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Venerdì 06 MAGGIO 2016
Campania. E’ allarme per le infezioni trasmissibili sessualmente. Dall’Hpv all’Hiv
Primo bilancio a un anno dal varo del progetto regionale “La ragnatela di Venere” per intercettare il disagio giovanile, promuovere corretti stili di vita e prevenire dipendenze e Infezioni trasmissibili sessualmente.
Oltre 5 mila adolescenti, circa 100 tra insegnanti e operatori sociali e culturali, più di 30 tra istituti scolastici e associazioni sportive insieme ad una ventina di amministrazioni comunali con molteplici ambiti di lavoro utilizzati, dalla medicina di prossimità all’impiego educazionale dei social e delle piattaforme di comunicazione.
Sono questi i numeri del progetto regionale di informazione e prevenzione “La ragnatela di venere”attivato un anno fa dalla sezione di Dermatologia e Venereologia clinica dell’Azienda ospedaliera universitaria Federico II sotto la direzione scientifica del Prof. Mario Delfino, con il contributo della Regione Campania (Dipartimento della salute) e la collaborazione dell’ufficio scolastico della Campania, presentato nei giorni scorsi a Napoli.
Le infezioni trasmissibili sessualmente
“Il progetto, in meno di un anno – avverte Delfino - ha coinvolto attivamente i giovani, ma non solo, per fornire le informazioni basilari ai fini della prevenzione delle infezioni trasmesse sessualmente (Its) e nel contempo favorire lo sviluppo di corretti stili di vita e relazionali, implementando le strategie vaccinali, in particolare per quanto riguarda l’Hpv, e contrastando le diverse tipologie di dipendenza”.
“Con circa 340 milioni di casi annui nel mondo nella fascia di età 15-49 anni, le infezioni trasmesse sessualmente, oggi costituiscono uno dei principali problemi di salute pubblica – dice Delfino - capire perché è facile, se si considera che tra le circa trenta Its oggi conosciute, provocate da oltre venti diversi microrganismi, rientrano l’Epatite C, la sifilide e l’Hiv”.
“Quello che presentiamo è un progetto a 360°. La popolazione è esposta ad un elevato rischio di Its, in Italia come nel resto del mondo, in ragione sia dei più disinvolti comportamenti sessuali, sia dei consistenti fenomeni migratori sia, anche, - ha sottolineato Delfino - della maggiore mobilità derivante dalla globalizzazione”.
Il fenomeno riguarda in modo particolare i giovani, che risultano maggiormente esposti per la peculiarità del loro approccio alla vita affettiva ed alla sessualità e per la maggiore mobilità nel contesto internazionale.
In Italia, infatti, ogni anno vengono diagnosticati circa 3.500 nuovi casi di carcinoma della cervice uterina e oltre 1.500 donne muoiono a causa di questo tumore che è stata la prima neoplasia ad essere riconosciuta dall’Organizzazione Mondiale della Sanità come totalmente riconducibile ad una infezione: essa è infatti causata nel 95% dei casi da una infezione genitale da HPV.
“Qui – sottolinea Delfino - è l'assenza di sintomi dell’infezione a favorirne la diffusione: la maggior parte degli individui affetti non è infatti a conoscenza del processo infettivo in corso ed esiste una chiara evidenza scientifica che uno screening con test clinicamente validati per la ricerca del Dna di ceppi ad alto rischio di HPV come test di screening primario e con un protocollo appropriato, è più efficace dello screening basato sulla citologia nel prevenire i tumori invasivi del collo dell’utero”.
L’Aids è un’epidemia. In Campania una nuova diagnosi ogni 2 giorni
Infezione da papilloma virus ma anche da Hiv: per quanto riguarda l’Aids, in particolare, gli esperti parlano di “epidemia” giacché, come spiega il Prof. Giovanni Bonadies, Coordinatore responsabile del Servizio di ospedalizzazione domiciliare per i pazienti con infezione da Hiv e Referente per le Nuove diagnosi di infezione da Hiv presso le Malattie infettive dell’Aou Federico II di Napoli “l'Hiv non è stata debellata, tutt'altro. E non è sotto controllo. Il rapporto Unaids (Joint united nations programme on Hiv/Aids) attesta infatti che nel 2014 circa 36.9 milioni di persone nel mondo vivono con infezione da Hiv, di cui 2.4 milioni di individui in Europa Centro-occidentale e nel Nord America. Anche le nuove diagnosi di infezione da Hiv hanno numeri elevati: 1.4 milioni globalmente di cui 85 mila in Europa Centro-occidentale e nel Nord America. In Italia, nel 2014, sono state registrate 3.695 nuove diagnosi di infezione da Hiv (di cui 179 in Campania)”.
