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Venerdì 04 MARZO 2016
Puglia. Riordino ospedaliero. La polemica esplode su Facebook
Gorgoni: “Serve una squadra, non un'armata Brancaleone”. Minervini (NS): “Se non c'è squadra è perché non si gioca per i bisogni di salute”. Usa una metafora calcistica il direttore del dipartimento Salute per difendere il piano di riordino ospedaliero e contestare le polemiche che lo circondano. Il consigliere di Noi Sinistra replica: “La missione dei dirigenti è fornire dati piuttosto che partecipare al confronto politico”.
Si inasprisce in Puglia il dibattito sul Piano di riordino ospedaliero della Giunta. La colpa, stavolta, è di un post pubblicato su Facebook dal capo del dipartimento Salute della Regione, Giovanni Gorgoni, che usa una metafora calcistica per difendere il Piano e contestare le polemiche che esso ha sollevato fin dalla sua prima stesura. “La differenza tra una squadra che vince e un'armata brancaleone sta negli obiettivi e nello schema per conseguirli”, scrive Gorgoni. “I componenti della squadra che vince – prosegue – ‘condividono’ un obiettivo di risultato (scudetto, coppa, pareggio, vittoria, goleada e così via) e occupano un ruolo specifico (il portiere, il mediano, le punte e così via ancora). Tutti utili e funzionali l'uno agli altri e al risultato: se Pogba ha mangiato la peperonata la sera prima del match, Dybala rischia di pettinare con i tacchetti l'erbetta dell'area avversaria e se Chiellini è abbattuto perchè gli hanno rigato la BMW, Buffon farà il saltimbanco tra un palo e l'altro (...e poi a casa urla a Ilaria). L'armata brancaleone va: in gita, a fare una scampagnata, alle locande di passo, alle crociate (?!). E ciascun viandante che ne fa parte (la parola "componente" sarebbe abusata) millanta di essere il vero ‘flagello dei Mori’".
“Il riordino ospedaliero – prosegue Gorgoni - coltiva l'ambizione di costruire una rete e una squadra, in cui ciascuna struttura ha un ruolo specifico ma utile e funzionale agli altri, e in cui tutte condividono l'orientamento ad elevati risultati di cura e di sicurezza del paziente. Quella dei costi è una questione importantissima ma secondaria. Per qualcuno è strumentale per rivolgere l'accusa di ‘ragionierismo’, anche se mi permetto di ricordare che il Chievo dei miracoli della prima promozione in A costava quanto il solo Del Piero...”.
“Insieme all'ambizione di una rete ospedaliera moderna – conclude Gorgoni - coltiviamo soprattutto il coraggio di provarci anche a costo di sbagliare. Chi attende e non prova certamente non sbaglia. Ma perde l'unica occasione di riuscire...”.
Le repliche non si fanno attendere: ““Perché in questo difficile passaggio la sanità pugliese non riesce a fare gioco di squadra? La risposta è semplice: sulle spalle della sanità troppe volte si giocano altre partite, disegnando non la mappa delle risposte ai bisogni, ma quella dei rapporti di forza della politica”, è la risposta del Presidente del Gruppo consiliare “Noi a sinistra”, Guglielmo Minervini. Secondo il quale “anche questa volta sembra essere la riedizione di quel vecchio film. Per evitarlo, era necessario porre, alla base delle scelte, informazioni limpide e regole chiare e uguali per tutti. Invece niente dati e regole ballerine che si sono applicate come abiti sartoriali a vantaggio di qualcuno, a discapito di qualche altro. La delibera è uscita solo ieri (martedì, ndr), dopo una procedura opaca, col corredo di qualche tabella e niente che le giustifichi. Risultato: salva quello, affossa quell’altro. Spiegazioni? Boh?”.
Per Minervini “agli esempi più clamorosi come quelli di Martina Franca e della Provincia di Brindisi ne evidenzio un altro meno noto ma altrettanto eclatante: che senso ha, sradicare il reparto di urologia di Molfetta, una storica, qualificata e apprezzata struttura, per portarla altrove, con perdita di competenze e know-how senza alcuna giustificazione né epidemiologica né perlomeno ragionieristica? E i vistosi potenziamenti di altri presidi ospedalieri limitrofi, ad esempio come quello di Bisceglie, hanno una logica sanitaria o obbediscono a dinamiche di altra natura? E perché il futuro presidio comprensoriale del nord barese improvvisamente smette di essere priorità, pur obbedendo, in tutte le precedenti programmazioni, all’obiettivo strategico di decongestionare la pressione ospedaliera che gravita sul capoluogo di Regione?”.
“Avremmo il diritto di saperlo – incalza Minervini - come cittadini e come consiglieri regionali, innanzitutto dai dirigenti, la cui missione specifica è fornire dati piuttosto che partecipare al confronto politico. A meno che il dott. Gorgoni non ci stia dando la notizia, che considereremmo buona, che finalmente abbiamo un nuovo assessore alla sanità”.
IL presidente del Gruppo regionale CoR, Ignazio Zullo, afferma di essersi “dilettato nel leggere un post del direttore Gorgoni pubblicato su Facebook e devo dire che di calcio è veramente competente, con il suo fare ragionieristico dimostra di sapere addirittura del Chievo. Spero che altrettanta competenza la dimostri in materia di sanità. Lo spero per la Puglia e per i pugliesi”. Per Zullo “ci sarà tempo e modo di approfondire le schede e le analisi tecniche che accompagnano il Piano di Riordino Ospedaliero approvato dalla Giunta regionale il 29 febbraio scorso, ma da un primo esame emerge lampante come, più che dal combinato disposto del Decreto Ministeriale n. 70 del 2015 e Legge Stabilita 2016, le scelte intrinseche a questo Piano siano state ispirate dalla voglia smisurata del presidente Emiliano di penalizzare i vendoliani, i loro territori di residenza o di origine, e gli esponenti del Pd suoi antagonisti nella scalata alla segreteria regionale. Solo questa lettura può essere base di scelte scellerate anti-economiche, foriere di inefficienza e operate a danno delle varie comunità”.
“Ma chi è al potere – conclude Zullo - non può pensare di essere il ‘padrone del vapore’ al quale è consentito di tutto e di più. In una democrazia sono gli interessi collettivi, l’imparzialità e l’equità dell’azione amministrativa che devono guidare l’azione politica di chi ci governa. Un concetto che sembra sfuggire al presidente Emiliano”.
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