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Martedì 10 MAGGIO 2016
Giornata internazionale infermieri. De Filippo: “Faremo l’infermiere specialista”. Il 25 maggio si riapre confronto a 360° con la categoria
I miei migliori auguri ai 430mila infermieri italiani in occasione della giornata internazionale del 12 maggio. Il primo problema che si pone è quello di ridare la speranza di futuro professionale alle migliaia di giovani laureati degli ultimi anni che sono ancora in cerca di occupazione o sono utilizzati in modalità improprie, sottopagati con pochi diritti e molti doveri. A fine mese parte il Tavolo tecnico sulla professione infermieristica
In occasione della Giornata internazionale dell’infermiere vorrei inviare i miei migliori auguri alle oltre 430.000 infermiere ed infermieri che esercitano la professione più vicina di qualsiasi altra ai bisogni di salute degli individui di ogni età, sesso, confessioni religiosa e nazionalità. Non a caso Papa Francesco ha solennemente affermato che se Dio avesse le sembianze umane avrebbe quelle di infermiere così come l’altrettanto Papa più amato, Giovanni XXIII è stato infermiere prima di prendere i voti.
Alla vostra Professione in questi anni lo Stato e le Regioni hanno chiesto tanto in termini di alto impegno ed ottenuto tantissimo e molto di più verrà chiesto di misurarsi con le nuove sfide di profonda innovazione nell’organizzazione del lavoro avviata dall’attuazione delle scelte strategiche del Patto per la Salute.
Il primo problema che si pone è quello di ridare la speranza di futuro professionale nel nostro Paese alle migliaia di giovani laureati degli ultimi anni che, se pur formati secondo la programmazione del loro fabbisogno professionale, o sono ancora in cerca di occupazione o sono utilizzati in modalità improprie, sottopagati con pochi diritti e molti doveri, oppure hanno scelto la strada dell’emigrazione, come i nostri nonni, in altri Stati, dove sono tra i professionisti più apprezzati.
Anche se in forme non ancora adeguate alle attese, le procedure concorsuali sono state riattivate in moltissime Aziende Sanitarie, così come sono state avviate procedure di stabilizzazione per i precari: è un inizio positivo, è un’inversione di tendenza dopo anni di blocco delle assunzioni.
La Sanità in Italia sta realizzando un processo di trasformazione così profondo ed esteso che non ha pari in altro comparto pubblico e dei servizi: dalla riorganizzazione della rete ospedaliera, come luogo solo per le acuzie alla sfida della costruzione reale del sistema territoriale sanitario e sociosanitario in grado di dare risposte ai nuovi e vecchi bisogni di salute in quadro epidemiologico completamente mutato, nel quale prevale la cronicità.
A questa sfida della nuova Sanità, alla professione infermieristica è richiesta un impegno da vero coprotagonista rivestendo un ruolo da primo attore, insieme ai colleghi medici e delle altre professioni sanitarie, che non ha precedenti nel recente passato: la prevista generalizzazione dell’ospedale per intensità di cura che affida agli infermieri la gestione dei letti, all’ospedale di comunità a gestione infermieristica, alla generalizzazione, anche se ancora sperimentale dell’infermiere di famiglia, all’implementazione delle competenze sino all’istituzione dell’infermiere specialista, a iniziare dall’emergenza, ma non solo, sono alcune delle grandi sfide di innovazione discontinua avviate dalla programmazione nazionale e già in via di realizzazione in alcune Regioni.
Certamente per realizzare ciò le Aziende Sanitarie dovranno mettere in essere tutte le iniziative affinché i laureati infermieri possano essere impegnati nelle competenze proprie della loro professione e non più deprofessionalizzati in quelle competenze non strettamente sanitarie che da oltre 20 anni Stato e Regioni hanno affidato ad altri operatori a iniziare dagli operatori sociosanitari.
Al raggiungimento di questi risultati potrà offrire un enorme contributo l’ormai prossimo rinnovo contrattuale, dopo anni di moratoria, se, come mi auguro, la parte pubblica e la parte sindacale facciano propria la sfida per la quale i rinnovi contrattuali diventino funzionali e strumentali ai processi di riorganizzazione in atto nel Servizio sanitario nazionale favorendo la partecipazione, la condivisione, la compartecipazione ed il protagonismo soggettivo e propositivo dei professionisti della salute e l’insieme degli operatori, dando vita ad un accordo che per la valenza che si vuol attribuire non potrebbe che, usando un’espressione forte ma adeguata, lanciare il cuore oltre l’ostacolo per volare alto ed avere un grande e rilevante strategico respiro.
In questo quadro va attuato quanto previsto sia dall’articolo 6 della legge 43/06 che istituisce la posizione di “professionista specialista” che quanto contenuto nei decreti istitutivi dei 22 profili professionali ex terzo comma dell’art.6 del dlgs 502/92 che, già dall’anno 1994, prevedevano l’istituzione di aree di formazione complementare post diploma.
