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Giovedì 07 APRILE 2011
La partenza in salita della sanità on line

L’odissea dei certificati on line non sembra trovare mai conclusione. Tra circolari, diktat e retromarce il sistema che dovrebbe digitalizzare l’attestazione giuridica della malattia non ingrana soprattutto negli ospedali e nei Pronto soccorso a causa di problemi di natura tecnica che hanno come conseguenza quella di intasare le corsie e gli studi dei Mmg. E problemi ci sono anche sulle ricette on line e la verifica sull’esenzione dal ticket per reddito affidata ai camici bianchi.

“Ci vogliono in media 10 minuti di tempo per stampare un certificato – afferma su Repubblica Firenze Mauro Ucci della Fimmg – e vuol dire che in certi casi bisogna aspettare di più”. Ma il problema è che il sistema si blocca anche negli ospedali come ha segnalato ieri il segretario nazionale Costantino Troise che ha rimarcato come “le recenti prese di posizioni di molti Dg e di Regioni del nord Italia, proprio dove secondo la commissione tecnica la procedura avrebbe dovuto aver raggiunto elevati livelli di funzionalità, fanno riflettere sull’effettivo stato delle cose. È diventato palese che il sistema informatico non è in grado di sopportare l’enorme flusso di dati tanto che vengono segnalati quotidianamente gravi disservizi ed impossibilità di utilizzare il sistema dagli ospedali di tutto il Paese. Allo stesso tempo sta aumentando la ‘pressione’ sui Pronto Soccorso a fini puramente amministrativi con allungamento dei tempi di attesa ed aumento dei contenziosi con i cittadini”. E proprio questo intasamento che si produce negli ospedali si riverbera sui medici dell’assistenza territoriale che per protesta (è successo in Campania) hanno deciso di disertare i corsi di formazione organizzati dalla Sogei, la società ch gestisce la certificazione on line. Ma le novità tecnologico-burocratiche per i medici non finiscono qui. Ora dovranno verificare anche se un paziente ha diritto all’esenzione del ticket in base al reddito, senza dimenticare l’avvio della ricetta on line e per molti il vaso è colmo. “Noi chiediamo ai nostri pazienti – ha affermato su il Mattino  Giuseppe Tortora, vice segretario dello Smi – se vogliono ancora che il medico di famiglia continui ad occuparsi dei loro problemi di salute oppure preferiscono che si trasformi in un mero burocrate”. Gli ha fatto eco anche Roberto Lala, segretario nazionale del Sumai-Assoprof che ha sottolineato come “in molte regioni vi sono liste d’attesa lunghe anche più di 6 mesi e già questo è intollerabile, se poi ai medici affidiamo compiti che esulano il loro ruolo professionale rischiamo veramente di produrre una situazione per cui un cittadino non è più in grado di esigere un suo diritto imprescindibile, quello alla Salute”. Insomma da nord a sud non mancano le proteste e i disagi che per ora la tecnologia non riesce a dissipare.

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