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Martedì 29 MARZO 2011
Melanoma: un paziente su 4 ha meno di 30 anni

Dopo il cancro al polmone nelle donne, è il tumore la cui diffusione è più cresciuta negli ultimi anni. Entro l’estate sarà operativo un registro per sorvegliare l’epidemiologia della neoplasia e l’appropriatezza delle cure

L’età delle persone colpite da melanoma, un tumore della pelle molto aggressivo, si sta abbassando progressivamente. Il 25% dei nuovi casi oggi in Italia riguarda giovani al di sotto dei 30 anni, dieci anni fa questa percentuale era esigua, intorno al 5%.
Stime che rendono urgente la messa a punto di strumenti di sorveglianza epidemiologica della malattia, come quello relaizzato dall’Intergruppo Melanoma Italiano (IMI) con il sostegno di Bristol-Myers Squibb: un registro, “la prima banca dati relativa a questa neoplasia in Italia”, ha spiegato Carlo Riccardo Rossi, presidente dell’IMI e direttore dell’Unità Operativa Melanoma e Sarcomi dell’Istituto Oncologico Veneto di Padova.
“L’unica esperienza simile in Europa è quella avviata in Germania dall’Associazione dei dermatologi. È un vero e proprio database per raccogliere il numero di casi e scattare una fotografia del territorio, un quadro completo per documentare l’incidenza e l’evoluzione di questo tumore nel tempo e nelle diverse aree geografiche. L’obiettivo è quello di capire come viene curato il melanoma nel nostro Paese, individuando eventuali zone d’ombra e intervenendo perché le strategie diagnostiche e terapeutiche per questo tumore siano uniformi su tutto il territorio”, ha aggiunto.
Entro l’estate 2011 il registro funzionerà a pieno regime, con l’adesione prevista di 45 centri sul territorio nazionale. “In un momento di attenzione sulle risorse disponibili, il database consentirà anche di verificare i costi legati al melanoma, che ogni anno in Italia fa registrare circa 7000 nuove diagnosi e 1500 decessi”, ha aggiunto Paolo Ascierto, responsabile scientifico del registro e direttore dell’Unità di Oncologia Medica e Terapie Innovative dell’Istituto Pascale di Napoli. “L’incidenza di questa neoplasia è cresciuta a un ritmo superiore a qualsiasi altra (negli ultimi 10 anni infatti si è registrato un incremento di circa il 30%), a eccezione di quelle maligne del polmone nelle donne. Le cause sono da ricondurre ad abitudini sbagliate nell’esporsi al sole, alle conseguenti scottature, soprattutto durante l’infanzia e all’uso delle lampade abbronzanti, equiparate al fumo sigaretta per rischio cancerogeno”.
L’aggressività della malattia impone la necessità di una diagnosi tempestiva. La diagnosi precoce permette, infatti, di evidenziare un melanoma molto sottile, che può essere asportato con un semplice intervento chirurgico. “Se individuato in fase iniziale, questo tumore è guaribile nel 90% dei casi”, ha spiegato Alessandro Testori, direttore della Divisione Melanomi e Sarcomi muscolo cutanei dell’IEO di Milano. “La situazione diventa più complessa se avanza fino alla fase metastatica. È importante promuovere campagne informative e di sensibilizzazione perché i cittadini comprendano l’importanza di sottoporsi ad esame della cute, indagine che deve essere condotta da esperti”.  

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