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Venerdì 06 MAGGIO 2011
Nasce in Italia la prima ambulanza antibatterica del mondo
A renderlo possibile è un materiale innovativo, brevettato a Prato dalla Next Technology Tecnotessile (istituto fondato dal Miur), che abbatte costantemente la crescita dei batteri presenti sulle superfici. “Non ha controindicazioni per le persone e il suo costo varia di poche migliaia di euro rispetto ai mezzi tradizionali”, spiega il direttore dell’istituto, Solitario Nesti. Una rivoluzione presto applicabile a tanti altri ambienti e mezzi di trasporto, compresi treni, autobus e aerei.
Sarà presentata domani, a Campi Bisenzio, Pure Health, la prima ambulanza antibatterica del mondo, preludio a una serie di innovazioni strategiche che nei prossimi anni rivoluzioneranno non solo i veicoli di soccorso e gli ambienti ospedalieri, ma l’intero sistema del trasporto pubblico (treni, autobus, aerei, navi) e della movimentazione di derrate alimentari, ovvero i settori dove la contaminazione batterica è più frequente.
Ne dà notizia Solitario Nesti, direttore della Next Technology Tecnotessile, l’istituto fondato a Prato dal Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca (MIUR), che ha brevettato i materiali fotocatalici e il relativo processo, uno speciale materiale composito dalle prestazioni innovative: abbatte costantemente la crescita dei batteri presenti sulle superfici; non ha controindicazioni per le persone; costa esattamente come i materiali tradizionali e non richiede alcun tipo di manutenzione.
Pure Health è un prototipo prodotto da un’azienda partner di Next Technology: la Orion Srl di Calenzano, specializzata nella produzione di mezzi di soccorso, che ha utilizzato come base un normale veicolo Fiat, allestito all’interno con una cellula indipendente realizzata con il nuovo materiale.
Il suo costo, spiega Nesti a Quotidiano Sanità, “non è molto differente da quello di una comune ambulanza, in quanto i materiali utilizzati sono sostanzialmente gli stessi. Quel che cambia è l’utilizzo di questo innovativo elemento antibatterico, per un costo ulteriore di poche migliaia di euro”.
Non sono ancora stati stipulati accordi per l’acquisto delle ambulanze da parte del Ssn, “ma ci auguriamo di riuscire a definirli presto”, afferma Nesti spiegando che “la Toscana si è dimostrata molto interessata al progetto, tanto da aver partecipato al suo finanziamento. Prevediamo che il prodotto catturerà anche interesse a livello internazionale”.
Per Next Technology, spiega Nesti, l’ambulanza è comunque solo una delle tante applicazioni possibili: “Nati come centro di ricerca destinata al comparto tessile – ricorda . abbiamo da un decennio allargato l’attività ai settori della protezione, sicurezza e salute, sviluppando nuovi materiali polifunzionali. In questo caso abbiamo sviluppato un know how sui materiali nano strutturati e sui processi fotocatalitici, capaci di un’azione combinata sterilizzante. Un lavoro di 3 anni che ha prodotto risultati importanti di immediata evidenza”.
Le infezioni batteriche sono in effetti uno dei principali problemi sociali di sempre, con pesanti riflessi sanitari ed economici, nella misura di migliaia di miliardi. Affliggono soprattutto il trasporto pubblico, la catena alimentare, il sistema dei soccorsi e gli ambienti ospedalieri. “Ben 10 pazienti su 100 prendono un’infezione in ospedale, ha per esempio denunciato di recente la società scientifica dei microbiologi Amcli. Aggiungendo che l’impiego massivo di antibiotici anche in agricoltura e zootecnia contribuisce a creare batteri ultraresistenti: in Italia 7 casi su 100 di pneumococco sono ormai insensibili alla penicillina, in Spagna si arriva al 40%”.
“Per questi motivi – conclude Nesti - la Next Technology sta intensificando la ricerca su applicazioni diverse per le esigenze specifiche dei vari settori. Ad esempio il trasporto aereo e analoghi ambienti particolarmente chiusi, in cui il viaggiatore deve restare per ore e dove è dunque strategico anche il sistema di circolazione dell’aria. Simili i problemi degli ospedali, anche con casi di epidemie (si ricorderà la malattia del legionario) diffuse proprio attraverso le condotte d’aria”.
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