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Giovedì 14 APRILE 2011
Glutine: non c’è solo la celiachia
Una Consensus Conference definisce un nuovo disturbo: la sensibilità al glutine, che sarebbe diversa e molto più diffusa della celiachia. Messo a punto anche un algoritmo diagnostico.
Ha finalmente un nome il disturbo che colpisce tre milioni di italiani e che ha sintomi molto simili alla celiachia. Una Consensus Conference tenutasi nei giorni scorsi a Londra ha infatti definito l’esistenza della sensibilità al glutine, una nuova patologia che potrebbe risolvere il problema dell’inquadramento di quei pazienti per cui era stata esclusa la diagnosi di celiachia, senza che si disponesse di un’alternativa.“Fino a qualche anno fa – ha spiegato Anna Sapone, della Seconda Università di Napoli – ci trovavamo davanti pazienti che a fronte della sintomatologia descritta non avevano un’indicazione precisa. Si pensava che una volta esclusa la celiachia, la sensibilità al glutine non esistesse e che coloro che per eliminare i propri disturbi traevano vantaggio da una dieta senza glutine, godessero sostanzialmente del solo effetto placebo. Oggi non è più così, sappiamo che possiamo prescrivere la dieta senza glutine, anche temporanea, con la certezza di “curare” il nostro paziente”.
I 14 esperti riuniti a Londra hanno risposto a 9 quesiti, a cominciare dalla definizione della sensibilità al glutine. “Lo spettro dei disturbi correlati al glutine da oggi è un po’ più ampio – ha spiegato Alessio Fasano, dell’Università del Maryland School of Medicine di Baltimora - perché si è aggiunta una nuova entità a se stante: la sensibilità al glutine. Per identificarla avevamo la necessità di distinguerla soprattutto dalla celiachia, con cui condivide la maggior parte dei sintomi principalmente gastrointestinali. Possiamo affermare oggi che oltre a una differenza molecolare la sensibilità al glutine differisce dalla celiachia anche per la risposta del sistema immunitario. Se per la celiachia abbiamo, infatti, un meccanismo di tipo auto-immune fortemente condizionato da una risposta adattativa del sistema immunitario, per la sensibilità al glutine abbiamo osservato un maggiore coinvolgimento del meccanismo immunitario innato senza interessamento della funzione della barriera intestinale”.Il passo successivo è stato la messa a punto di un algoritmo per la diagnosi della nuova patologia.
“Il nostro incontro di Londra – ha aggiunto Carlo Catassi, Ordinario di Pediatria presso l’Università Politecnica della Marche di Ancona – è stato fondamentale per definire, per la prima volta, un iter diagnostico che identificasse la sensibilità al glutine. Sappiamo oggi, con maggiore confidenza, che per diagnosticare la sensibilità al glutine è necessario escludere tramite gli opportuni e specifici test diagnostici sia la celiachia che l’allergia al grano. Per quanto riguarda i sintomi, questi, sono molto comuni e coprono una vasta gamma che va dai dolori addominali, al gonfiore, all’annebbiamento mentale, alla stanchezza cronica fino ai disturbi del comportamento quali l’instabilità dell’umore e la depressione. Infine la sensibilità al glutine non sembra dare indicazioni temporali precise, può aumentare nel corso della vita o scomparire senza lasciare tracce”.
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