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Martedì 12 GENNAIO 2016
Sardegna. Arru: “Riordino cure primarie sarà pilastro della riforma sanitaria. Sempre più centrale prevenzione”

Lo ha riferito l'assessore alla Sanità, presentando alla commissione Sanità gli indirizzi generali riguardanti le cosiddette 'cure primarie'. “Diventeranno quindi sempre più centrali gli interventi di prevenzione e di contrasto alla cosiddette cure croniche che, superando il modello tradizionale del medico condotto, dovranno essere effettuati da team di specialisti aggregati sul territorio”.

"Quello delle cure primarie è un pilastro fondamentale della riforma sanitaria, assieme alla nuova rete ospedaliera ed al servizio di emergenza-urgenza". Lo ha riferito l'assessore della Sanità, Luigi Arru, presentando alla commissione Sanità gli indirizzi generali riguardanti le cosiddette "cure primarie" che, partendo dai contenuti del Patto della Salute e dalle strategie dell'Organizzazione mondiale della Sanità tracciano un modello dimensionato in base alle specificità della Sardegna.

Un provvedimento sul quale è slittato il parere dell'organismo consiliare. "La nostra realtà - ha spiegato Arru - è molto particolare perché la composizione della popolazione della Regione sta cambiando; entro il 2050 il 25% dei sardi avrà più di 65 anni e questo dato, anche in termini di consumo delle risorse sanitarie (stimato in circa 1500 euro l'anno con tendenza al raddoppio man mano che ci si avvicina agli 80 anni), avrà un impatto significativo sul sistema".

Secondo l'assessore, "diventeranno quindi sempre più centrali gli interventi di prevenzione e di contrasto alla cosiddette cure croniche che, superando il modello tradizionale del medico condotto, dovranno essere effettuati da team di specialisti aggregati sul territorio presso strutture di prossimità, principalmente le case della salute, le più vicine possibile alla residenza del paziente".

Compito degli specialisti coordinati dal medico di famiglia "sarà quello di tracciare percorsi di cura efficaci e, dove le singole situazioni lo consentono, alternativi all'ospedale; si tratta di una grande innovazione che presuppone un nuovo ciclo di formazione dei medici che dovranno lavorare insieme utilizzando al meglio anche le tecnologie, come fascicolo sanitario elettronico, tessera sanitaria, ricetta elettronica".
 

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