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Mercoledì 25 NOVEMBRE 2015
Violenza sulle donne. Lanzarin: “Impegno a contrastarlo, ma non dimentichiamoci dei figli”

A due anni dall’entrata in vigore della legge regionale 5/2013 di prevenzione e contrasto della violenza contro le donne, sono 77 i minori accolti nelle case protette riconosciute dal Veneto. Per l’assessore al Sociale la violenza contro le donne ha “risvolti subdoli, ma altrettanto devastanti, sui minori coinvolti”.

“La violenza contro le donne è un fenomeno diffuso che ha molte facce e che ha risvolti più subdoli, ma altrettanto devastanti, sui minori coinvolti. Per questo nel programma regionale di prevenzione e tutela stiamo cercando di dare accoglienza e supporto anche ai figli, testimoni di violenze e spesso privi di adeguata protezione. Sono già più di settanta i minori accolti nelle case protette riconosciute dalla Regione: aiutiamo le donne vittime di soprusi e violenze, ma non dimentichiamoci dei figli”. Così, in una nota, Manuela Lanzarin, assessore al sociale della Regione Veneto,  si esprime in occasione della ''Giornata internazionale contro la violenza alle donne'' che si celebra oggi per iniziativa dall'Assemblea generale delle Nazioni Unite, che nel 1999 l’ha istituita in ricordo delle sorelle Mirabal, assassinate nel 1960 nella Repubblica Dominicana per il loro impegno politico contro l'allora dittatore Trujillo.

La rete di strutture protette riconosciute e finanziate della Regione Veneto conta attualmente 15 centri antiviolenza, 9 case rifugio e 12 centri di secondo livello. Secondo i dati forniti dalla Regione a due anni dall’entrata in vigore della legge regionale 5/2013 di prevenzione e contrasto della violenza contro le donne, le 36 strutture hanno offerto ascolto telefonico a 6 mila persone, incontrato in colloqui di prima accoglienza 1821 donne, accolto  50 (di cui 36 insieme ai loro figli) nelle case rifugio e accompagnato in percorsi di reinserimento 77 (di cui 41 con figli minori)  attraverso le case di secondo livello. In totale sono quindi 77 i bambini e adolescenti ospiti delle case protette presenti nelle sette province venete.

“Grazie alla collaborazione storica tra associazionismo, volontariato, servizi e istituzioni pubbliche, il Veneto sta cercando intercettare, pur nell’ormai cronica povertà di risorse pubbliche,  la domanda di aiuto e di protezione di centinaia di donne – rileva Manuela Lanzarin – Una realtà purtroppo complessa e in aumento, che spesso coinvolge anche altre vittime indifese, i figli. Persone da proteggere e tutelare, nei loro inalienabili diritti ad una famiglia, agli affetti,  ad una crescita il più possibile armoniosa, ad una vita normale”.

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