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Mercoledì 24 FEBBRAIO 2016
La sanità e il disagio psichico lavoro-correlato 



Gentile direttore,
le scrivo in relazione alla recente lettera pubblicata della dottoressa Serena Caprio sulla morte drammatica della collega Luana Ricca. Non posso entrare nel merito diretto di questo singolo, terribile avvenimento: non conosco nei dettagli le storie, gli eventi. Però voglio sottolineare come la collega Caprio metta in evidenza una questione fortemente attuale e profondamente drammatica: il tema del mobbing, del disagio lavorativo e del clima della ingiustizia lavorativa subito dalle donne nel mondo lavorativo. Compreso, purtroppo, quello sanitario. Mi permetto di affermare con forza questo dato perché è quello che deriva, quotidianamente e sempre più frequentemente, dalla osservazione clinica diretta (all'interno di un servizio pubblico dedicato alle psicopatologie lavoro-correlate). La collega fa riferimento direttamente al ministro Lorenzin, e fa bene.

Ciò che connota, spesso in maniera virulenta, la dimensione lavorativa nell'ambito sanitario è una estensione del disagio psichico lavoro-correlato sempre più fortemente vissuto (e sempre più spesso dalle colleghe): i nostri dati lo confermano; le storie, dapprima umane e poi "cliniche", lo sottolineano. La necessità di mettere mano, all'interno delle agenzie sanitarie (e naturalmente nel contesto lavorativo nel suo complesso), agli argomenti inerenti la organizzazione del lavoro, la diffusione di buone prassi, la necessità di esaltare, e non già frustrare, il concetto di giustizia organizzativa (nel cui ambito il riconoscimento del merito trova una sua legittima collocazione) è argomento che deve interessare gli ambiti governativi (ai diversi livelli). Lo spazio di una lettera è certamente troppo esiguo per poter descrivere quanto già conosciamo, sulla base di indagini scientifiche validate, in termini di danni alla salute, di costi sociali (di cui il suicidio è quello più drammatico, ma non l'unico) e persino di danno alle economie sociali dei paesi industrializzati.

Imparare dall'esperienza è un nostro dovere, come medici. In fenomeni come quelli descritti è un dovere che dovremmo sentire ancora più acuto.
Ringrazio per la Sua attenzione.

Giovanni Nolfe
Responsabile Centro di Riferimento della Campania per le Psicopatologie da Mobbing e Disadattamento Lavorativo, ASL Napoli 1 centro

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