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Sabato 18 GIUGNO 2016
Brexit sì o no? La sanità al centro dello scontro tra le due fazioni dei Leave e dei Remainers

A pochi giorni dal referendum che potrebbe sancire l’uscita dalla UE del Regno Unito, il Nhs è al centro delle discussioni tra i due schieramenti. Pro Brexit e sostenitori della permanenza in Europa preoccupati entrambi per i destini della sanità pubblica. Ma ovviamente in modo e con tesi opposte

L’assassinio della deputata laburista Jo Cox ha scosso il Regno Unito. Ci si interroga dove sta portando questo clima di odio e di richiamo nazionalista all’autosufficienza, di separatismo in un mondo globalizzato.
Verità e menzogne se ne dicono a valanga. Ci si interroga su chi ha torto e chi ragione.
 
Accade anche sulle sorti del NHS. La Dr. Sarah Wollaston deputato conservatore, un ex medico di famiglia , presidente del comitato ristretto della Sanità, alla Camera dei Comuni, una delle voci più autorevoli sul NHS, ha deciso di non seguire i suoi colleghi su Brexit, ma di votare Remain, il 23 giugno.
 
La campagna di coloro che vogliono uscire dalla Ue sta facendo affermazioni circa il NHS, false e menzognere. Lei non ci sta.  
 
Che cosa dice la campagna Leave?
Hanno messo il NHS al centro della loro tesi. Essi si sono impegnati a reindirizzare 5,2  miliardi di sterline di costi  pagati ogni anno dalla Gran Bretagna all'Unione europea, verso il NHS. Dicono anche che la migrazione dalla UE ha aumentato la pressione sul servizio sanitario, allungando le code in A & E e presso gli ambulatori medici. 
 
E i Remainers?
Non si sono concentrati tanto sul NHS, ma dicono che la probabilità di una scossa economica per il Regno Unito in caso di Brexit significherebbe che il governo avrebbe meno soldi per finanziare il servizio sanitario nazionale. Essi sottolineano anche che 130.000 cittadini non britannici, provenienti dalla UE lavorano in sanità e assistenza sociale, il cui status di visto permanente sarebbero incerto se il Regno Unito lasciasse l'Unione europea.
 
Allora, chi sta dicendo la verità?
La maggior parte degli economisti indipendenti ritengono che Brexit porterebbe a uno shock economico per il paese che lascerebbe il governo scoperto della necessità di risorse tra i 20 e i 40 miliardi di sterline all'anno fino al 2020. I 5,2 miliardi dei sostenitori di Brexit sono una clamorosa bufala.
 
Il Regno Unito attrae molti lavoratori qualificati dall'Europa. Essi costituiscono circa il 10% dei medici NHS e il 4% degli infermieri. L'Istituto di studi fiscali (IFS), considerato dagli inglesi una fonte molto autorevole, indica che Brexit vale tra 380 e 770milioni di sterline a settimana di perdite, che vale molto di più del  dividendo che si paga per rimanere nell'Unione europea.
 
Se queste proiezioni hanno ragione, molto severamente il governo dovrebbe procedere al taglio di settori di spesa pubblica e cioè istruzione,  difesa, welfare, salute o qualcosa d'altro.
 
Wollaston, che inizialmente aveva sostenuto Brexit, ora ha compreso fino in fondo come nel suo paese il NHS entrerebbe in grande sofferenza, come qualsiasi altro servizio finanziato con fondi pubblici.
 
Che dire dell’immigrazione?
E’  senso comune che un aumento della popolazione aumenta le esigenze nei confronti del servizio sanitario. Il saldo migratorio da parte dell'UE è stato di 184.000 l'anno scorso. Sempre più persone nel paese significa che più persone potrebbero avere bisogno di assistenza sanitaria. In questo senso, la campagna Leave cerca di fare leva per favorire Brexit.
 
Ma è più complicato di così.
Prima di tutto, il sistema di assistenza sanitaria è finanziato con fondi pubblici, pagati dai contribuenti. Circa il 78 per cento del lavoro dei migranti dell'UE nel Regno Unito paga le tasse,  contribuendo al SSN.
I migranti sono anche giovani e in forma ed hanno meno probabilità di avere bisogno di NHS.
 
130.000 cittadini dell'UE lavorano nel servizio sanitario e di cura. La popolazione sa che si hanno maggiori probabilità di essere curati da un sanitario migrante che dover aspettare in coda con lunghe liste di attesa, già oggi nel NHS. Il cinque per cento della popolazione del Regno Unito sono cittadini UE di altri paesi  che si prendono cura nella riabilitazione, nelle cure di lunga durata e nella classe medica a diversi livelli.
 
La migrazione non è stato il più grande fattore di crescente pressione sul NHS negli ultimi anni - è stato l'invecchiamento della popolazione, con  pazienti che hanno ormai più probabilità di soffrire di malattie croniche, come le malattie cardiache, il cancro, le malattie respiratorie e la demenza man mano che si invecchia.
 
Simon Stevens, l'amministratore delegato dal governo alla supervisione del NHS in Inghilterra, ha avvertito che il NHS potrebbe essere colpito dall’ effetto Brexit sull'economia: "Sarebbe molto pericoloso se proprio nel momento in cui il NHS ha bisogno di ulteriori finanziamenti si aprisse una crisi economica e finanziaria”.
 
