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Martedì 01 DICEMBRE 2015
Alzheimer. A Brescia 15 giorni di eventi di sensibilizzazione

Si intitola “Il Natale dell’Alzheimer: dire, fare curare…” l’iniziativa promossa dal 3 al 17 dicembre dall’Irccs Fatebenefratelli della provincia Lombardo-Veneta. Obiettivo: attirare l’attenzione sui bisogni assistenziali dei pazienti e sensibilizzare e superare la paura nei confronti della malattia.

“Si dice che l’Alzheimer faccia tornare bambini e allora torniamo agli antichi scioglilingua per superare le paure legate alla demenza più diffusa”. Così l’Irccs Fatebenefratelli spiega la scelta di intitolare “Il Natale dell’Alzheimer: dire, fare curare…” la serie di eventi promossi dal 3 al 17 dicembre per sensibilizzare sulla malattia. Saranno organizzati convegni, spettacoli e celebrazioni per i malati e le loro famiglie, con l’obiettivo di “sensibilizzare e superare la paura per una delle malattie più invalidanti”.

Sono circa 15.000 le persone affette da demenza nella provincia di Brescia, più della metà delle quali  affette da malattia di Alzheimer. L'80-85% di queste persone, spiega l’Irccs, è assistita al proprio domicilio dai familiari, con il frequente ricorso a personale di assistenza privato (badanti). Nell’Irccs Fatebenefratelli, ogni anno, vengono effettuate circa 5000 visite ambulatoriali rivolte in modo specifico alle persone con disturbi della memoria, “ma il problema maggiore per i famigliari e le badanti, che incide pesantemente sulla loro qualità di vita, è costituito dai disturbi comportamentali quali l'insonnia, l'irritabilità, l'aggressività, la mancanza di collaborazione, il rifiuto della badante, le convinzioni errate della realtà. Sono questi i disturbi che mettono in difficoltà le famiglie e  le inducono a cercare aiuto nei servizi sanitari”, spiega Orazio Zanetti, responsabile dell’unità operativa Alzheimer dell’Irccs bresciano.
 
“Per fortuna – aggiunge - esiste nella nostra provincia una buona rete di servizi sia diagnostici sia assistenziali, alcuni dei quali destinati all'assistenza domiciliare, anche se ci auguriamo che la riforma attesa del settore della riabilitazione ospedaliera non costituisca una penalizzazione per i malati affetti da demenza e da malattia di Alzheimer e per i loro famigliari”.

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