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Lunedì 23 MAGGIO 2016
Vaccinazioni. Se vince la libertà di disinformazione
Gentile Direttore,
a Rimini lo scorso venerdì 20 maggio, nel corso del suo intervento all’Assemblea Generale Fnomceo, il Ministro Lorenzin in un suo passaggio ha fatto un accorato appello ai circa 600 medici presenti a sensibilizzare colleghi di ogni appartenenza e le famiglie con cui entrano in contatto sulla necessità delle vaccinazioni prima infanzia, che una volte si potevamo definire obbligatorie, ora nel panorama variegato dei vari sistemi sanitari regionali sono classificate anche come “facoltative” .
Ha sentito il dovere di farlo visto che l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha recentemente dedicato sull’argomento specifico alla nostra Italia un richiamo formale, dato che il Bel Paese è scivolato agli ultimi posti delle nazioni industrializzate nella classifica mondiale per tasso di bambini vaccinati.
La stessa OMS che ha ritenuto strategico promuovere la “Settimana mondiale delle vaccinazioni “ dal 24 al 30 aprile 2016, per incentivare l’immunità di gregge, per proteggere i bambini più delicati che sono protetti solo se tutti gli altri sono vaccinati, se la malattia semplicemente non c’è. Secondo i dati dell’Istituto Superiore di Sanità in Italia nel mese di ottobre 2014, sono stati segnalati 47 casi di morbillo, portando a 1620 i casi segnalati dall’inizio dell’anno, con un’incidenza maggiore in Liguria, seguita dal Piemonte, dalla Sardegna e dall’Emilia Romagna.
In Italia la copertura vaccinale è in calo anche per le vaccinazioni obbligatorie, ed è scesa nel 2014 sotto quel 95 per cento che, secondo le autorità sanitarie internazionali, garantisce l'immunità di gregge, ossia la copertura anche per chi, per ragioni immunologiche, non può essere vaccinato. La vaccinazione trivalente, contro morbillo, parotite e rosolia, è precipitata all'86 per cento«(Valeria Pini - Repubblica) . Esempi di minima per il quadro generale della situazione.
Per il sottoscritto rimane quindi un mistero su come sia potuto accadere pochi giorni fa che ad una trasmissione di RAI Due, Virus, quindi con l’attendibilità di una informazione che proviene da una rete televisiva nazionale sia stato invitato un esperto di musica leggera a esprimere giudizi su materie scientifiche mediche.
Permettere passaggi televisivi davanti a milioni di persone come “È demenziale obbligare a vaccinare i bambini" è secondo il sottoscritto “Libertà di Disinformazione”, l’esatto contrario della ragione di esistere di una rete RAI pagata con i soldi degli abbonati che ha come primo impegno non l’intrattenimento ma l’informazione e la relativa crescita culturale degli spettatori .
Da bambino mi hanno raccontato che ho imparato a leggere Topolino prima di andare a scuola seguendo il maestro Manzi autore e protagonista di “Non è mai troppo tardi “ trasmissione del pomeriggio per analfabeti in un’Italia fine anni 50 primi anni 60. Un’Italia che cercava di uscire dalla povertà con il boom economico, con il patrimonio inestimabile di tanti valori condivisi in cui le vaccinazioni obbligatorie per tutti erano la guerra alla poliomielite ed alla tubercolosi.
Io sono cresciuto nel rispetto del metodo scientifico, quello dimostrato e riproducibile, senza se e senza ma. Quindi tutta la mia solidarietà al collega Prof. Roberto Burioni, medico universitario che ha dedicato gran parte della sua vita professionale alla virologia, uno scienziato trascinato in una arena mediatica visto che nella puntata della citata trasmissione Virus del 12 maggio scorso doveva rappresentare “l’altra parte della verità” sui vaccini in questo assurdo confronto con un Disk Jockey.
Questa sana reazione con 5.000.000 di visualizzazioni sul web per il post di risposta sull’argomento di Burioni può essere utile alla diffusione della verità sulle vaccinazioni.
Concludo con una richiesta a tutti i lettori di chiedere le corrette informazioni in prima istanza al loro pediatra ed al loro medico di famiglia, che sono i primi veri e titolati interlocutori per i pazienti ed i loro figli ed un invito alla Commissione di Vigilanza RAI a considerare con attenzione, nella sua sovranità ed indipendenza, la qualità dell’informazione e le modalità di diffusione delle notizie attraverso la televisione, tuttora il più potente e capillare mezzo mediatico.
Esiste un Codice Deontologico anche per i Giornalisti, e mio padre che era uno di loro, mi ricordava sempre da ragazzo che “Le notizie devono essere diffuse rispettando il principio di veridicità, dopo aver costituito oggetto di verifica di rigore, e devono essere esposte, descritte e presentate con imparzialità “ come ho trovato riportato tanti anni dopo a livello Consiglio d’Europa 1/7/1993 - Etica del Giornalismo .
Dr. Giovanni Leoni
Presidente OMCeO Venezia
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