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Mercoledì 04 MAGGIO 2016
Responsabilità professionale. Il convegno dell’Omceo Milano. Rossi: “Testo in discussione procede in giusta direzione e ci allinea agli altri Paesi europei”
Nel corso dei lavori Federico Gelli, responsabilità sanità del Pd e ideatore della legge, ha ricordato che un primo rimedio è l’introduzione del risk manager in ogni struttura sanitaria che dovrà riportare le proprie segnalazioni a una struttura regionale, che a sua volta sarà chiamata a far confluire le informazioni raccolte a livello nazionale all’Agenas.
Tracciare un’analisi dettagliata sulla proposta di legge parlamentare riguardante la responsabilità, civile e penale, degli operatori sanitari. Questo l’obiettivo complessivo del convegno che si è svolto a Milano, sala Napoleonica di Palazzo Greppi dell’Università degli Studi di Milano, promosso dall’Ordine dei Medici Chirurghi e Odontoiatri di Milano e coordinato da Sergio Harari, Presidente dell’Associazione Peripato. In apertura, Roberto Carlo Rossi, Presidente dell’Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri di Milano, Milano ha, in particolare, sottolineato l’importanza dei risultati del lavoro parlamentare, avviato alla Camera dei Deputati e ora in discussione alla Commissione Sanità del Senato.
Ricordando la necessità di un lavoro di prevenzione attraverso la costruzione di un miglior rapporto medico-paziente, al fine di evitare il proliferare dei contenziosi, Rossi ha sostenuto “l’importanza di trovare un equilibrio anche normativo tra le esigenze di tutela del cittadino e quelle del personale sanitario, ridando agli operatori la necessaria tranquillità nel loro lavoro. Il testo in discussione, allineando positivamente la legislazione italiana a quella europea e dei Paesi industrialmente avanzati, va nella giusta direzione. Qualche perplessità, nell’affrontare il problema del riconoscimento della colpa del sanitario, riguarda solo l’individuazione del soggetto che certifichi le linee guida a cui bisogna attenersi nell’esercizio della prestazione sanitaria”.
Emilia Grazia De Biasi, Federico Gelli e Amedeo Bianco, protagonisti del dibattito parlamentare, hanno spiegato lo stato e le diverse tematiche emerse nel corso della discussione. De Biasi ha, innanzi tutto, sottolineato la serietà con cui si è svolto e si sta svolgendo il confronto tra maggioranza e opposizione, basato sul confronto di merito. Un confronto che toglie spazio a iniziative spregiudicate unicamente finalizzate ad aprire contenziosi che favoriscono, di contro, la crescita della cosiddetta medicina difensiva e riconosce la particolare specificità dell’eventuale errore commesso dal medico o da un altro professionista sanitario.
Gelli, a sua volta, ha ricordato che, secondo dati del Ministero della Giustizia, sono circa 30.000 le cause che ogni hanno riguardano contenziosi sanitari e che, complessivamente, si aggirano sulle 300.000 quelle complessivamente in corso. L’esplosione dei contenziosi, inoltre, si è accompagnata all’abbandono del settore da parte delle Compagnie di assicurazioni. Un primo rimedio è l’introduzione del risk manager in ogni struttura sanitaria che dovrà riportare le proprie segnalazioni a una struttura regionale, che a sua volta sarà chiamata a far confluire le informazioni raccolte a livello nazionale all’AGENAS. Gelli ha spiegato l’importanza dell’aver riportato la responsabilità a livello di struttura sanitaria, essendo spesso l’errore frutto della complessità sistemica delle cure, senza per questo impedire al paziente che si ritiene danneggiato dall’imperizia del professionista di citarlo in giudizio, assumendosi però l’onere della prova.
Bianco, già presidente della FNOMCeO, si è soffermato sull’importanza dell’aver portato a sistema casi che, nel corso degli anni, sono stati affrontati, dal punto di vista normativo, solo singolarmente. Inoltre, ha analizzato i punti che restano controversi, come la possibilità di interpretare diversamente il periodo di prescrizione. Infine ha anche riferito della riflessione in corso per rendere più vincolante la responsabilità della struttura, rispetto a quella dell’operatore sanitario.
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