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Lunedì 22 FEBBRAIO 2016
Campania. Procede a ritmo serrato la razionalizzazione nelle Asl e negli Ospedali
Atti aziendali di Asl e ospedali: in vista dell’udienza del 29 febbraio fissata dalla Corte dei conti sul presunto danno erariale per mancato rispetto degli standard di personale, il Commissario Polimeni intima ai manager di procedere ad horas ad adeguamenti e demansionamenti.
Razionalizzazione delle Unità operative semplici e complesse di Asl e ospedali della Campania: si procede in queste ore a tappe forzate, in tutte le aziende sanitarie, per ottemperare alle disposizioni del commissario ad acta Joseph Polimeni che nei giorni scorsi ha emanato apposite circolari ai direttori generali e commissari in cui fa obbligo di rispettare i parametri individuati dal decreto 78 del 2015 (Enti locali) per la razionalizzazione della spesa del Servizio sanitario nazionale.
In particolare, con una prima nota datata 8 febbraio - all’indomani delle prime notifiche della Corte dei conti con gli inviti a dedurre per decine tra manager e commissari su un presunto danno erariale per 16 milioni di euro - Polimeni avverte che “come anticipato per le vie brevi in questi primi giorni dal nostro insediamento (suo e del sub commissario Claudio D’Amario, ndr), si fa obbligo alle aziende in indirizzo, di procedere ad horas all’esatto adempimento degli obblighi in tema di parametri standard per l’individuazione delle unità operative complesse, (Uoc), Unità semplici dipartimentali (Uosd) e Unità operative semplici (Uos)".
"Di cui alla legge 135 del 2012 ed al Dca n. 18 del 2013 nonché - aggiunge - alla conseguente immediata soppressione delle Unità operative in esubero con interruzione, laddove possibile, della quota di retribuzione connessa alla titolarità delle suddette unità in esubero. Si dispone pertanto – conclude Polimeni nella sua nota indirizzata anche agli uffici della Regione – che la direzione generale per la tutela della Salute , proceda ad inviare immediatamente a questa struttura commissariale gli Atti aziendali che recepiscono le suddette rimodulazioni di Unità operative per una pronta adozione dei relativi decreti commissariale di recepimento”.
Tre giorni dopo Polimeni, l’11 febbraio scorso, emana una seconda circolare relativa agli incarichi dirigenziali chiarendo che la “Struttura commissariale sta provvedendo ad emanare gli Atti aziendali” riferendosi a quelli inviati alla Regione dai manager e dagli uffici di Palazzo Santa Lucia che “hanno passato il vaglio della Commissione a suo tempo istituita per la valutazione”, facendo così riferimento ai soli Atti aziendali delle Aziende ospedaliere pubblicati, con prescrizioni, il 18 settembre del 2014 sul Bollettino regionale.
Prima udienza il 19 febbraio
La prima udienza della Corte dei conti è fissata per il 29 febbraio in cui ex manager e direttori delle aziende ospedaliere della Campania sono convocati per rispondere di un presunto danno erariale. I diretti interessati si sono già riuniti nei giorni scorsi per conferire i mandati ai rispettivi legali. Ad affiancarli c’è anche l’ufficio legale di Federsanità Anci e Fiaso (Federazione italiana aziende sanitarie ospedaliere).
Atti aziendali mai approvati
Le posizioni sono divisi tra ex manager e direttori generali in carica di aziende ospedaliere e manager delle Asl la cui istruttoria propedeutica all’adozione degli atti aziendali vede una differente griglia di stato di avanzamento. Entrambe le posizioni tuttavia, sono accomunate dal fatto che né per gli uni né per gli altri gli atti aziendali sono stati definitivamente approvati dalla struttura commissariale e dalla Regione. Ma al massimo licenziati con una serie di prescrizioni. Il via libera definitivo, invece, non è arrivato né prima della fine della consiliatura Caldoro né, tantomeno, nella fase successiva all’insediamento di De Luca. Nel mezzo c’è il clamoroso ritardo (8 mesi) con cui il Ministero ha nominato il nuovo commissario ad acta Joseph Polimeni, unico titolare del procedimento con facoltà di firma degli Atti aziendali. Diverso è lo scenario per le Asl. Qui nel 2014 la fase istruttoria era rimasta al palo di un’interlocuzione tra i manager e la commissione regionale a tale scopo istituita che, su mandato della struttura commissariale, stava vagliando le proposte di riordino di strutture (semplici, semplici dipartimentali e complesse) cui affidare la mission assistenziale. Si trattava di individuare (demansionando o promuovendo) i dirigenti di I livello e i primari, molti dei quali con incarichi a scavalco e indennità parziali, circostanza di cui occorrerà tenere conto per la valutazione finale della reale entità del danno patito dalle casse pubbliche. Per le Asl la notifica degli atti della Corte dei conti è ancora in corso e i termini per il deposito delle difese slitteranno dunque a marzo.
