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Giovedì 14 GENNAIO 2016
Puglia. Riordino rete ospedaliera, Emiliano il 22 gennaio riferirà in Consiglio
La convocazione è stata richiesta ieri in Commissione sanità dal consigliere Nino Marmo (Fi) attraverso una pregiudiziale. In commissione ieri è intervenuto l'assessore al welfare Salvatore Negro: "Il piano andava adottato entro il 31 dicembre", ha riferito, annunciando il 28 febbraio come data entro cui produrre la delibera definitiva.
Il 22 gennaio seduta sul piano di riordino della rete ospedaliera in Commissione Sanità del Consiglio regionale pugliese alla presenza del presidente della Regione Michele Emiliano e del direttore del Dipartimento salute Giovanni Gorgoni. Ad annunciarlo è una nota del Consiglio, spiegando che ieri la Commissione sanità presieduta da Pino Romano ha affrontato il tema ala presenza dell'assessore al welfare Salvatore Negro. E’ stato il consigliere di FI Nino Marmo, attraverso una pregiudiziale, a chiedere al presidente della Commissione di iscrivere il tema all’ordine del giorno della prossima seduta, sostenendo che ad oggi – al di la di indiscrezioni di stampa – i consiglieri non dispongono di alcuna informazione di dettaglio sulle decisioni che il governo regionale avrebbe assunto in merito. Alla richiesta si sono associati i consiglieri del M5S Mario Conca e Marco Galante.
L’assessore Negro, riferisce la nota, "ha fornito precisazioni sull’iter e sullo stato di attuazione del piano di riordino della rete ospedaliera, chiarendo che l’interlocuzione avvenuta a fine dicembre tra Ministero della Salute ed il presidente della Regione, Michele Emiliano, avrebbe rivelato la non perentorietà del 31 dicembre come termine ultimo entro il quale adottare il nuovo piano di riordino ospedaliero". L’assessore Negro ha quindi parlato del 28 febbraio come data entro cui produrre la delibera definitiva e spiega ai consiglieri che ieri il presidente Emiliano si trovava a Roma presso il Ministero della Salute, "per approfondire la materia anche alla luce degli ulteriori adempimenti introdotti con la legge di stabilità che prevede per i singoli presidi ospedalieri il perseguimento obbligatorio, a partire dal 2017, dell’equilibrio di bilancio", aspetto, ha sottolineato Negro, "rilevante che è oggetto anch’esso di un ulteriore approfondimento con il Ministero da parte del presidente Emiliano".
Nessun accenno, tuttavia, al riordino della rete ospedaliera pugliese nella nota di Emiliano che fa il punto sull'incontro con Lorenzin, che ha avuto per oggetto il Patto per la Salute e la questione del Sud. “E' stata una giornata di buon lavoro con il ministro della Salute Beatrice Lorenzin assieme ai presidenti delle regioni d’Italia. È stata soprattutto posta la questione di come le regioni del Sud possano recuperare lo svantaggio rispetto alle regioni del Nord”, riferisce infatti Emiliano nella nota. “Abbiamo immaginato – ha aggiunto il presidente della Puglia - di costruire una road map di obiettivi precisi da conseguire in tempi determinati attraverso investimenti non più confusi ma assolutamente organizzati tra le regioni del Mezzogiorno per consentire, a queste ultime, di limitare la cosiddetta mobilità passiva. Ciascuna Regione dovrà investire laddove è più debole, e lo dovrà fare in coordinamento e in collaborazione con le altre regioni del Sud”. Per Emiliano si tratta di “una strategia positiva che il ministro ha considerato utile e che al più presto verrà consolidata in sede di conferenza delle regioni”.
Insieme con il presidente Emiliano, era presente all'incontro anche il direttore del Dipartimento Promozione della Salute, del benessere sociale e dello sport per tutti della Regione Puglia, Giovanni Gorgoni. “Il dato che è emerso prepotentemente dal lungo confronto di questa mattina – ha sottolineato Gorgoni - è stato ancora una volta quello relativo alla rappresentazione di due Italie, alle quali vengono richiesti pari livelli essenziali di assistenza senza che venga chiarito quale sia il fabbisogno minimo di capitale umano per garantirli. Nelle regioni del Sud, la risorsa umana è spesso lontana da livelli qualitativi e quantitativi necessari per garantire i LEA”. “È stato anche ribadito – ha concluso Gorgoni - quanto emerso alla fine del 2015 in tema di riparto del FSN: e cioè che l'attuale sistema dei costi standard non soddisfa nessuno e non compensa le determinanti sociali della salute”.
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