“I numeri, che sembrano non spaventare – sottolinea Bonadies - assumono una connotazione impattante se si considera che si tratta di circa 10 nuove diagnosi al giorno (in Campania 1 ogni due giorni), e diventa allarmante precisando che nel 56% (in Campania circa il 61%) dei casi si tratta di pazienti cd late-presenter, arrivati cioè all'osservazione del clinico con cellule CD4 (la sottopopolazione di linfociti principale bersaglio del virus) al di sotto della soglia di 350 cell/mmc: significa che circa 2.070 delle infezioni da Hiv diagnosticate nel 2014 sono state contratte tra il 2006 e il 2004, senza che i pazienti se ne rendessero conto né venissero intercettati dai sanitari. Un dato più che preoccupante sotto l'aspetto epidemiologico - poiché, verosimilmente, la loro vita sessuale può essere andata avanti senza particolari accorgimenti o precauzioni - ma anche dal punto di vista clinico perché la gestione di pazienti in simili condizioni di depressione immunologica comporta problematiche serie quoad valitudinem et quoad vitam”.
La prevenzione
In un simile scenario, dunque, “La prevenzione assume importanza fondamentale – come precisa il Prof. Pasquale Martinelli, ordinario di Ginecologia ed ostetricia presso l’Università Federico II – e deve partire dai giovani, perché costituiscono il target principale delle Its da cui possono subire danni permanenti. Attenzione particolare va prestata, inoltre, alle donne che pensano ad un progetto riproduttivo. Per evitare conseguenze al nascituro in termini di morbilità e mortalità, infatti, prima di una gravidanza è fondamentale sottoporsi al complesso dei test necessari a definire la propria situazione immunitaria. A destare le maggiori preoccupazioni è soprattutto l’Hiv verso cui, rispetto all’ultimo ventennio del secolo scorso, l’atteggiamento mentale della popolazione è profondamente cambiato: la paura iniziale è stata infatti sopita dalle speranze innescate dall’evoluzione delle terapie. Le infezioni da Hiv, tuttavia, non sono affatto diminuite e, paradossalmente, la diagnosi risulta effettuata sempre più tardivamente, spesso quando la malattia è ormai conclamata. Non va trascurato poi l’aumento della Sifilide che in Italia si reputava eradicata e di cui, dal punto di vista epidemiologico, si è invece registrata una forte recrudescenza”.
Il ruolo dell’Iss
“Nonostante il grandissimo lavoro dell’Istituto Superiore di Sanità e di tutti i centri di riferimento regionali – conclude Gabriella Fabbrocini , membro del Consiglio superiore di Sanità associato di Dermatovenereologia Clinica-Univ. Federico II- non abbiamo una sorveglianza epidemiologica completa delle ITS. La casistica si disperde sia perché si tratta di infezioni che, per la loro sede specifica e la loro modalità di trasmissione, suscitano imbarazzo e quindi vengono tendenzialmente sottaciute sia perché i clinici con cui i pazienti si interfacciano sono molteplici, andando dal medico di medicina generale al ginecologo, al dermatologo, infettivologo, andrologo. Appare quindi necessario uno sforzo culturale che punti a creare una rete tra i diversi specialisti, implementandone il coordinamento, di modo che i percorsi diagnostici e terapeutici possano essere centralizzati. A maggior ragione se si considera che in caso di ITS la diagnosi precoce è fondamentale per evitare conseguenze anche a lungo termine. Basti pensare all’Hpv e all’Hiv o al fatto che molte cause dell’infertilità sono legate a ITS contratte in età giovanile e non diagnosticate ovvero curate con approccio scorretto. Occorre che i giovani educhino altri giovani considerando sia che con il venire meno delle risorse è diminuito il numero dei consultori, sia che si tratta di un argomento ritenuto delicato e difficilmente affrontato con gli adulti, genitori e insegnanti”.
Ettore Mautone
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