L’iniziativa è stata presentata stamani dal sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Gianni Letta, insieme al ministro della Salute Ferruccio Fazio, al sottosegretario Paolo Bonaiuti, al presidente e al vicepresidente del Coni, Gianni Petrucci e Claudio Pancaldi, al direttore di Radio Uno, Antonio Preziosi.
Proprio il ministro Fazio ha annunciato l’istituzione dell'ispettore investigativo antidoping, incarico che sarà rivestito dai carabinieri dei Nas che parteciperanno a un apposito corso di formazione organizzato dalla commissione per la Vigilanza sulle attività sportive. Un ruolo che , ha spiegato Fazio, "è principalmente rivolto allo sport amatoriale”. "Si deve assolutamente insegnare ai giovani - ha detto il ministro - che il valore dello sport rimane, ma bisogna dire no alle scorciatoie che infangano questo valore stesso, fatto di lealtà".
Tra gli sport più colpiti dalla “piaga del doping”, vi è senza dubbio il ciclismo, ha detto il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega allo sport Rocco Crimi, che ha aggiunto: “E' nostro compito informare che il doping è una frode e che nuoce gravemente alla salute". I dati presentati Crimi parlano chiaro: su tredicimila controlli eseguiti nell'ultimo anno, nel ciclismo sono emersi l'1,5% di casi positivi, contro lo 0,2% del calcio, lo 0,8% dell'atletica e lo 0,3% del basket. Uno studio condotto nel 2008 ha appurato che su 278 ciclisti amatoriali sottoposti a test, la percentuale di casi positivi e' risultata pari addirittura del 12%. "Il Governo ha dimostrato la sua vicinanza allo sport" e "questa campagna - ha sottolineato Gianni Petrucci - non vuole essere un richiamo al mondo del ciclismo, che sta facendo un lavoro duro con grande serietà. Una vittoria in meno e una lotta al doping in più resta il miglior risultato".
Da Gianni Letta, infine, un ricordo di Bartali e Coppi: "Per chi come me ha vissuto quell'epopea, il ciclismo è lo sport più bello del mondo, era la proiezione di un sogno". Ora bisogna sfatare l'immagine corrente che non si possa fare sport "se non aiutandosi in qualche modo". Perché questo, ha concluso Letta, “è la negazione dello sport".
G.R.