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Mercoledì 01 GIUGNO 2016
Autismo. Procura Trani: “Nessuna correlazione con i vaccini”. Ma scoppia la polemica sul parere fornito dai medici ai magistrati dove si parla di “pre analisi” opportune prima delle vaccinazioni. E Rezza (Iss) frena: “Non esiste nessun test predittivo”

Va verso l’archiviazione l’indagine dei magistrati su un presunto caso di associazione tra vaccini e autismo. Ma nel parere del pool di esperti si propongono analisi da effettuare sui soggeti a rischio prima delle vaccinazioni e si criticano linee guide Oms perché troppo ‘blande’. Affermazioni però smentite da Giovanni Rezza dell’Iss (uno degli esperti del pool). Lorenzin: “Finalmente procura Trani prende atto di ciò che la comunità scientifica internazionale ripete da anni”.

Vaccini e autismo: “Non c’è nessuna correlazione”. Un altro tassello in questo senso viene dalla probabile archiviazione di un’inchiesta della Procura di Trani che ha stabilito che non vi è correlazione tra autismo e vaccino pediatrico trivalente non obbligatorio contro morbillo, parotite e rosolia (Mpr).
 
La vicenda. L’indagine a carico di ignoti per ‘lesioni gravissime’ era stata avviata dopo la denuncia di una coppia di genitori pugliesi che avevano prodotto la consulenza di parte di un medico della Polizia di Stato che riteneva di aver stabilito che l’autismo che ha colpito i loro due figli (che oggi hanno 14 e 9 anni) fosse dovuta ad insorgenza post-vaccinale.
 
Ma le risultanze degli ulteriori esami disposti dalla Procura attraverso un pool di esperti e che si basano anche su un'indagine epidemiologica in Puglia, hanno indicato che i casi di autismo hanno colpito pure bambini non sottoposti a vaccino Mpr. Per questo il pm Ruggiero sta per chiedere l'archiviazione dell'indagine.
 
Ma un giallo è scoppiato intorno al parere degli esperti incaricati dalla Procura (Gianni Rezza dell’Iss e dai medici Aldo Ferrara, Francesca Fusco e Roberto Gava).
 
Da quanto pubblica La Stampa, nel parere fornito ai magistrati gli esperti pongono due questioni: la prima riguarda il fatto che servono esami ematochimici nei soggetti a rischio. Prima di eseguire le vaccinazioni “sembra razionale eseguire alcuni esami ematochimici nei soggetti a rischio e, in particolare, nei bambini piccoli”, in modo “da avere qualche elemento in più per capire se sono nella condizione di sopportare lo stress immunitario delle vaccinazioni senza rischi gravi per la salute”. Inoltre si riporta come “riferendosi agli esami ematochimici, i consulenti scrivono che “su questa linea molto sensata e basata sul principio di precauzione si era espressa anche la nostra Corte Costituzionale (sentenza n.258 del 20-23 giugno 1994) che diceva: `È necessario porre in essere una complessa e articolata normativa di carattere tecnico che individui esami chimico-clinici idonei a prevedere e prevenire possibili complicanze da vaccinazione´”. “Però - concludono i consulenti - la nostra circolare ministeriale del 7 aprile 1999 ha decretato che `Non si prevedono esami chimico-clinici da eseguire prima della somministrazione dei vaccini...´”. 
 
Altra sottolineatura degli esperti ha riguardato poi le linee guida Oms. “Numerosi studi scientifici, le linee guida dell’Oms e di Acip e Aafp non sembrano assolutamente adeguate per promuovere una corretta sicurezza vaccinale e per rispettare anche solo il `Principio di precauzione´ che dovrebbe invece essere un pilastro di ogni intervento sanitario”. “Stupisce moltissimo - scrivono i consulenti - che l’Oms e gli autorevoli Acip e Aafp si limitino semplicemente a dire che i vaccini non dovrebbero essere usati se il paziente ha febbre alta o altri segni di malattia grave (...)”. “Queste linee guida (dei tre organismi, ndr) sembrerebbero invece finalizzate solo a promuovere le vaccinazioni pediatriche focalizzandosi semplicemente sulla loro utilità nell’evitare quella specifica patologia per cui il vaccino è stato preparato”. 
 
“L’Oms - proseguono i consulenti - dimentica per esempio di consigliare una attenta e dettagliata raccolta anamnestica delle condizioni fisiologiche e patologiche del bambino, ma anche dei suoi familiari, unitamente ad una valutazione dell’ambiente in cui vive, su come viene alimentato e trattato e sulle caratteristiche psico-comportamentali dei genitori. A ciò si associa la frequente disattenzione sulle condizioni del bambino nei 40 giorni antecedenti l’inoculo vaccinale in relazione a comparsa di febbre, virosi, patologie esantematiche fruste, somministrazioni anche estemporanee di farmaci a qualunque livello immuno-interferenti quali, ad esempio, steroidi anche in formulazioni topica dermatologica, anche banali patologie, contratte in ambito scolastico o da nido materno”.  
 
Ma da Gianni Rezza, direttore del dipartimento di epidemiologia dell’Iss, da noi raggiunto al telefono, arrivano alcune precisazioni e smentite. “Al momento non sono in possesso dell’ultima versione del parere anche perché non ero io a guidare il pool di esperti. Ma se anche fosse ci dev’essere un ‘refuso’. In ogni caso il primo punto che si evidenzia in modo positivo è come la Magistratura con il parere della scienza abbia ribadito che non c’è alcuna associazione tra i vaccini e l’autismo”. Per quanto riguarda il parere nello specifico, Rezza non ha dubbi: “Non esiste nessun test predittivo che si possa fare per sapere se ci sono rischi da vaccini, che ricordo sono sicurissimi”.
 
Sulle critiche alle linee guida Oms Rezza poi precisa: “Nessuna critica, il punto che si voleva richiamare è come prima delle vaccinazioni sia importante fare un’anamnesi delle condizioni del bambino oltre che rispettare le linee guida. Ma soprattutto è fondamentale l’informazione ai genitori”.
 
 
A commentare la sentenza anche il Ministro della Salute, Beatrice Lorenzin che ha dichiarato all’Ansa: “Sono felice che finalmente la procura di Trani abbia preso atto di ciò che la comunità scientifica internazionale ripete da anni, e cioè che non c'è nessuna correlazione fra vaccini e autismo. In ogni caso è opportuno che sia sempre la scienza ad avere la prima ed ultima parola”.

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