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Giovedì 23 GIUGNO 2016
Nomine Dg Ssn. Federsanità Anci: “Norme condivisibili ma no a limite 65 anni per accesso a elenco”
Audizione informale ieri in Commissione Igiene e Sanità del Senato per Federsanità. "Si rende necessario promuovere un profilo di alta dirigenza che condivida i fondamentali di una sanità efficiente". No al limite di età per l’accesso all’Elenco, stabilito in 65 anni. "Incomprensibile in una fase storica in cui si va prolungando l’età di pensionamento per la generalità della popolazione, in relazione all’accrescimento della durata media e qualità della vita".
In merito allo schema del decreto legislativo sulle nomine dei manager della sanità Federsanità ANCI ritiene che "la riproposizione di un provvedimento (che nello spirito risale ai primi anni ’90) sia condivisibile rispetto alle moderne esigenze evolutive del SSN e dei Sistemi Regionali che richiederebbero una governance moderna; ben interpretata dalla proposta di un Elenco Nazionale dei Direttori Generali delle Aziende Sanitarie e Ospedaliere".
"Ringraziamo tutta la Commissione XII del Senato per l’accoglienza e l’attenzione con la quale hanno voluto ascoltare la nostra posizione e i nostri suggerimenti nell’ambito dell’esame dell’Atto del Governo 305 (Incarichi direttoriali nel Servizio Sanitario Nazionale)"-. Così Angelo Lino Del Favero, presidente di Federsanità ANCI ed Enrico Desideri, Vice Presidente Vicario alla fine dell’Audizione informale che si è svolta ieri 22 giugno nel pomeriggio presso la Commissione Igiene e Sanità pubblica del Senato.
La riorganizzazione dei modelli Regionali comporta infatti una consistente riduzione del numero delle Aziende Sanitarie ed un importante aumento della loro dimensione demografica e conseguente complessità gestionale. Per Federsanità non si può non considerare come la prospettata riforma costituzionale sia finalizzata a perseguire inevitabilmente una maggior omogeneità dei modelli di erogazione dei servizi Regionali superando le attuali distorsioni anche nel garantire i LEA sull’intero territorio nazionale. "Si rende necessario pertanto - scrivono in una nota da Federsanità Anci - promuovere un profilo di alta dirigenza che condivida (al pari degli altri sistemi di servizi) i fondamentali di una sanità efficiente nell’impiego delle risorse ed efficace nella qualità delle prestazioni, basate sull’evidenza clinica/ scientifica e sulla centralità del paziente nei processi assistenziali. A tale proposito si ritiene di fondamentale importanza l’attività formativa propedeutica all’incarico finalizzata a fornire gli strumenti essenziali per il governo di strutture ad alta complessità".
"Federsanità - prosegue la nota - offre la propria disponibilità ad ogni forma di collaborazione, ponendo al servizio del SSN l’esperienza acquisita in questi anni soprattutto nell’ambito dell’integrazione socio sanitaria e nella gestione delle reti di servizi".
"La figura del Direttore Generale - proseguono da Federsanità -, secondo gli ormai consolidati pronunciamenti giurisprudenziali, ha una valenza eminentemente tecnico professionale che entra nella “vita del rapporto” con tutte le caratteristiche giuridiche della dimensione professionale, superando distorsivi principi spoil system destabilizzanti per il sistema, che possono favorire un’impropria “politicizzazione” (“cattiva politica”) della gestione aziendale; diviene, pertanto, evidente che la scelta del DG non può essere totalmente libera e discrezionale bensì legata (come la sua valutazione dell’operato) a fattori oggettivi che trovino riscontro nella letteratura manageriale e sanitaria".
Federsanità Anci esprime netta contrarietà al limite di età per l’accesso all’Elenco, stabilito in 65 anni. "Tale limite - scrivono - diviene incomprensibile in una fase storica in cui si va prolungando l’età di pensionamento per la generalità della popolazione, in relazione all’accrescimento della durata media e qualità della vita".
Considerazioni di Merito e Proposte
- La figura del Direttore Generale, secondo gli ormai consolidati pronunciamenti giurisprudenziali, ha una valenza eminentemente tecnico professionale che entra nella “vita del rapporto” con tutte le caratteristiche giuridiche della dimensione professionale, superando distorsivi principi spoil system destabilizzanti per il sistema, che possono favorire un’impropria “politicizzazione” (“cattiva politica”) della gestione aziendale; diviene, pertanto, evidente che la scelta del DG non può essere totalmente libera e discrezionale bensì legata (come la sua valutazione dell’operato) a fattori oggettivi che trovino riscontro nella letteratura manageriale e sanitaria.
- La dimensione del rapporto è evidentemente collegata al risultato, in virtù degli obiettivi da raggiungere, delle verifiche periodiche da superare, della valutazione di una professionalità che è opportuno sia verificata prima che il soggetto dia la propria disponibilità a partecipare come previsto dalla norma a successivi bandi regionali. Al riguardo si condivide la determinazione nel fissare principi rigorosi per l’ammissione all’Elenco Nazionale. Si auspica comunque che i principi di valutazione non si basino prevalentemente sul sapere (pubblicazioni, docenze ecc…) ma anche in modo significativo sulla documentazione di “aver saputo fare” e di possedere i requisiti di esperienza e competenza necessari per governare situazioni complesse, in particolare si sottolinea la dimensione sanitaria, economica-gestionale e relazionale.
- Nella dimensione di valutazione regionale si auspica l’adozione di criteri che garantiscano oltre le conoscenze di natura accademica anche la capacità di gestire l’azienda oggetto dei vari bandi. Lo stesso vale per la selezione dei direttori sanitari e amministrativi, figure portanti dei sistemi sanitari e garanti della tenuta del sistema, soprattutto nella fase attuale di trasformazione, volta ad assicurare con soluzioni innovative la sostenibilità del sistema ed il mantenimento dei livelli qualitativi e di sicurezza del paziente.
- Si esprime netta contrarietà al limite di età per l’accesso all’Elenco, stabilito in 65 anni. Tale limite diviene incomprensibile in una fase storica in cui si va prolungando l’età di pensionamento per la generalità della popolazione, in relazione all’accrescimento della durata media e qualità della vita. Tanto meno è comprensibile in presenza di norme specifiche - recentemente approvate - che consentono ai dirigenti sanitari del SSN di fare richiesta di trattenimento in servizio fino al 70° anno di età. Se viene riconosciuta ad un chirurgo l’abilità di operare, si può prevedere anche la possibilità di avvalersi dell’esperienza di un direttore generale che ha superato i 65 anni, sempre che abbia delle qualità di far valere e risulti idoneo alla selezione.
Lorenzo Proia
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