volontà comune di trovare soluzioni in un campo reso difficile dalle oggettive condizioni economiche, dove molti si affacciano e opportunisticamente giocano di rimessa.
 
E’ tempo che le promesse fatte dal Governo nella Sala Verde di Palazzo Chigi il 9 marzo, trovino attuazione, iniziando, quanto prima, dalla trasformazione, che tocca al Ministro Lorenzin, della sintesi largamente condivisa sull'art. 22. in un disegno di legge delega.
 
Governo e Regioni sappiano che i medici, i veterinari e i sanitari che lavorano nella e per la sanità pubblica sono stanchi di lavorare male e di essere trattati sempre peggio. E i cittadini, quando sono chiamati al voto, giudicano i governi, sia Nazionale che Regionale, anche in relazione a quello che è stato fatto, o non fatto, per proteggere la loro salute.
 
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