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Giovedì 21 APRILE 2016
La Lombardia e i ticket. Ma vuoi vedere che a pagare saranno solo i cittadini onesti…
Gentile direttore,
in regione Lombardia ci sono proposte di nuovi ticket su prestazioni sanitarie. A proposito dell'intenzione d’introdurre nuovi ticket da far pagare anche a cittadini ora esenti per età, su prestazioni sanitarie in Lombardia, in base al reddito, si parla al di sopra, di 30 mila euro famigliari annuali.
Vuoi vedere che vogliono farglielo pagare in particolare ai cittadini onesti, questi non solo già pagano il servizio sanitario nazionale per chi evade il fisco, per chi lavora in nero, per chi porta i soldi all’estero, per i corrotti, per i disonesti, ma in più gli onesti dovranno pagare anche il nuovo ticket sulle prestazioni sanitarie, anche se hanno più di 65 anni. Cari responsabili della sanità lombarda e nazionale, la strada per finanziare il servizio sanitario nazionale è quella di far pagare a tutti i cittadini il dovuto, andando a risolvere una buona volta il problema diffuso dell’illegalità, li si troverebbero una montagna di soldi da far entrare nelle casse dello stato, e non andare a colpire ancora chi con orgoglio e senso del dovere civile e sociale è onesto, che porta avanti la cultura dei veri valori dell’onestà e solidarietà, si batte per difendere il nostro servizio sanitario pubblico, che è uno dei migliori del mondo, cari responsabili della sanità se mai vanno superate le carenze organizzative, esempio andrebbe messa mano alle lunghe liste di attesa su tante prestazioni sanitarie e visite specialistiche.
Cari dirigenti delle aziende socio sanitarie territoriali. Com'è possibile che se un cittadino con la richiesta del medico per una visita specialistica o di una prestazione sanitaria, deve aspettare un anno in tanti casi addirittura due e se la chiede in privato glie la fanno il giorno dopo o dopo pochi giorni, trova sempre lo stesso medico o specialista. Qui mi sembra che ci sia qualcosa che non torna, mi sembra che ci siano dei meccanismi operativi molto insufficienti e che ci giochino sotto anche degli interessi privati di qualche categoria di, liberi professionisti, di dirigenti, o addirittura di dipendenti del servizio sanitario nazionale?
Cari responsabili a ogni livello delle strutture del servizio sanitario nazionale, ai cittadini le dovete delle spiegazioni, che poi secondo me basterebbe allargare le fasce orarie per le prestazioni in strutture sanitarie pubbliche, per le visite mediche specialistiche e per tutte le altre prestazioni diagnostiche, aperte anche tutto il sabato per far diminuire drasticamente i tempi di attesa e renderli adeguati ai bisogni dei cittadini.
Cari responsabili nazionali, regionali e locali della sanità pubblica, vorrei ricordarvi che l’articolo 32 della costituzione italiana, tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e nell’interesse della collettività e garantisce cure gratuite agli indigenti. Poi la legge 833 che ha istituito il servizio sanitario nazionale ha stabilito dei principi di uguaglianza di trattamento, decentramento di gestione, globalità e unità di'intervento e gli obiettivi, di prevenzione, cura, riabilitazione, ed è previsto nei piani sanitari nazionali, regionali, e locali, siano stabiliti dei meccanismi operativi per applicare i principi e mettere in atto una strategia per raggiungere gli obiettivi di benessere psicofisico delle persone, rispondendo con efficacia ai bisogni dei cittadini. Allora vi chiedo gentilmente cari responsabili a ogni livello di rimuovere le cause di queste lunghe liste di attesa e di non introdurre altri ticket se mai andrebbero abolite quelli che ci sono.
I mezzi li avete, il tempo pure, le risorse si possono trovare basta la volontà di far pagare a tutti i cittadini, il dovuto, poi eliminando tanti sprechi clientelari su appalti di servizi, di lavori, sulle convenzioni con strutture e cliniche private, fondazioni, poi ristrutturazione e riqualificazione di ospedali, servizi, e investire di più nella prevenzione.
Si arrivi velocemente a raggiungere l’obiettivo che il diritto alla salute sia garantito a tutti i cittadini in eguale misura.
Francesco Lena
Infermiere in pensione
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