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Venerdì 11 DICEMBRE 2015
L’allarme della Società di cardiologia: “Un over 55 su tre svilupperà lo scompenso cardiaco e la metà di loro morirà entro 5 anni”
"Una prognosi peggiore che nella maggior parte dei tumori". Non a caso, proprio lo scompenso cardiaco e l'aterosclerosi, saranno alcuni dei temi caldi del 76° Congresso nazionale della Società italiana di cardiologia che apre i battenti oggi a Roma. Spazio poi alla genetica e agli interventi hi-tech nella lotta alle malattie cardiovascolari.
Quattro giorni di lavori congressuali per oltre 2mila partecipanti, una cinquantina di simposi, corsi di aggiornamento, centinaia di relazioni e letture magistrali. Questi i numeri del 76° Congresso nazionale della Società Italiana di Cardiologia che apre i battenti oggi a Roma e proseguirà fino al prossimo 14 dicembre. “La cardiologia negli ultimi 50 anni ha fatto dei progressi incredibili consentendo di aumentare l’aspettativa di vita di oltre dieci anni, un esempio concreto dell’importanza della lotta alle malattie cardiovascolari e del grado di eccellenza della ricerca cardiologica. Il 76° Congresso Sic, oltre ad essere un convegno elevato dal punto di vista scientifico e pieno di novità̀ importanti, sarà, ancor più che in passato, un momento di incontro tra le varie realtà̀ nazionali e internazionali, con l’obiettivo di costituire sempre più un riferimento importante per la cardiologia italiana e non solo”, spiega Francesco Romeo, Presidente della Società italiana di cardiologia.
Tante le novità interessanti di questi intensi 4 giorni dedicati al cuore. La cardiologia italiana dimostra di essere in buona salute e uno dei settori della medicina a maggiore evoluzione. Tema caldo in agenda è quello dello scompenso cardiaco, su cui la Società italiana di cardiologia lancia l’allarme: una persona su 3 sopra i 55 anni svilupperà lo scompenso cardiaco nel corso della propria vita ma, nonostante i progressi nella cura della malattia, la metà di loro morirà entro 5 anni, una prognosi peggiore che nella maggior parte dei tumori. Nella sua Lettura Magistrale, Eugene Braunwald – lo studioso che ha più contribuito alla cardiologia negli ultimi anni – parlerà dello scompenso come di una pandemia che necessita di azioni concrete e concertate della comunità scientifica: una vera e propria dichiarazione di guerra. Nel mondo circa 38 milioni di persone soffrono oggi di scompenso cardiaco. Fra 8 anni questo numero potrebbe superare i 60 milioni con un impressionante aumento di costi diretti e indiretti (circa il 200% in più). Nel corso del Congresso saranno presentati i notevoli sforzi compiuti per migliorare il trattamento e per individuare nuovi target terapeutici mediante terapia genica e l’impiego delle cellule staminali. Risultati promettenti arrivano dallo studio dei micro-RNA e di una nuova classe di farmaci antagonisti, oltre che da dispositivi di assistenza ventricolare a lungo termine.
Altro aspetto di rilievo, le complicanze dell’aterosclerosi (in particolare infarto e ictus) che rappresentano la principale causa di morbosità e mortalità nei paesi industrializzati. Jawahar L. Mehta, ospite del Congresso, illustrerà le più recenti acquisizioni relative ai meccanismi cellulari e molecolari che sono alla base del processo aterosclerotico che consentiranno, in un futuro prossimo, di intervenire direttamente su tali meccanismi, modificando gli eventi che, a livello della parete vascolare, sono responsabili della formazione e progressione della placca aterosclerotica: si apre la prospettiva di utilizzare gli anticorpi monoclonali in cardiologia. Altra novità di rilievo è il legame tra la componente genetica e il rischio di suscettibilità verso la malattia aterosclerotica. Oggi è possibile valutare il rischio infarto anche grazie a un semplice test genetico al fine di metterlo in relazione con i tradizionali fattori di rischio (come ipertensione, ipercolesterolemia, obesità, diabete e fumo). Le carte del rischio cardiovascolare stanno per essere considerate obsolete?
Una particolare attenzione sarà posta al cuore delle donne. Le malattie cardiovascolari sono il killer numero 1 delle donne ma la maggior parte di loro non ne è consapevole e spesso sottovaluta il rischio. A questo proposito la SIC è impegnata in un’intensa campagna di informazione.
Le nuove sfide scientifiche della terapia transcatetere delle valvulopatie saranno oggetto di una serie di sessioni di aggiornamento e simposi. Ne soffrono circa un milione di persone in Italia. Di queste, circa 300 mila non possono essere sottoposte all’intervento cardiochirurgico a causa del rischio operatorio ritenuto troppo elevato e potrebbero accedere alle nuove procedure percutanee mini invasive che si sono dimostrate sicure e generalmente ben tollerate persino nei pazienti in condizioni cliniche critiche. In questo settore la cardiologia italiana, pur tra mille difficoltà regolatorie, dimostra tutta la sua eccellenza. È solo di pochi mesi fa la notizia del primo intervento al mondo di impianto di bio-valvola mitrale per via percutanea, senza circolazione extracorporea e a cuore battente, eseguito dall’Heart Team del Policlinico di Roma Tor Vergata guidato da Romeo. Un primato della cardiologia universitaria italiana. Se ne parlerà diffusamente nel corso del Simposio “One Valve One Life”, che vedrà alcuni dei maggiori esperti mondiali fare il punto sullo stato dell’arte della cardiologia interventistica e sui possibili futuri scenari di sviluppo e per un confronto con la cardiologia interventistica accademica italiana.
Per le aritmie ventricolari la genetica entra a pieno titolo nella prevenzione della morte improvvisa. L’analisi del DNA diventa una componente fondamentale della valutazione autoptica delle giovani vittime della morte cardiaca improvvisa – circa 70mila decessi l’anno in Italia – ed apre la strada alla diagnosi precoce nei parenti stretti della vittima, eventualmente affetti dalla stessa condizione, consentendo dunque di proteggerli attraverso un approccio personalizzato, che va dai cambiamenti dello stile di vita all’impiego tempestivo di alcune terapie. Sul fronte delle nuove tecnologie, entrano i defibrillatori “indossabili” nei pazienti con scompenso sistolico oltre ai defibrillatori sottocutanei come alternativa al defibrillatore tradizionale.
“L’intenso confronto con i numerosi partecipanti stranieri sottolinea la vocazione internazionale della cardiologia italiana – conclude il Presidente Romeo –. Per quanto riguarda le innovazioni terapeutiche, un approfondimento particolare ci sarà̀ sui nuovi anticoagulanti orali e sui nuovi farmaci per il trattamento delle dislipidemie. Grande spazio, inoltre, verrà dedicato ai giovani, il vero valore aggiunto della Sic, da sempre luogo di incontro tra giovani speranze in attesa di crescere e grandi maestri. Il programma prevede, fra l’altro, sessioni congiunte con il nucleo dei Cardiologists of Tomorrow della Società̀ Europea di Cardiologia. Gli ingredienti e i presupposti per un successo ci sono tutti per affrontare le sfide del nuovo anno con rinnovato entusiasmo e consapevolezza scientifica”.
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