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24 APRILE 2016
Lazio. Ma per le nuove assunzioni niente concorsi?
Gentile Direttore,
sono un appassionato lettore di quotidiano sanità, e da 10 anni presto la mia attività in qualità di socio lavoratore infermiere di una cooperativa che ha un contratto di appalto con una Azienda Ospedaliera presso un reparto di emergenza insieme ad altri colleghi a tempo indeterminato.
Quando nei giorni scorsi ho appreso che il presidente Zingaretti autorizzava numerose aziende del Lazio ad assumere nuovamente degli infermieri attingendo a delle graduatorie esistenti senza bandire nuovi concorsi e dopo un blocco che dura da oltre 10 anni, ho pensato che ancora una volta stava passando un treno sul quale non sarei salito.
Nel Lazio sono ormai almeno 10 anni che non si tengono concorsi ed i colleghi precari come me, che aspettano una stabilizzazione anche attraverso la partecipazione ad un pubblico concorso che riconosca il lavoro svolto con dedizione e passione all'interno dell'Ospedale, svolgendo le stesse attività dei miei colleghi strutturati, ma con uno stipendio di ben più misero, sono migliaia.
Sono anni che si parla di stabilizzazione dei precari nel Lazio e sul finire dello scorso anno il presidente aveva dichiarato che a partire dal primo gennaio 2016 si sarebbero stabilizzati 1200 precari mediante pubblici concorsi riservati al personale che ne aveva i requisiti per potervi partecipare e cioè con almeno un triennio di lavoro nel pubblico negli ultimi cinque anni.
Per quanto riguarda poi la nota di CISL e UIL ed il riscontro che la lettrice e, voglio immaginare collega, Peparini le scrive, ritengo, che sia il sindacato, che lei possano avere la medesima ragione, anche se esprimono due diverse posizioni. Una, quella del sindacato, reclama un allargamento del diritto a lavorare delle molteplici fattispecie di lavoro, sempre e comunque riconducibili al lavoro subordinato, presenti all'interno del SSR. L'altra nutre un legittimo interesse personale, così come penso lo nutrano quanti presenti nelle medesime graduatoria in cui lei si trova, sono stati chiamati a lavorare in altre regioni d'Italia.
Al presidente Zingaretti chiederei di non dimenticare quanto già deciso sulla stabilizzazione e soprattutto far cessare all'interno delle strutture sanitarie la commistione di più tipologie lavorative.
Diego Colasante
Esternalizzato sanità laziale
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