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Lunedì 06 GIUGNO 2016
Tumore polmone. Studio di fase III di confronto con Alectinib, efficacia superiore a terapia standard

Primo studio “testa a testa” tra alectinib e crizotinib, trattamento standard, in pazienti con tumore polmonare non a piccole cellule (NSCLC) avanzato ALK traslocato. Alectinib ha dimostrato di ridurre del 66% il rischio di peggioramento della malattia (sopravvivenza libera da progressione, PFS) rispetto a crizotinib, in uno studio condotto su pazienti giapponesi.

Alectinib, farmaco orale che agisce inibendo l’attività chinasica di ALK (anaplastic lymphoma kinase), ha dimostrato di ridurre del 66% il rischio di peggioramento della malattia (sopravvivenza libera da progressione, PFS) rispetto a crizotinib, in uno studio condotto su pazienti giapponesi conl carcinoma polmonare non a piccole cellule (NSCLC) ALK-positivo avanzato o recidivante (rapporto di rischio [HR] = 0,34, 99 per cento IC: 0,17-0,70; p<0,0001).
 
Nei pazienti trattati con alectinib, alla chiusura dello studio, la PFS non era stata ancora raggiunta in quanto i pazienti trattati non erano ancora andati in progressione (95% IC: 20,3 mesi-non raggiunto), rispetto alla PFS mediana di 10,2 mesi (95% IC: 8,2-12,0) nei pazienti trattati con crizotinib. Il risultato emerge da un'analisi ad interim dello studio di fase III, J-ALEX, condotto su pazienti non trattati precedentemente con un inibitore dell’ALK. Nel medesimo studio, inoltre, alectinib ha causato meno eventi avversi e ha complessivamente dimostrato un profilo di sicurezza coerente con quello osservato in studi precedenti, senza effetti collaterali nuovi o inattesi.
 
“In Italia si stimano 41.000 nuovi casi all’anno di tumore al polmone e di questi, in circa il 6%, è presente il riarrangiamento di ALK. – commenta Marina Garassino, Responsabile Oncologia Toraco Polmonare del Dipartimento Medicina Oncologica della Fondazione IRCCS Istituto Nazionale dei Tumori di Milano - Questa alterazione genetica conferisce una particolare sensibilità delle cellule tumorali agli ALK inibitori, di cui crizotinib è stato il pioniere e rappresenta attualmente il trattamento standard per questi pazienti. I dati ci dicono che alectinib è molto superiore a crizotinib nel controllo della malattia e con una tollerabilità nettamente superiore. Dopo circa 10 mesi crizotinib cessa la sua attività, mentre alectinib dopo quasi due anni risulta ancora attivo in oltre il 50% dei pazienti. Ciò significa che alectinib sarà importante perché permetterà ai pazienti di cronicizzare la malattia solo con una pastiglia e salvaguardare, quanto è possibile, la loro qualità di vita. Attualmente, i risultati riguardano la popolazione asiatica, ma speriamo si confermino anche nella popolazione occidentale”.
 
"Questo è il primo studio che dimostra come alectinib aiuti i pazienti a vivere più a lungo, ritardando la progressione della malattia, rispetto a crizotinib - ha spiegato Sandra Horning, MD, Chief Medical Officer e Head of Global Product Development di Roche -. Crediamo che questi risultati, in termini di efficacia e sicurezza, rappresentino un significativo passo avanti per i pazienti con cancro del polmone ALK-positivo; naturalmente sottoporremo questi dati alla Food and Drug Administration americana e ad altre autorità regolatorie".
 
Alectinib ha già ricevuto l'approvazione accelerata dalla FDA lo scorso dicembre, per il trattamento di pazienti affetti da NSCLC ALK-positivo che abbiano avuto una progressione della malattia con crizotinib o siano intolleranti a questo farmaco. Con l’obiettivo di ottenere la piena approvazione come trattamento di prima linea, è attualmente in corso lo studio ALEX, randomizzato di fase III, che confronta alectinib con crizotinib in pazienti con NSCLC avanzato con traslocazione di ALK determinata mediante un test immunoistochimico (IHC) correlato, VENTANA ALK (D5F3) CDx Assay, sviluppato da Roche Tissue Diagnostics.
 
Lo studio J-ALEX
J-ALEX, condotto da Chugai, è uno studio randomizzato, in aperto, di fase III, nel quale sono state confrontate l'efficacia e la sicurezza di alectinib e di crizotinib in pazienti giapponesi. Nello studio J-ALEX sono stati arruolati 207 pazienti con carcinoma polmonare non a piccole cellule (NSCLC) ALK-positivo avanzato o recidivante che non erano stati precedentemente trattati con un inibitore di ALK. I pazienti sono stati randomizzati e suddivisi equamente nei due gruppi di trattamento. I risultati ottenuti sono i seguenti:
- alectinib ha ridotto del 66% il rischio di peggioramento della malattia (PFS) rispetto a crizotinib (HR = 0,34, 99% IC: 0,17-0,70; p<0,0001).
- La PFS mediana non è stata raggiunta nel gruppo trattato con alectinib (95% IC: 20,3 mesi-non stimato) rispetto a 10,2 mesi nel braccio crizotinib (95% IC: 8,2-12,0).
- Si sono verificati eventi avversi di grado 3-4 con maggiore frequenza nel gruppo con crizotinib rispetto al gruppo con alectinib (51 per cento rispetto al 27 per cento).
- L'evento avverso più comune, che si sia verificato con frequenza superiore al 30 per cento, con alectinib è stato la stipsi (36 per cento). I più comuni riscontrati con crizotinib sono stati: nausea (74 per cento), diarrea (73 per cento), vomito (59 per cento), disturbi visivi (55 per cento), alterazione del gusto (disgeusia; 52 per cento), stipsi (46 per cento) e un aumento degli enzimi epatici (ALT, 32 per cento eAST, 31 per cento). 

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