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Venerdì 05 FEBBRAIO 2016
Lazio. Cgil: “Regione ci ha assicurato che San Raffaele dispone di budget adeguato a mantenere attuali livelli occupazionali”

Così Carlo Mazza, responsabile per la sanità privata della Fp Cgil Roma e Lazio, al termine dell’incontro con le parti sociali svoltosi presso gli uffici regionali. “In caso contrario, la Cabina di Regia per la sanità ci ha riferito che procederà a rivedere i requisiti di accreditamento delle strutture del Gruppo”. Nel frattempo i confederali promuovono una mobilitazione complessiva della sanità laziale per il prossimo 17 febbraio.

La Cabina di regia per la sanità della Regione ci ha garantito “che il Gruppo San Raffaele ha ricevuto, negli anni, tutto il budget sufficiente per mantenere gli attuali livelli occupazionali”, così Carlo Mazza, responsabile per la sanità privata della Fp Cgil Roma e Lazio, al termine dell’incontro con le parti sociali svoltosi presso gli uffici regionali. “Se dovesse venire effettuato qualche licenziamento – spiega Mazza – ci è stato assicurato che le Regione procederà a rivedere i requisiti di accreditamento delle strutture del Gruppo”. I sindacati si incontreranno con i vertici del San Raffaele il prossimo 9 febbraio, termine ultimo per sancire una decisione definitiva rispetto al futuro dei lavoratori.

Nel frattempo i sindacati confederali rilanciano la mobilitazione complessiva rispetto alla sanità laziale, sia pubblica che privata, “alle prese con una crisi senza precedenti – sottolinea una nota congiunta di Cgil, Cisl e Uil - Per questo, per sensibilizzare i cittadini e richiamare alle proprie responsabilità il Governo e la Regione Lazio, le lavoratrici e i lavoratori di tutto il settore si mobiliteranno il 17 febbraio, manifestando di fronte alla sede del Ministero della Salute di Piazza Castellani, Lungotevere Ripa, dalle 11:00 alle 13:00”.

I sindacati denunciano che gli operatori “sono impoveriti da anni di salari e contrattazione bloccati. Persino norme di buonsenso come quella sull'orario di lavoro in sanità, che impongono limiti e riposi compensativi per garantire la salute di chi cura e di chi viene curato, hanno avuto effetti negativi: senza lo sblocco del turn-over non si può assumere personale a sufficienza per applicarle”.

E, osservano, "mentre il pubblico si ridimensiona, riduce i posti letto, taglia e non si struttura sul territorio con servizi di prossimità, la crisi del privato accreditato è un buco nero: alle emergenze note, Idi-San Carlo, Israelitico, San Raffaele e Fatebenefratelli, si aggiungono le troppe procedure di licenziamento collettivo in atto e la poca chiarezza sul futuro delle cliniche con 40 posti letto. La tegola finale è l'annuncio da parte delle associazioni datoriali Aris e Aiop dello stato di crisi delle residenze per anziani. In gioco ci si sono – conclude la nota - il 50% del salario di 4.600 lavoratori, 5.000 posti letto nelle residenze e 1.000 nelle riabilitazioni”.
 

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