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Giovedì 25 FEBBRAIO 2016
Veneto. Lega e M5S alleati su assunzioni infermieri: “Governo premi con più risorse i sistemi virtuosi”

A pochi giorni dalla comunicazione al ministero dei fabbisogni del personale sanitario, i capigruppo della Lega, Nicola Finco, e del M5S, Jacopo Berti, convergono nel chiedere al Governo di concedere al Veneto più assunzioni di infermieri. “Basta premiare sempre chi più sbaglia”, tuona Berti. Finco: "Poi non si dia la colpa dei disservizi alla riforma sanitaria regionale"

"Al Veneto virtuoso siano assegnate maggiori risorse per assumere infermieri”. Lo chiede in una nota il capogruppo della Lega Nord in Regione, Nicola Finco, intervenendo in merito all’imminente scadenza entro cui le Regioni dovranno comunicare al Ministero della Salute i fabbisogni del personale sanitario. “Non è possibile – dichiara l’esponente leghista - che il Veneto, Regione tra le più virtuose d’Italia e con un servizio sanitario universalmente riconosciuto d’eccellenza, sia costretta a chiedere sacrifici ai lavoratori del comparto ospedaliero e soprattutto agli infermieri, risorsa fondamentale per il servizio sanitario e la salute dei cittadini. Il blocco dei contratti e delle assunzioni imposto dal Governo indistintamente a tutte le Regioni – sottolinea - mette a rischio il buon servizio e l’alta qualità delle prestazioni sanitarie della nostra Regione che ogni anno si vede, di fatto, tagliare i trasferimenti di risorse”.
Una posizione che vede allineato anche il capogruppo del Movimento 5 Stelle in consiglio regionale, Jacopo Berti, che in un’altra nota chiede al Governo di “stanziare i fondi necessari alle assunzioni indispensabili alla sanità veneta” perché “non è possibile che il Governo si giri sempre dall'altra parte, premiando chi più sbaglia come le Regioni del sud. Qui non stiamo parlando di geografia, ma di merito. Se uno vale deve essere premiato, ma questa in Italia è ancora una chimera”.

“Non vorrei – sostiene anche Finco nella sua nota - che, a causa della mancata applicazione dei costi standard, almeno in sanità, il Veneto si trovasse per l’ennesima volta penalizzato sul fronte del riconoscimento di un più adeguato livello occupazionale sanitario. Basti pensare che il costo medio del personale sanitario per abitante (su dati Age.na.s. – Agenzia Nazionale per i servizi sanitari regionali) ammonta per il Veneto a 589,32 euro pro-capite, che è inferiore a quello di molte altre Regioni come ad esempio il Piemonte con 676,99 euro pro-capite, la Valle d’Aosta con 944,92 e l’Emilia Romagna con 707,72 e il vicino Friuli Venezia Giulia con ben 845,22 euro pro-capite. A fronte di tale virtuosità – prosegue il leghista – al Veneto deve essere riconosciuto un maggior numero di infermieri e, più in generale, di dipendenti che operano negli ospedali direttamente a tutela della salute dei cittadini”.

Finco ha infine espresso preoccupazione sul fatto che “il Governo stia sottovalutando il problema legato all’orario europeo, che impone un livello massimo di 11 ore lavorative giornaliere, sapendo bene che tale limitazione, peraltro legittima, comporta non pochi rischi anche per molti interventi in sala operatoria e può mettere in pericolo la vita di numerosi pazienti, se non si provvede ad aumentare il personale sanitario ospedaliero”.

“Il Governo – conclude Finco – oltre al taglio già richiesto al Veneto di oltre 180 milioni di euro per la parte sanitaria, cui ne vanno sommati altri 103 milioni per migliorare i saldi della finanza pubblica, cioè gli sprechi dello Stato centrale e delle altre regioni, non può continuare a bloccare i contratti del personale sanitario. Alla nostra regione vanno consentite nuove assunzioni di personale sanitario ospedaliero”.

“Non vorrei – evidenzia Finco - che un domani gli eventuali disservizi fossero attribuiti alla riforma sanitaria che ci accingiamo ad approvare e che non prevede assolutamente il taglio dei servizi o una loro minor qualità; anzi, attraverso la riduzione delle ULSS e con gli acquisti e servizi centralizzati, avverrà proprio il contrario”.

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