In alcune Regioni ed in molte Aziende Sanitarie, per oculata e condivisa scelta programmatoria, il percorso di attribuzione di ulteriori competenze avanzate e specialistiche agli infermieri ed alle altre professioni sanitarie è realtà consolidata da anni.
Perciò tale percorso virtuoso va valorizzato e normato all’interno del nuovo contratto nazionale anche al fine di mettere in condizione le altre Regioni di attuarlo, prevedendo un adeguato apprezzamento anche economico del personale appartenente alle professioni che acquisisca ulteriori competenze avanzate sulla base delle scelte aziendali e regionali, se del caso a seguito di percorsi formativi complementari e protocolli concordati con le loro rappresentanze e quelle mediche nonché delle altre professioni interessate.
E’ evidente che con questa soluzione nazionale verrebbe meno la leggenda metropolitana che con le competenze avanzate e specialistiche si avrebbero 21 modelli differenti e soprattutto si realizzerebbero nella sede naturale della identificazione di nuove competenze e della migliore loro collocazione normativa e contrattuale qual è la sede negoziale ed attuando così quello che prevede la nuova direttiva europea sulle competenze di infermiere, ostetrica ecc.
Concretizzando l’impegno assunto con la Presidente nazionale IPASVI Barbara Mangiacavalli, dopo aver ricevuto le designazioni della rappresentanza professionale e sindacale, delle Regioni, dell’Agenas e delle competenti Direzioni Generali del Ministero della Salute ho convocato per il giorno 25 maggio il Tavolo tecnico sulla professione infermieristica che riprende il cammino interrotto con il precedente positivo del Comitato Ministeriale sulle scienze infermieristiche insediato dal Ministro Turco e costituisca l’organismo tecnico che permetta al “sapere infermieristico” di contribuire alla scelte di programmazione sanitaria ed al loro verifica.
Nel nostro paese, così come accade a livello internazionale, l'istanza di garantire percorsi di cura in grado di offrire risposte appropriate ai bisogni emergenti di salute, nel rispetto dei vincoli economici imposti al Ssn, fa emergere la necessità di rimodulare in termini organizzativo - gestionali le attuali modalità di erogazione del servizio.
In tale mutato contesto, assume valenza imprescindibile la valorizzazione delle competenze di tutti i professionisti coinvolti in tale ambito; in particolare, si evidenziano le competenze che la professione infermieristica ha raggiunto in ragione sia dei percorsi formativi sia dell'esperienza maturata e sviluppata nella realtà quotidiana in coerenza al vigente quadro normativo di riferimento, così come riformato in profondità dall’insieme delle norme e leggi che hanno attuato la riforma della professione infermieristica.
Purtroppo per alcune di esse, non c’è stata integrale attuazione con effetti e ricadute negative nella realtà per i cittadini e per gli stessi operatori.
Alcune problematiche che saranno al centro del Tavolo tecnico per la professione infermieristica e per le quali elaborare le relative proposte:
- linee guida relativamente all'assistenza residenziale: anziani, pazienti psichiatrici, rems;
- linee guida relativamente agli standard ospedalieri/territoriali di riferimento per le dotazioni organiche comprensive di linee di indirizzo per la gestione delle risorse con prescrizioni.
- linee di indirizzo per l'appropriato utilizzo di risorse umane all'ingresso del percorso e al termine dello stesso per i professionisti con età maggiore ai 55 anni o impegnato in attività ad elevata usura.
- linee guida relativamente agli ambiti di competenza avanzata e delle conseguenti aree di prescrittività infermieristica;
- linee guida per la definizione di attività dell' operatore socio sanitario (OSS) secondo quanto previsto dal vigente accordo in materia;
- linee di regolamentazione dello sviluppo dell'assistenza infermieristica nell'ambito di comunità, cure domiciliari, servizi ambulatoriali e territoriali;.
- linee di indirizzo per la regolamentazione, negli ambiti socio assistenziale sanitario a regime privato convenzionato e non, dell'utilizzo e riconoscimento dell'infermiere;
- linee guida per l’attuazione di quanto previsto dall’art.1, comma 3 della legge 251/00 e cioè “l’attribuzione in tutte le aziende sanitarie della diretta responsabilità e gestione delle attività di assistenza infermieristica e delle connesse funzioni; la revisione dell’organizzazione del lavoro, incentivando modelli di assistenza personalizzata;”
- definizione/ridefinizione dei percorsi di studio degli infermieri e dei modelli formativi utilizzabili;
- sviluppo dell’attività di ricerca infermieristica;
- elaborazione di proposte per l’individuazione delle competenze degli infermieri specialisti in attuazione dell’articolo 6 della legge 43/06 nelle aree indicate dalla proposta di Accordo Stato-Regioni sulle competenze avanzate e specialistiche delle professioni infermieristiche.
E’ certamente una sfida e un impegno notevole che si richiederà a questo Tavolo tecnico ma costituisce un passaggio indispensabile per implementare la capacità ed il potenziale programmatorio e organizzatorio del Ssn in virtù anche delle conoscenze e delle idee della professione infermieristica.
Vito De Filippo
Sottosegretario alla Salute
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