quotidianosanità.it

stampa | chiudi


Martedì 22 MARZO 2016
Nasce a Dolo la 'Prostate Unit' interaziendale della Provincia di Venezia

Il progetto permette, da un lato la presa in carico completa del paziente (tutti i percorsi vengono eseguiti “accompagnandolo per mano”, senza fargli fare code o attese) e, dall’altro lato, una scelta terapeutica condivisa. Insieme, ad esempio, si decide se intervenire solamente con la radioterapia o eseguire prima l’intervento chirurgico e poi passare alla radioterapia.

Nasce a Dolo la “Prostate Unit” interaziendale della provincia di Venezia. Dopo l’attivazione, circa un mese fa, a Mestre, della “Breast Unit” per curare il cancro al seno, è il tempo ora del tumore alla prostata. Nell’Ospedale della Riviera del Brenta, dove era già attivo un gruppo multidisciplinare, spiega il primario di Urologia di Dolo Giorgio Artuso, per la prima volta nel veneziano, l’approccio multidisciplinare viene integrato da professionalità provenienti dalle Unità Operative di Radioterapia Oncologica dell’Ospedale dell’Angelo e del Civile di Venezia.

“Oggi diventa sempre più necessario – prosegue Artuso - verso le malattie e in particolare alcuni tipi di tumore, condividere il paziente tramite un team composto da più figure professionali. Nel caso della prostata, oggi ci siamo incontrati per la prima volta con un gruppo formato da urologi, oncologi medici, radiologi, radioterapisti oncologi, patologi, psicologi, fisioterapisti e internisti. E lo faremo ogni mese per decidere insieme il percorso diagnostico-terapeutico di questo tipo di tumori che, in questa Ulss, ammontano a 150 casi all’anno”.

Un progetto che permette, da un lato la presa in carico completa del paziente (tutti i percorsi vengono eseguiti “accompagnandolo per mano”, senza fargli fare code o attese) e, dall’altro lato, una scelta terapeutica condivisa. "L’unione, si sa, fa la forza – ha evidenziato il direttore generale della Ulss 13 Giuseppe Dal Ben – lo scopo è quello di arrivare ad una presa in carico complessiva del paziente da parte del team multidisciplinare, sin dalla diagnosi e nelle varie fasi della sua storia clinica, gestendo insieme la patologia nelle sue complessità, favorendo adeguatamente anche le terapie psicologiche e riabilitative”.

Insieme, ad esempio, si decide se intervenire solamente con la radioterapia o eseguire prima l’intervento chirurgico e poi passare alla radioterapia, gestire al meglio le possibili complicanze come quella della osteoporosi dovuta alla terapia ormonale per cui solitamente viene somministrata la vitamina D, pensare alla riabilitazione per affrontare le problematiche dell’impotenza sessuale e cercare di limitare i rischi di incontinenza urinaria.
Come il tumore alla mammella è il più frequente per le donne, così il tumore alla prostata è quello più frequente per l’uomo: ha una’incidenza del 75% negli uomini con più di 50 anni di età e l’incidenza aumenta notevolmente quando l’età supera i 70 anni. Secondo le statistiche, i carcinomi prostatici sono circa il 20% per cento di tutte le diagnosi di tumore in Italia, con un aumento di oltre il 50% dei casi, mentre la mortalità è diminuita del 10%, grazie a una diagnosi precoce, a nuovi approcci terapeutici e a farmaci di ultima generazione.
 

© RIPRODUZIONE RISERVATA