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Mercoledì 13 APRILE 2011
Sonno dei bambini: la genetica non è tutto

Uno studio coordinato dall’Istituto superiore di sanità rivela il peso dei fattori ambientali nel determinare i modelli del sonno nei più piccoli. Una conferma che con insegnare le buone abitudini è efficace.

Ai pediatri vengono spesso rivolte domande sulle abitudini al sonno dei bambini e su come i genitori possano cambiarle. Ma queste abitudini sono così modificabili come pensiamo? Uno studio pubblicato questa settimana su Pediatrics ha affrontato l’argomento esaminando le abitudini a sonno di più di 300 coppie di gemelli, mono- e dizigoti, arruolate nel Registro Nazionale Gemelli dell’Istituto Superiore di Sanità. Lo studio ha analizzato le abitudini al sonno dei gemelli a 18 mesi di vita per quanto riguarda il "co-sleeping" e cioè la condivisione del letto o della stanza da letto con i genitori, la durata del sonno diurno e notturno e i risvegli notturni. “I disturbi del sonno riguardano circa il 25-30% dei bambini e degli adolescenti e sono possono essere associati a disturbi del comportamento, performance scolastica, e influenzare lo stato di salute in generale”, ha spiegato la prima firmataria dello studio, Sonia Brescianini del Centro Nazionale di Epidemiologia, Sorveglianza e Promozione della Salute, Istituto Superiore di Sanità . “Quello che questo studio ha cercato di spiegare è quanto conta l’ambiente e quanto la genetica nell’influenzare le abitudini al sonno dei bambini italiani. I risultati mostrano un forte influenza dei fattori ambientali condivisi dai gemelli e una minore, seppure non trascurabile influenza dei geni”. Questi risultati dovrebbero rassicurare i pediatri italiani che con i loro consigli sull’igiene del sonno possono contribuire a migliorare il sonno dei piccolini e, perché no, anche quello dei genitori.

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