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Giovedì 23 GIUGNO 2016
Fegato. Anche la genetica influenza l’esito del trapianto

Lo dimostra uno studio del Centro di Trapianti di Fegato universitario dell’ospedale Molinette di Torino appena pubblicato su “Transplant International”. Sotto la lente in particolare i pazienti affetti da epatite HCV. Con certe caratteristiche genetiche hanno un maggior rischio fallimento del trapianto.

Anche alcune caratteristiche genetiche possano influenzare l’esito del trapianto di fegato. Lo dimostra uno studio del Centro di Trapianti di Fegato universitario dell’ospedale Molinette di Torino (Antonio Amoroso – Renato Romagnoli), appena pubblicato sulla prestigiosa rivista internazionale “Transplant International”.

Lo studio analizza l’esito di circa mille trapianti di fegato, seguiti per un periodo di almeno 10 anni. In particolare lo studio si concentra sui pazienti che hanno ricevuto un trapianto perché affetti da cirrosi dovuta all’infezione del virus C dell’epatite (HCV). “Questi – spiega una nota della Città della Salute - rappresentano circa il 40% di tutti i trapianti analizzati, e per essi l’esito del trapianto è meno buono, a causa della recidiva dell’infezione sul nuovo fegato – cosa peraltro già nota. La novità dello studio consiste nell’aver identificato che è soprattutto un sottogruppo di questi pazienti ad essere particolarmente svantaggiato: è la combinazione di 2 varianti genetiche che facilita la reinfezione e la perdita precoce del trapianto”.

“La ricaduta di questo studio – conclude la nota - consentirà di attuare contromisure per questi pazienti particolarmente svantaggiati, come ad esempio il tempestivo trattamento con i nuovi farmaci anti-HCV ad azione diretta”.

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