Piano ospedaliero dal 2010 al palo
Sullo sfondo resta il fatto che tutta la partita dei ritardi e inadempimenti di cui sono accusati manager e funzionari avveniva in assenza di un Piano ospedaliero regionale. Il decreto 49 (Piano ospedaliero) licenziato dal 2010 dall’allora commissario ad acta Giuseppe Zuccatelli è infatti rimasto a bagnomaria per anni nelle maglie del tavolo interministeriale di verifica del Piano di rientro dal deficit sebbene gli atti aziendali siano null’altro che il braccio operativo di una pianificazione che definisce la configurazione dell’offerta sanitaria in base al fabbisogno programmato e alla missione assistenziale attribuita a ciascuna azienda sanitaria al fine di assicurare i Livelli essenziali di assistenza. Iter che per prassi vede sempre il coinvolgimento delle forze sindacali. Quel che è certo, invece, è che la legge cui la Corte dei conti fa riferimento è il decreto n. 78 del giugno del 2015, convertito nella legge 128 del 6 agosto 2015 (decreto Lorenzin ispirato agli standard ospedalieri definiti dall’ex ministro Balduzzi) pubblicato sulla Gazzetta ufficiale del 14 agosto dello scorso anno. Nella conversione in legge, all’articolo 9 un comma dispone la retroattività dell’atto al 1° gennaio del 2015.
Un comma che salverebbe le posizioni di molti manager e funzionari coinvolti che, al momento del varo della norma, non erano più in sella per fine mandato. Gli unici ancora nelle funzioni, a fine del 2014, erano infatti Ernesto Esposito alla Asl Napoli 1 (non coinvolto nella vicenda in quanto aveva riassorbito gli esuberi evitando di conferire incarichi mano a mano che si verificavano i pensionamenti) e Antonio Squillante che ha già prodotto una serie di carteggi a difesa della sua posizione. Una procedura amministrativa e contabile complessa che sarà difficile districare in breve tempo mentre allo stop del sequestro preventivo della Procura è già scattata la reiterazione della richiesta.
Falcidie di posizioni nelle aziende sanitarie
Intanto in tutti gli ospedali si sta procedendo, in queste ore, agli adeguamenti di organico sebbene la Regione è già corsa a Roma in questi giorni, al Tavolo interministeriale di verifica sugli adempimenti per il rientro dal deficit, per segnalare come in strutture di eccellenza, come Il Pascale, le Università, i grandi ospedali, i parametri da rispettare (17,5 posti letto per primario che diventano 16 nelle aziende ospedaliere e 22 per le Asl) con 13.515 residenti per struttura complessa in ambito territoriale e 1,31 strutture semplici per ogni struttura complessa, sia in ambito ospedaliero che territoriale, determinano una falcidie di posizioni difficilmente compatibili con il mantenimento dei Livelli di assistenza. Una scure che, per esempio, al Pascale su 29 primari (in maggioranza giovani e vincitori di concorso) per 221 posti letto, determina demansionamenti per 13 posizioni, mentre 40 sono le strutture semplici da eliminare. Anche in Regione, di fronte a questi numeri, c’è chi obietta che così chi ci rimette è soprattutto l’assistenza.
Tra gli esuberi fatti registrare dalle altre aziende ospedaliere il record spetta al Sant’Anna e al San Sebastiano di Caserta con un’eccedenza di 94 unità mentre una in meno ne conta il Cardarelli dove, il commissario Patrizia Caputo, alla vigilia delle notifiche dei rilievi della Corte dei conti, ha già provveduto, pur in assenza di atto aziendale approvato, ad adottare una raffica di demansionamenti e di attivazioni di nuove strutture lasciando fuori solo la Stroke-Unit che dunque spetterà al nuovo piano ospedaliero prevedere ed attuare. A quota 52 ci sarebbe invece l’Azienda dei Colli e anche qui il manager ha già deliberato per l’allineamento richiesto dal Commissario. Lo stesso dicasi per il Santobono-Pausilipon con16 esuberi, mentre sono in corso di adozione i provvedimenti delle due aziende ospedaliero-universitarie della Federico II e della Sun.
Lavori in corso a Caserta
L’ultima in ordine di tempo ad essere intervenuta è la commissione straordinaria che amministra l'Azienda Ospedaliera "Sant'Anna e San Sebastiano" di Caserta, struttura sciolta lo scorso anno per infiltrazioni camorristiche, che ha emesso la delibera che adegua il numero delle unità operative complesse e di quelle semplici dell'ospedale a quanto richiesto lo scorso 5 febbraio dalla Procura della Regione Campania della Corte dei Conti. I pubblici ministeri contabili avevano notificato alla struttura sanitaria Caserta, l'ordine di adeguare gli organici ai parametri regionali, che prevedono 34 strutture complesse e 45 semplici, contestando ai precedenti manager casertani, relativamente al periodo 2014, la presenza di 41 strutture complesse e 132 semplici e semplici dipartimentali, mentre per l'anno 2015 di 44 complesse e 128 semplici e semplici dipartimentali.
“Gli incarichi dei dirigenti di struttura complessa – dice una nota diramata dall’azienda ospedaliera - per l'anno 2014 erano in realtà 34 e nel 2015 ancor meno, 30, quindi nel pieno rispetto dei parametri regionali, mentre le strutture semplici e semplici dipartimentali presenti nel 2014 erano 128, scese poi a 124 nel 2015, a fronte delle 45 previste". Con la delibera adottata, dunque, le unità operative complesse dell'ospedale casertano restano 34, mentre si è dovuto procedere alla soppressione delle unità semplici e semplici dipartimentali in esubero. "Dopo questo immediato adeguamento alla prescrizione della Corte dei Conti, seguirà a breve il nuovo atto aziendale, che costituirà il documento programmatorio di riorganizzazione complessiva" hanno dichiarato i commissari Cinzia Guercio, Michele Ametta e Leonardo Pace commissari dell’azienda di Terra di Lavoro.
Ettore Mautone
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