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Lunedì 11 GENNAIO 2016
San Camillo. Cisl: “Persi oltre 200 letti di degenza in poco più di 4 anni. Occorre tavolo con sindacati”

Tra le priorità indicate dal sindacato: riapertura dei posti letto, ed assunzione di personale, in poche parole, investimenti nella sanità pubblica. "Ogni 15 nuove assunzioni si perdono 85 posti di lavoro. I problemi che affliggono il Pronto Soccorso del San Camillo, sono tutti qua, e sono gli stessi degli altri Servizi di questo genere presenti nel territorio di Roma e Lazio".

Il Pronto Soccorso del San Camillo risulta intasato ora, ed in molti altre giornate dell’anno, per un motivo banale: l’ospedale ha perso oltre 200 letti di degenza in poco più di quattro anni. E' l'allarme lanciato dalla Cisl. "In passato abbiamo occupato per giorni le stanze della Direzione Generale, abbiamo organizzato fiaccolate aiutati e supportati dai cittadini stessi - ricorda una nota - Più di recente abbiamo smascherato Zingaretti, bravo ad inaugurare reparti ancora colpevolmente chiusi".

Il sindacato non usa mezzi termini. "I cittadini e gli operatori pagano, ogni giorno, il prezzo più alto. Il territorio non è attrezzato per dare risposte sanitarie, tanto da costringere i cittadini a rivolgersi agli ospedali, che sistematicamente vengono smantellati dalle scelte della politica". Alla Giunta la Cisl suggerisce alcuni interventi: riapertura dei posti letto, ed assunzione di personale, in poche parole, investimenti nella Sanità Pubblica.

"Il turn-over imposto in questi anni - sottolinea la nota - ha letteralmente cancellato centinaia di posti di lavoro per infermieri, tecnici e personale addetto all’assistenza. Ogni 15 nuove assunzioni si perdono 85 posti di lavoro. I problemi che affliggono il Pronto Soccorso del San Camillo, sono tutti qua, e sono gli stessi degli altri Servizi di questo genere presenti nel territorio di Roma e Lazio. Forse non ci sono malati costretti ad attendere le cure su un pavimento - conclude la Cisl - ma ce ne sono fin troppi costretti a farlo sui corridoi. Basta con le Parole si torni ad aprire dei tavoli di concertazione con le Organizzazioni Sindacali dei lavoratori”. 

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