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Lunedì 14 MARZO 2016
Tumore del colon retto. In Abruzzo arriva il nuovo test non invasivo a carico del Ssn
Sarà disponibile da l 4 aprile al SS: Annunziata di Chieti. L’innovativo test basato sull’analisi combinata del DNA e dell’emoglobina fecali. "L’impiego di questo test potrebbe, se negativo, evitare colonscopie non necessarie oppure, se positivo, convincere quei pazienti poco disposti a eseguirla, circa l’opportunità di farla”.
L’Unità operativa di Medicina Predittiva del Policlinico “SS. Annunziata” – Università degli Studi Gabriele d’Annunzio di Chieti sarà il primo centro pubblico europeo a fornire ai cittadini, a partire dal prossimo 4 aprile, il nuovo esame non invasivo per l’individuazione del tumore colon-retto attraverso la tecnologia del DNA fecale, denominato Cologuard, approvato dalla Food and Drug Administration (FDA) americana e introdotto a novembre anche in Italia.
Il centro, che dipende dalla ASL Lanciano-Vasto-Chieti della Regione Abruzzo, che ha stabilito con propria Delibera di offrire agli assistiti il test a carico del servizio sanitario regionale, lo utilizzerà – spiega una nota – per l’analisi precoce di carattere genetico-molecolare per il tumore del colon-retto, una delle forme di cancro più diffuse al mondo. “Il tumore del colon retto è tra i tumori a maggiore insorgenza nella popolazione italiana, con oltre 50.000 diagnosi stimate annualmente. Tra gli uomini si trova al terzo posto, preceduto solo dai tumori di prostata e polmone, mentre tra le donne si colloca al secondo posto, preceduto dal tumore della mammella”, commenta Stefano Martinotti, Direttore dell’Unità di Medicina Predittiva del policlinico abruzzese.
“Questo innovativo test permette l’analisi del DNA fecale combinata a quella di marcatori ematici come l’emoglobina – ha proseguito - rappresenta una possibilità diagnostica concreta, come raccomandano le linee guida dell’American Cancer Society e quelle, recentissime, della Società Italiana di Patologia Clinica e Medicina di Laboratorio-SIPMeL.”
La nota spiega quindi che, “secondo quanto suggeriscono le linee guida italiane SIPMeL, il test potrebbe essere impiegato per confermare un eventuale esame per la ricerca del sangue occulto nelle feci risultato positivo, prima di ricorrere alla colonscopia”. “Secondo le raccomandazioni scientifiche, il test di screening per il cancro colorettale è la ricerca del sangue occulto nelle feci”, ha spiegato Martinotti. “Se questo esame è positivo il paziente deve sottoporsi a una colonscopia diagnostica, che consente di visualizzare l’ultima parte dell’intestino e di intervenire immediatamente per rimuovere eventuali polipi, i precursori benigni del tumore. In molti casi tuttavia, la colonscopia risulta negativa. L’impiego di questo test sul DNA fecale dopo la ricerca del sangue occulto positiva potrebbe, se negativo, evitare colonscopie non necessarie oppure, se positivo, convincere quei pazienti poco disposti a eseguirla, circa l’opportunità di farla”.
Il Policlinico di Chieti, grazie a un accordo siglato con l’americana Exact Sciences, che ha sviluppato il test, è il primo ospedale del servizio pubblico in Europa presso il quale siano state installate le apparecchiature che permettono la preanalisi dei campioni di feci, che vengono successivamente inviati negli USA, presso i laboratori dell’azienda, per la lettura del risultato finale.
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