E il personale del NHS come si esprime?
Le principali organizzazioni sindacali, la British Medical Association e il Royal College of Nursing, non stanno prendendo una posizione ufficiale, anche se la BMA ha prodotto un documento per i medici sulle questioni europee che elenca molti più vantaggi che svantaggi per il NHS, la professione e la nazione, che provengono dall’ adesione all'UE. Il Royal College of Physicians, così come il Royal College delle ostetriche sostengono un voto per  rimanere nell’UE.Una rivista leader degli operatori sanitari ha esortato tutti i medici a votare per rimanere il 23 giugno giorno del referendum, sostenendo che il caso della salute per la Gran Bretagna di restare nell'Unione europea è schiacciante.
 
Il British Medical Journal ha dichiarato di aver preso “l'insolita iniziativa di intervenire in un dibattito politico “perché gli argomenti della campagna  sull’uscita della Gran Bretagna dalla UE e sui vantaggi  sul NHS, erano "semplicemente sbagliati" e ha avvertito che l’uscita dalla UE, vorrebbe dire meno soldi per l'assistenza sanitaria e una perdita di influenza sull'agenda farmaci e sulla ricerca.
La rivista ha citato stime dell'Economist Intelligence Unit che la spesa sanitaria sarebbe £ 135-a-testa inferiore dopo Brexit, a causa dei danni per l'economia in generale.
 
Dopo una serie di cinque settimane di articoli che analizzano i pro e i contro, il dibattito referendario sulla UE è stato finora caratterizzato da pregiudizi, distorsioni ed esagerazioni. Così fino al 23 giugno è più importante edonesto mostrare le ragioni, con dati alla mano, per cui votare perché la Gran Bretagna ha più interesse a rimanere un membro della UE, che ad uscire dalla stessa
 
Qual è la verità?
Per il NHS tutto torna al finanziamento. Il servizio sanitario è attualmente in una crisi finanziaria, senza precedenti, perciò  è lecito ritenere che con i fondi pubblici che potrebbero diminuire così come affermano economisti indipendenti, in caso di Brexit,  il NHS riceverebbe un colpo mortale  se si lasciasse l'Unione europea.
 Il NHS non è solo un beneficiario passivo di una forte economia, la salute è un fattore chiave per la crescita economica.
 
Sarah Wollaston è stata coraggiosa ed esplicita:
Sono addivenuta a questa decisione  ascoltando con attenzione le prove di entrambi gli schieramenti. Leaffermazioni circa la salute, dei sostenitori di brexit, sono state vergognose. Hanno deliberatamente messo, una menzogna finanziaria, al centro della loro campagna, affermando che l’uscita dalla UE avrebbe implicato una miniera d'oro per il NHS. E 'una promessa vuota e controproducente. Un'economia forte è sempre stata la pietra angolare del  finanziamento pubblico per il servizio sanitario nazionale. Una crisi economica, il NHS, così come il paese, non se la possono permettere.
Partendo dai fatti e ascoltando le prove, l'UE ha svolto un ruolo positivo nella promozione della buona salute sia che si tratti in termini di qualità dell'acqua e dell'aria, nella lotta all’inquinamento, o di ricerca scientifica per la quale il Regno Unito è chiaramente un beneficiario netto. Contribuiamo all’ 11% del bilancio di ricerca dell'UE e riceviamo il 16% del suo finanziamento.
 
Il Regno Unito svolge un forte ruolo di leadership nella sorveglianza, e nella risposta alle minacce per la salute, come dimostra la nostra capacità di rispondere alle epidemia di Ebola, salvando innumerevoli vite.I servizi, la ricerca e la tutela della salute pubblica potrebbero essere messi a rischio in caso di un voto che indichi di lasciare l'Unione europea.
 
Credo che la razionalità del nostro popolo e le prove che l'isolamento e l'instabilità di Brexit produrrebbero, dovrebbero essere un avvertimento per rimanere nella UE a difesa della salute.Ho anche dedicato tempo nelle ultime settimane osservando la professionalità e la cura del SSN al letto di mio padre che si è ripreso da un attacco di cuore con un triplo bypass.
 
Ho avuto il tempo per lunghe conversazioni all’interno dell’ospedale circa il referendum e il nostro posto in Europa. Ho notato attenzione quando invitavo a riflessioni più razionali che di protesta. L'UE, pur con tutte le sue imperfezioni, ci ha portato alla tutela della pace, ad uno sviluppo del modello sociale europeo, ad attraversare i lunghi anni della crisi senza esserne stritolati. L'uscita della Gran Bretagna, ed il rischio del suo collasso, non mi vedrà compartecipe. Abbiamo tutto il beneficio da un'Europa stabile”.
 
Questa è una campagna inutilmente aspra e divisiva. Ha anche evidenziato la scala della nostra disconnessione dalle istituzioni europee, che controllano tanti aspetti della nostra vita quotidiana, ma certamente hanno bisogno di ascoltare di più, la voce dei popoli, di tenerli insieme come voce del’intero continente. 
 
Se il risultato sarà un voto per rimanere, abbiamo urgente bisogno di consolidare tutti il rapporto con l’Europa, con una nuova Europa, all’insegna della crescita e dell’inclusione, prima di scivolare di nuovo nell’ indifferenza, o peggio negli egoismi nazionalistici e dunque nell’isolamento.
 
Grazia Labate
Ricercatore in economia sanitaria

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