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Martedì 19 APRILE 2011
Ricerca: per il Programma nazionale 1.772 milioni di euro e 14 “progetti bandiera”
Eccellere, cooperare e competere. Queste le tre parole chiave del Programma nazionale della Ricerca per il triennio 2011-2013, presentato oggi al Senato. Quattordici “progetti bandiera” e uno stanziamento do 1.772 milioni di euro che, secondo le stime del ministero, porteranno a generare un volume complessivo di investimenti di circa 2.522 milioni di euro per l’intero arco temporale di attuazione dei progetti.
È stato presentato oggi al Senato, alla presenza del ministro dell’Istruzione, Mariastella Gelmini e del ministro della Salute, Ferruccio Fazio, il Programma Nazionale della Ricerca per il triennio 2011-2013 che prevede l’avvio di 14 Progetti Bandiera. Il Cipe ha stanziato 1.772 milioni di euro, una somma che potrà generare un volume complessivo di investimenti di circa 2.522 milioni di euro per l’intero arco temporale di attuazione dei progetti.
Tre, in particolare, i progetti di interesse sanitario, che saranno condotti dal Cnr:
- attività attinente lo sviluppo della scienza della vita e riguardante avanzamenti nella teoria di sequenziamento del Dna e Rna;
- lo sviluppo di una piattaforma innovativa automatizzata a contenuto nanotecnologico, per la diagnostica emergente molecolare multi-parametrica in vitro; in particolare verranno sviluppate e impiegate tecnologie in grado di consentire diagnostiche avanzate, basata su profili genetici e profili incentrati su marcatori proteomici e metabolomici;
- lo sviluppo di una piattaforma integrata di conoscenze pluridisciplinari per l’applicazione delle scienze “omiche” alla definizione di bio-marcatori e profili diagnostici, predittivi e teranostici. Il progetto propone un modello in rete coadiuvate da una serie di piattaforme tecnologiche orientato alla gestione dell’intera filiera delle scienze omiche (nomica, proteomica, breathomica, bioinformatica).
Il Pnr, che stabilisce gli indirizzi e le strategie da adottare nei settori della ricerca per il rilancio dell’economia e dello sviluppo, “consiste in un numero limitato ma significativo di progetti bandiera, finanziati con risorse proprie degli Enti di Ricerca (una quota pari al 7% del fondo di finanziamento degli enti di ricerca) e con quota parte del Fondo Agevolazione e Ricerca (Far)”, sottolinea il ministero dell’Istruzione e Ricerca in una nota di sintesi dei contenuti dell’Pnr diffusa in attesa della pubblicazione del documento integrale.
La sua formulazione è il risultato della consultazione della comunità scientifica e accademica, delle forze economiche, della Conferenza Stato-Regioni e dell’Osservatorio delle Regioni, tutte le Amministrazioni dello Stato competenti per materia. “Il programma – spiega ancora la nota del ministero - è componente strutturale della politica economica. Punta all’integrazione tra offerta e domanda di ricerca ed alla costruzione di una rete di piattaforme e infrastrutture tecnologiche, anche per contrastare la crisi economica, in un’ottica di collaborazione europea”.
In particolare, il Programma prevede misure a sostegno del capitale umano del mondo della ricerca:
• definizione e attuazione di un sistema a chiamata per la valutazione di progetti individuali;
• istituzione di percorsi sperimentali per l’integrazione dei giovani ricercatori in carriere permanenti;
• rientro dei ricercatori italiani dall’estero e la cooptazione di competenze scientifiche straniere;
• potenziamento delle scuole di dottorato internazionale in ricerca, per promuovere l’eccellenza e ridurre l’età media degli addetti alla ricerca.
“L’obiettivo – spiega la nota del ministero - è di popolare lo Spazio Europeo della Ricerca (Era) con un numero crescente di giovani ricercatori, competenti e motivati”.
Al contempo il Pnr promuove iniziative per l’innovazione e per consolidare le leadership italiane in settori chiave delle nuove tecnologie:
• consolidamento delle piattaforme tecnologiche nazionali strettamente connesse alle analoghe strutture europee;
• sostegno ai distretti ad alta tecnologia che coordinano, localmente, soggetti diversi aventi strategie di sviluppo comuni;
• accompagnamento alla nascita di poli di eccellenza, assimilati ai distretti ma impegnati su ben definite frontiere tecnologiche;
• costituzione di infrastrutture tecnologiche, “dorsali” dell’innovazione alle quali sia possibile connettere, in entrata e in uscita, produttori e consumatori di soluzioni e applicazioni ad alto contenuto di ricerca.
“Al centro dello sforzo dell’Italia e dell’Ue per promuovere lo sviluppo delle aree sottoutilizzate c’è anche il Mezzogiorno”, conclude la nota spiegando che il Programma Operativo Nazionale “Ricerca e Competitività”, che stanzia complessivamente 6, 4 miliardi di euro per le regioni Calabria, Campania, Puglia e Sicilia, ripercorre, nella struttura e nel metodo di applicazione, le linee operative e gli indirizzi del Pnr. “È necessario attrarre investimenti, per contribuire a una radicale riconversione della realtà produttiva del Mezzogiorno, in un’ottica di crescita nazionale e continentale”.
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